Oltre agli incontri istituzionali e all’evento con gli studenti della Luiss, l’agenda romana di Mark Zuckerberg ha trovato spazio per un incontro con i rappresentati di 14 startup italiane: MusixMatch, Streamago, DoveConviene, Musement, Satispay, Athonet, AdEspresso, BioBeats, Risparmio Super, Le Cicogne, Drexcode, LoveTheSign, MoneyFarm e Gamepix. Si è trattato di un incontro molto operativo e di sostanza in cui si è parlato di temi come il customer care, la pubblicità, la privacy, la ricerca e sviluppo. A raccontare a Startupbusiness i contenuti dell’incontro è Daniele Calabrese, Ceo di Streamago. Streamago e motivo di orgoglio sia per me sia per coloro che credono nel progetto a partire da Renato Soru e Tiscali”. Partito da Roma Zuckerberg è andato a Lagos in Nigeria dove ha incontrato i ragazzi di Andela, startup che sta lavorando per sbloccare il potenziale degli sviluppatori software africani.
“Il luogo in cui ci siamo incontrati era molto adatto al meeting, la saletta del Language Lab della Luiss che è una vera e propria finestra sul mondo e i presenti erano un ottimo mix tra startup di vari settori, a vari stadi di evoluzione e condotte sia da imprenditori sia da imprenditrici. La conversazione con Mark si è concentrata subito su elementi di sostanza, zero retorica, zero lamentele, zero superficialità. Il primo tema affrontato è come accrescere la capacità di creare engament con la community italiana, sia quella degli utenti, sia quella delle startup.” Gli utenti italiani di Facebook sono particolari perché nel nostro Paese si registra il più alto rapporto tra numero totale e numero di utenti che usa il social network per ragioni di business, soprattutto legati a piccole e medie imprese. È un fenomeno questo, che per Zuckerberg ha risvolti interessantissimi e va compreso con maggiore profondità anche per capire se è replicabile altrove. Ed è un fenomeno interessantissimo per le startup che possono usare Facebook per migliorare il loro customer service, appare chiaro quindi come questa possa essere una leva sia per conoscere meglio gli utenti ma anche per sviluppare servizi che possano consentire a Facebook stessa di acquisire e organizzare i dati in modo più efficace al fine di definire una piattaforma più potente per le aziende partner. E così – racconta sempre Daniele – si sono declinati alcuni elementi di sviluppo possibile come i chatbot, la messaggistica di gruppo, l’integrazione di strumenti specifici per il customer care in messenger, la possibilità di rendere più efficienti gli analytics al fine di migliorare i servizi. Altro tema affrontato è stata la pubblicità, i cosiddetti Facebook Ads. Secondo il fondatore del social network il modello applicato da Facebook è più efficiente di quello dei search ads, anche se i secondi al momento appaiono maggiormente efficaci perché più immediati. È questo un tema chiave per Zuckerberg perché legato alle attività di marketing, di e-commerce ed è per questo che si sta lavorando per rendere migliore l’acquisizione e l’analisi dei dati al fine di conoscere meglio gli utenti che, in questo caso, divengono consumatori. Le strategie per migliorare l’acquisizione e l’analisi dei dati devono essere equilibrate in relazione alla privacy e alle policy, sia quelle che Facebook decide di offrire ai suoi utenti, sia a quelle che sono imposte dai diversi governi. Si tratta di trovare il migliore bilanciamento possibile e di decidere di volta in volta quali sono le strategie migliori da applicare. Se per esempio una funzionalità si dimostra efficace ma non è consentita in alcuni Paesi si applica il geo-blocking, accade per esempio per il sistema di face recognition che consente di taggare automaticamente le persone nelle immagini che vengono pubblicate, cosa che è possibile per gli utenti statunitensi ma non per quelli di alcuni Paesi europei dove le policy governative consentono questa procedura, ma solo se è fatta manualmente dagli utenti. Si è parlato anche di ricerca e sviluppo. Zuckerberg ha sottolineato che la strategia di Facebook è avere i suoi ingegneri raggruppati in pochi posti: New York, San Francisco e Seattle, ai quali si è recentemente aggiunta Londra per via delle complicazioni della politica di immigrazione Usa, e il centro di ricerca sulla intelligenza artificiale che ha sede a Parigi. Per il momento nessun piano in tal senso riguarda l’Italia anche se i partecipanti all’incontro hanno informato il fondatore di Facebook della scelta di Apple su Napoli, cosa di cui non era a conoscenza. L’intelligenza artificiale rappresenta un elemento chiave nelle strategie di ricerca e sviluppo tanto che Zuckerberg sta distribuendo specifici server pensati per questo tipo di ricerca assai potenti e dotati di numerose Gpu (graphic processing unit) a istituzioni di ricerca e università di diversi Paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Russia, Svizzera, Regno Unito e ora anche Italia con la consegna del server alla Università di Modena e Reggio Emilia avvenuta proprio il giorno precedente l’incontro di Roma. “Ho trovato Zuckerberg una persona riflessiva che conosce bene il suo prodotto a vari livelli di dettaglio, per alcune domande non aveva la risposta pronta e quindi ascoltava e prendeva nota spiegando che avrebbe fatto ulteriori approfondimenti e riflessioni internamente con il suo team. L’incontro sarebbe dovuto durare 45 minuti e invece ha superato l’ora e mezza a confermare quanto la conversazione fosse interessante e di qualità, ciò anche perché le persone che hanno partecipato erano tutte di grande profilo e hanno saputo stimolare l’incontro. Tutti si sono presentati ma Mark aveva già un profilo di ognuno quindi è arrivato preparato e personalmente devo dire che questa occasione è stata anche importante per la visibilità di e.a.
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