Wayla, parte da Milano il nuovo trasporto pubblico non di linea

Wayla è il nome della nuova startup che si propone di rivoluzionare il modo in cui ci si muove in città. Il nome è la translitterazione inglese di un modo di dire molto milanese per salutarsi e quindi si pronuncia ueilà e Milano è la città da cui il servizio partirà entro il quarto trimestre dell’anno.

Il team della startup, nella persona del co-fondatore Alessandro Villa che riveste anche il ruolo operativo di COO, ha sviluppato questo servizio con la chiara intenzione di offrire ai cittadini una alternativa pratica, efficace, sicura ed economica alla mobilità urbana non di linea che, soprattutto negli ultimi tempi, ha mostrato tutte le sue carenze e inefficienze e che sarebbe opportuno divenisse oggetto di una profonda revisione strutturale.

“I nostri utenti potranno prenotare corse urbane porta a porta tramite app, a bordo dei nostri van, e condividere il percorso, per la sua totalità o solo in parte, con altri passeggeri. I mezzi non seguiranno infatti linee fisse o orari prestabiliti, ma percorsi dinamici in base alle richieste ricevute, offrendo finalmente una modalità sicura, comoda ed economica di muoversi in città”, dice a Startupbusiness Villa.

Il servizio partirà a Milano a partire da ottobre 2024, e potrà operare legalmente senza bisogno di licenze taxi, già in accordo al quadro normativo attuale che fa riferimento alla normativa del noleggio autobus con conducente (Legge 218/2003, ripresa dal Regolamento 6/2014 della Regione Lombardia), utilizzando mezzi di categoria M2 (capienza 9+ posti) e potendo quindi operare anche un servizio urbano senza necessità di licenza taxi.

Il team della startup ha strutturato il servizio e sviluppato il business plan anche grazie al supporto di un team di investor-advisor con esperienza anche internazionale nel settore: tra essi ci sono Marco Ficarra di Moffu Labs e Ludovico Maggiore di MobilityUp, i quali hanno partecipato al round fundraising pre-seed da 500mila euro la cui raccolta è in fase di completamento proprio in queste settimane.

“Il nostro primo obiettivo – aggiunge Villa (nella foto) – è puntare ad accogliere 20mila passeggeri sui nostri veicoli nei primi 12 mesi di operatività. Ci focalizziamo inizialmente sulle fasce orarie serali e notturne, da giovedì a domenica, dalle ore 19 alle ore 3 di notte, e opereremo nell’area racchiusa dalla circonvallazione esterna di Milano (per chi conosce la città coincide con quella dei bus circolari 90/91), per coprire il grande centro città. Nei prossimi mesi procederemo con l’espansione della flotta per allargare la finestra operativa e l’area di servizio, puntando a fornire un servizio H24 su gran parte di Milano, per poi andare oltre il capoluogo lombardo. Abbiamo infatti deciso di lanciare il progetto dall’Italia sulla base del rilevante gap domanda-offerta che si è creato nella mobilità urbana del nostro Paese a Milano e in tante altre città, fino al 40% delle richieste di corse taxi non viene accettato per carenza di veicoli. Il nostro servizio potrà operare legalmente senza bisogno di licenza taxi, grazie all’adozione di mezzi di dimensioni maggiori, la flotta iniziale sarà composta da Fiat Ducato da 16 posti”.

La startup punta, nei prossimi anni, a espandere il servizio in tutti i principali centri del Paese, ma il modello di operatività condivisa appare potenzialmente vincente anche all’estero, pur in scenari competitivi anche più complessi rispetto a quello italiano.

“E’ nostro obiettivo estendere gradualmente il servizio e arrivare a coprire anche l’hinterland milanese nel medio termine. La scelta di partire dal centro nasce dalla necessità di coprire capillarmente l’area anche con un numero ridotto di mezzi, e servire una zona densamente popolata, che permetta di far funzionare bene il modello pooling, ciò considerando anche che il gap tra domanda e offerta esiste anche nel centro città e aumenta fortemente nel periodo serale, dove, per esempio, i veicoli sharing tendono a rimanere nelle periferie dopo esser stati usati dai pendolari”.

In prospettiva Wayla intende crescere quindi sia geograficamente espandendo l’aria operativa nelle città in cui è presente, aprendo in nuove città sia in Italia sia all’estero, sia in termini di fasce orarie puntando a offrire un servizio altamente competitivo non solo nella capillarità e nella disponibilità ma anche nei costi, inizialmente la corsa ha un costo di 11 euro per passeggero, vale a dire circa la metà del costo di una corsa in taxi considerando l’area di copertura iniziale. I veicoli saranno, a tendere, tutti a propulsione elettrica e saranno dotati dei dispositivi per potere accogliere persone con disabilità, sensibilità ambientale e impatto sociale possono essere due elementi aggiuntivi capaci di rafforzare la competitività di un’iniziatica come quella di Wayla che giunge a rafforzare il concetto che una maggiore disponibilità di servizi di trasporto pubblico non di linea che siano efficienti ed economicamente sostenibili per tutti si traduce in una riduzione della presenza di veicoli privati, di incidenti dovuti alla guida in stato alterato e soprattutto in sicurezza per le persone.

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