YouTube per startup: canvas per video marketing (parte 2)

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Il video marketing rientra nel più ampio content marketing, che a sua volta è …marketing, vale a dire la modalità con cui si può raggiungere il mercato per i propri obiettivi di business. Di conseguenza una strategia di video marketing deve partire dalla considerazione di questi obiettivi di business, perchè deve tradursi in un’occasione di crescita, se non del fatturato almeno della visibilità, degli utenti, della traction. Come abbiamo detto nel precedente articolo ‘YouTube per la startup, guida introduttiva – parte 1’  , ci sono diverse occasioni in cui una startup è incidentalmente spinta alla creazione di video, per esempio se deve partecipare a una competition e il video pitch è richiesto. Oppure, decide di creare un video che spieghi il suo prodotto o servizio che poi rimane ‘archiviato’ su YouTube senza che venga promosso e che si dia ulteriore benzina al canale con nuovi contenuti.  Avere un piano ragionato sin dall’inizio, cioè una strategia di video marketing, anche semplice, permetterà invece di trasformare in una grande opportunità di comunicazione un’attività avviata in modo magari caotico e sempre dispendioso in termini di denaro (anche se tutto è fatto in casa) e di tempo. Ci sono vari contenuti in rete che possono aiutarvi ad approfondire il tema, basta googlare video marketing e la cosa è fatta. Ma volevamo offrire un tool pratico, per andare incontro alle esigenze di veloce esecuzione di ogni attività da parte delle startup e alla loro affezione ai ‘business model canvas’ , così abbiamo creato un ‘video marketing canvas – per startup’, ispirandoci al modello tradizionale e anche un po’ a questo, sperando possa essere utile. Questo è il nostro video marketing canvas video-marketing-canvas-startupbusiness scaricabile. Qui di seguito l’immagine e la spiegazione.    

the Brand

Anche se la startup quando è piccola non ha ancora un brand definito, deve fare uno sforzo per capire chi è, come vuole essere riconosciuta dall’esterno, qual è l’immagine di sé che vuole comunicare, la sua cultura aziendale che si traduce in un suo stile. E’ direttamente connesso (segui linea rossa) con il messaggio e il format.

Key Activities

Banalmente, la to-do list delle cose da fare per priorità e scadenze

Key Resources

Chi fa cosa nel team Fornitori esterni Piattaforme Amici?

the Message

Come intendo proporre la mia startup con questi video? Voglio affermare la mia expertise su un dato tema? Voglio far divertire e ricordare il mio nome? Voglio essere utile insegnando qualcosa? Voglio far emergere un bisogno?

Target Audience

A chi ti rivolgi con i video? Individuare un target preferenziale permette di costruire un prodotto più efficace e di maggiore impatto, anche se il target è molto ampio. Vogliamo parlare ai nostri potenziali clienti? Vogliamo ingaggiare la community degli sviluppatori? Vogliamo farci conoscere come startup nel mondo dei potenziali investitori, partner e media?

Channels

Stabiliamo su quali canali web saranno distribuiti i video: YouTube è il canale d’eccellenza per la startup l’infinita audience che può raggiungere e il suo legame con Google. Ma vanno presi in considerazione anche gli altri come Vimeo, o addirittura proiettarsi su Snapchat o Facebook Live. Ovviamente, la scelta del canale ha impatto su moltissimi aspetti di formato, attività, investimenti.

the Format

How to? Video tutorial? Video emozionali? Video di prodotto? Video blogging? Oppure raccontiamo grandi storie? La tipologia di formato video è molto ampia, ma rimandando a quanto detto in precedente articolo tutorial e umorismo vanno forte; niente lungometraggi.

Budget

Stabilisci prima quanto la tua startup può investire su produzione e promozione video.

Kpi

Stabilisci i tuoi obiettivi (e monitora i risultati)

Hashtag/keywords

Una ricerca in fase brainstorming di keyword e hashtag che sono in trend possono essere d’ispirazione anche per la fase creativa. Le keyword serviranno già in fase di caricamento su YouTube dei video, affinché diventino visibili agli occhi dei motori di ricerca; gli hashtag ti servono per la promozione sui social, in particolare twitter, e se non hai capacità economica per lanciare una massiva campagna per spingere un hashtag, è meglio se sfrutti la scia di altri. Nota: nel canvas i vari blocchi hanno il titolo sottolineato da tre colori diversi che li legano per gruppi: rosso (mission): the Brand, the Message, the Format, kpi verde (economics): key activities, key resources, budget viola (operations): target audience, channels, hashtag-keywords   Tutti coloro che piantano un video su YouTube hanno l’aspirazione di diventare virali. Non è una brutta aspirazione, ma la viralizzazione è rara, avviene in due casi: o per investimenti cospicui ( e non è comunque matematico); o in modo del tutto casuale e spesso inaspettato, se non addirittura controintuitivo. Per cui, come startup, puoi solo fare del tuo meglio e incrociare le dita: in ogni caso, la gestione di un canale YouTube ben costruita  e costante porterà i suoi frutti e non sarà mai tempo perso. Per chiudere due articoli che abbiamo trovato interessanti, il primo del Digital Marketing Institute; il secondo, molto approfondito, di ReelnReel. Alla prossima puntata.    

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