WDA il venture building con sede a Roma e fondato nel 2021 da Roberto Macina e Mario Costanzo si propone di accelerare il suo sviluppo e la crescita delle startup che crea. “Si sente più spesso parlare di questo metodo come strategia di innovazione ma con WDA abbiamo anticipato il trend italiano e siamo partiti con il nostro modello di creazione di startup digitali”, afferma in una nota Macina che snocciola i dati che il venture builder registra dopo 30 mesi di attività con tre startup già lanciate, tutte hanno ricevuto investimenti, sono sul mercato e generano metriche ovvero quegli indici che fanno capire che le aziende sono in crescita come per esempio sono il numero degli utenti e il fatturato. “Con il nostro modello di venture building ideato con Mario abbiamo voluto dimostrare che il metodo vince sul verticale di riferimento. Attacchiamo alla nostra execution l’expertise di un profondo conoscitore del mercato e delle sue dinamiche, che noi chiamiamo originator. Il lavoro congiunto che unisce la conoscenza dell’originator con la nostra esperienza nel lancio di aziende digitali fa sì che si riesca velocemente a portare innovazione sul mercato”, aggiunge Macina.
Tre startup lanciate e già finanziate
Anche qui, analizzando le startup targate WDA lanciate, si trovano conferme. Parliamo di Profit Farm (fintech), Prime Tutor (edtech) e Starcks (web3), finanziate da investitori privati per un totale complessivo che sfiora i due milioni di euro e che crescono mensilmente acquisendo sempre più quote di mercato. Non c’è solo il venture building, sottolinea Mario Costanzo: “Abbiamo affiancato al servizio di venture building quello denominato CXO as a service dedicato a tutte quelle startup in fase avanzato che hanno bisogno di competenza specifica per un determinato obiettivo come quello di una acquisizione o della creazione di processi interni fondamentali nella fasi di crescita”. Questo servizio si propone di fornire agli imprenditori una sorta di co-fondatore al servizio del team portando le competenze che servono per completare ciò che serve per il lancio e la crescita della startup. “Abbiamo sviluppato una esperienza specifica nel web3 grazie alla creazione di Starcks e grazie a tale esperienza oggi riusciamo ad accompagnare chiunque voglia intraprendere un percorso in questo senso”, aggiunge Costanzo. Dopo i bilanci è tempo di delineare gli obiettivi di crescita: “Abbiamo obiettivi molto ambiziosi – dicono i due fondatori -, nel biennio 23-24 puntiamo all’exit di una nostra startup, avere un caso di venture building con una corporate come originator e creare un veicolo di investimento dedicato alle nostre startup per accelerare ancora di più la messa a terra delle nostre iniziative”.
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