Wallife presenta la sua prima polizza Wallife Biometrics ID, la prima al mondo che protegge l’identità digitale degli individui in caso di utilizzo fraudolento, tramite lo smartphone, di conti correnti online, metodi di pagamento digitali e account social. Fondata nel 2020, Wallife si muove in aree estremamente innovative, tra scienza e sicurezza. Tre sono le macroaree di ricerca: biometrics, genetics e biohacking. La startup punta infatti a proteggere i clienti per tutto l’arco della vita, e per farlo è pronta a studiare tipologie di rischio oggi ancora sconosciute. L’Insurtech è la tecnologia che offre la sottoscrizione di polizze fino alla gestione dei sinistri, attraverso l’utilizzo di tecnologie come big data analytics, intelligenza artificiale e API. In Italia ha visto nel 2021 fondi complessivi raccolti per un ammontare di 120 milioni di euro coinvolgendo più di 130 realtà innovative. Le tecnologie più utilizzate in ordine sono state: API (74%), big data analytics e cloud (54%), AI (45%), machine learning (41%). Wallife al momento offre due generi di polizze insurtech:
- biometrics: per proteggere i dati biometrici di ogni utente, come l’identità digitale e l’accesso agli account online
- genetics: per proteggere dai rischi della conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale
Ad agosto 2020, pochi mesi dopo il lancio, la startup ha raccolto 4,8 milioni di dollari, aggiudicandosi il sesto posto in Europa nel settore insurtech per valore del round di investimento seed secondo la classifica del sito Crunchbase. Con il secondo round di Serie A a luglio 2022 Wallife ha raccolto l’interesse di 40 investitori, tra cui Nerio Alessandri (CEO Technogym), Antonio Assereto (Proximity Capital), Andrea Dini (Aptafin), Azimut Digitech Fund con United Ventures come lead investor toccando i 17,1 milioni di dollari. Ora Wallife ha presentato la sua polizza che protegge l’identità digitale degli individui in caso di utilizzo fraudolento. Il danno viene quantificato “tramite un algoritmo che analizza i dati, ma che riesce anche a prevenire il rischio” ha affermato Maria Enrica Angelone, chief executive officer di Willife. La polizza tutela l’autenticazione biometrica (face ID,touch ID, riconoscimento della voce), tramite username e password. Una polizza che non tutela un’identità, ma “le diverse identità che ognuno di noi ha e soprattutto nello smartphone”, e tra queste “abbiamo quella finanziaria”, sempre più oggetto di hackeraggio. Secondo infatti la presentazione IPSOS presentata oggi, Violazione dell’identità digitale, comportamenti adottati e rischi percepiti, quasi un terzo degli italiani (26%) ha subito una violazione della propria identità digitale e il 71% prenderebbe in considerazione strumenti di protezione assicurativa per far fronte a tali rischi. Gli obiettivi di Wallife Biometrics ID sono quindi due:
- Prevenire il furto dei dati sensibili contenuti all’interno dello smartphone, che include la protezione antivirus e antimalware, il blocco del phishing, un servizio di protezione della navigazione
- La mitigazione del danno subito: rimborso fino a 10.500 euro, cancellazione dal web di contenuti pubblicati in modo fraudolento e copertura di spese legali, peritali, giudiziarie e processuali dell’assicurato.
Wallife oltre alle tre macroaree di sviluppo e business, è nella continua ricerca dei nuovi driver assicurativi come “le smart city o lo studio del metaverso per capire quali siano i rischi come identità violata o asset digitale; come anche il gaming e minori, e l’aspetto psicologico che ne consegue. A breve avremmo un prodotto, dopo le diverse indagini e ricerche che stiamo effettuando”. Quest’anno stiamo assistendo a un periodo di recessione che ha toccato non solo il mercato pubblico, ma anche quello del private equity e venture capital. In molti, come gli stessi hedge fund, stanno ripensando alle loro strategie spostando i propri investimenti in altre situazioni. Alcune aziende ritirano il proprio business in alcuni Paesi per rafforzarlo in altri. Ci sono poi società che stanno chiudendo i rubinetti nel B2C. Avete o prevedete dunque un’offerta nel B2B, per le Corporate o che sia integrata nel welfare aziendale? “Dato che dal nostro studio le fasce più interessate ad avere il nostro tipo di offerta sono quelle che vanno dai 18 ai 25 anni, per un’azienda il nostro può essere un ottimo strumento anche per il welfare aziendale: perché protegge l’individuo sia in ambito professionale che nella sfera privata, familiare. Il Welfare è un ambito in cui ci stiamo muovendo per presentarla. Inoltre, la nostra offerta economica prevede e tiene conto anche soprattutto delle PMI, e noi abbiamo già previsto il lancio di questo prodotto: le PMI non hanno bisogno solo di sistemi di sicurezza ma anche di innovation technology”, spiegano in fondatori della startup. Probabilmente il settore insurtech potrà nei prossimi anni toccare i numeri del “fratello maggiore”, il fintech: nell’ultimo periodo infatti l’insurtech ha prodotto diversi unicorni: Lemonade (ora quotato in Borsa), passando per Oscar Health, Hippo Insurance, Alan, Next Insurance, Shift Technology, Zego. Secondo Fabio Sbianchi, ideatore della startup, Wallife “rappresenta un elemento che differenzia Wallife dalle altre insurtech. Wallife è una realtà unica nel suo genere, in quanto coniuga ricerca, tecnologia e assicurazione, proponendo prodotti altamente innovativi, posizionandosi come pioniera di mercati ancora poco esplorati, ma dal grandissimo potenziale”.
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