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ViennaUp 2023, l’edizione di quest’anno dell’evento dedicato a startup, innovazione, tecnologie voluto dalla Vienna Business Agency e che si svolge in diversi luoghi della capitale austriaca per un periodo di 9 giorni, dal 30 maggio al 7 giugno, ha confermato la sua unicità di format e il valore dei contenuti che propone grazie alle diverse organizzazioni che propongono incontri ed eventi durante il periodo. (qui il report dell’edizione 2022) Il clima estivo ha regalato agli organizzatori una manciata di giornate piacevoli, considerando anche che il cuore della manifestazione è una specie di chiosco posizionato nel parco di Karlsplatz dove tutte le sere ci si ritrova per fare networking e bere vino che proviene da vigne che si trovano all’interno del territorio comunale della città, una sorpresa. Partecipare a tutti gli eventi è quasi impossibile, serve selezionare e ci sono, nel calendario, elementi fissi come per esempio il Connect Day, uno degli appuntamenti principali alla cui organizzazione collabora anche Austria Business Agency e che ha visto, quest’anno, anche la presenza e la sponsorizzazione della scaleup italiana Viceversa . Anche il Connect Day stesso, dove in questa edizione c’erano non meno di mille persone, si dipana a sua volta in diversi eventi e uno di questi è stato il Corporate reverse pitch dove una serie di grandi aziende ha presentato, con la formula del pitch, le iniziative che propone alle startup.
Corporate reverse pitch
Aziende come AVL che opera nel settore dell’automotive, Borealis in quello della chimica e delle plastiche, Infineon in quello dei semiconduttori, A1 nelle telecomunicazioni , Bosch che è impegnata pure nel settore della meccanica e della mobilità e Microsoft, hanno presentato i loro programmi finalizzati alla collaborazione, alla co-innovazione, alla possibilità per le startup di accedere a risorse come il mercato, i prodotti, i partner e, in alcuni casi, anche a fondi grazie alle iniziative di corporate venture capital come quella di Bosch intitolata al fondatore Robert Bosch e quella di Microsoft. AVL cerca innovazione nel campo della e-mobility applicata a tutti i mezzi di trasporto: dalle auto alle barche e dell’autonomous driving, Borealis vuole chiedere alle startup in che modo l’AI generativa può essere di supporto alla sua attività, Infineon si concentra su semiconduttori, sull’advance productivity, sull’embedded software e ha avviato il programma che si chiama Infineon Startup Challenge. A1 ha creato un vero e proprio startup campus ed è alla ricerca di soluzioni B2C da erogare in modalità Saas per accrescere i servizi che propone ai suoi utenti ed è particolarmente interessata a startup in fase early stage e seed, mentre Bosch con il suo Startup Harbor che ha un reach gloable guarda soprattutto a innovazione nell’ambito della digital auto e della decentrelized mobility, Microsoft punta invece in modo deciso su tutto ciò che consente di dare concretezza al concetto di sostenibilità e a quello che chiama il planetary computer.
Xista
Xista è il fondo nato in seno all’Ista, l’Institute of Science and Technology Austria . Si tratta di un fondo di venture capital da 45 milioni di euro che concentra i suoi investimenti in progetti deeptech. “L’idea è nata nel 2017 ma siamo operativi da circa tre anni – spiega a Startupbusiness Bernhard Petermeier, partner del fondo – al momento abbiamo 14 investimenti attivi e ne chiuderemo altri 4 entro le prossime settimane, ciò che fa la differenza per noi è che Xista è gestito da persone che hanno competenze sì finanziarie ma anche scientifiche e questo ci permette di parlare la stessa lingua sia con i ricercatori, sia con gli imprenditori, sia con chi lavora allo sviluppo di idee che potenzialmente possono diventare startup deeptech, sia al mondo degli investitori e al mercato”. Lifescience, energia, computer science, sostenibilità, materiali, chimica sono i settori principali sui quali Xista investe badando a scegliere progetti e startup che hanno diretta discendenza di tipo accademico, che siano dotate di proprietà intellettuale come brevetti e segreti industriali. “Investiamo iniziato investendo principalmente in startup austriache e ora abbiamo iniziato anche a fare operazioni a livello internazionale, i nostri LP sono per la gran parte privati anche se abbiamo anche un supporto dal governo e la partecipazione dell’European Investment Fund, tendiamo a fare co-investimenti dove siamo lead investor e presto ne annunceremo anche uno insieme a un fondo italiano”, anticipa Petermeier. Xista va alla ricerca di startup early stage che siano anche in fase di proof of concept ma che vi sia l’entità legale costituita e alcune delle operazioni che ha fatto sono già in fase di round serie A come è per esempio il caso di Ribbon Biolabs e come è anche il caso di Vitrealab che è austriaca ma ha fondatori tedeschi e italiani e sta sviluppando una nuova tipologia di display. “Siamo convinti – conclude Petermeier – che l’Europa abbia un altissimo potenziale sul fronte del deeptech ma per sbloccarlo servono veicoli di investimento fatti da persone capaci di parlare la lingua della scienza e della ricerca oltre che quella finanziaria e noi ci proponiamo di essere uno di questi”.
Proofcheck
Le startup con sede a Vienna fondate da persone che arrivano dall’estero non sono poche, una di loro è Proofcheck i cui fondatori sono due cittadini statunitensi che hanno deciso di stabilirsi in Austria e hanno trovato supporto concreto dalle istituzioni. Il CEO di Proofcheck è Tara Wanda Merrigan che per avviare l’azienda ha ricevuto 150mila euro da Vienna Business Agency sotto forma di grant e che ha trovato nella capitale austriaca un terreno decisamente fertile: “qui l’ecosistema startup è in pieno sviluppo, non siamo ancora ai livelli di Londra o Berlino ma c’è molto fermento”, dice a Startupbusiness. Proofcheck sviluppa uno strumento web che consente di fare il proof checking di qualsiasi testo in PDF: “al momento lavoriamo con la lingua inglese, presto lanceremo anche altre lingue a partire dal tedesco, siamo nati ad aprile 2022 e già oggi ci sono 11 società editrici di libri che usano il nostro strumento”. Proofcheck che al momento è anche in fase di fundraising, intende svilupparsi rapidamente e i due fondatori puntano a fare una exit in tempi brevi.
Invest.Austria
Daniela Haunstein è managing director di Invest.Austria, la realtà nata a marzo di quest’anno dalla fusione tra l’associazione austriaca dei business angel e quella del venture capital AVCO (con la quale avevamo parlato lo scorso anno intervistando il managing director Aranud Béasse ). “La fusione tra le due associazioni – spiega Haunstein – è stata la naturale conseguenza di una collaborazione che già era molto stretta e figlia della consapevolezza che serviva un unico strumento capace di coprire tutta la filiera delle fasi di investimento: dall’early stage fino ai round più corposi che sono quelli che in questo momento mancano un po’ in Austria e infatti vediamo che alcune startup che devono crescere vanno all’estero a cercare i denari”. Invest.Austria si occupa di aspetti di policy, legali, fiscali e intende continuare a fare grande pressione sulle istituzioni governative al fine di rendere l’Austria un sistema, anche dal punto di vista legislativo, sempre più interessante per le startup (si veda questo articolo di approfondimento sull’ecosistema nella sua ampiezza ) . “Recentemente il governo ha approvato una norma per rendere più agevole gestire le partecipazioni in startup – aggiunge la managing director – cosa che rappresenta un primo interessante passo verso una maggiore presa di consapevolezza dell’importanza delle startup e dell’economia che creano e noi ora abbiamo il compito di insistere nel mettere in luce ciò che ancora serve per migliorare ulteriormente lo scenario”. Tra i soci di Invest.Austria ci sono i venture capital, i private equity, i business angel, ma anche i corporate venture capitale e i family office, l’associazione offre ai suoi soci, che oggi sono circa 350, una serie di servizi come l’accesso al dealflow qualificato, eventi di formazione e di networking, attività di lobbying, si occupa dell’organizzazione della Startup World Cup Austria e favorisce lo sviluppo di sinergie tra i suoi membri che possono per esempio portare a co-investimenti. “In questo momento lavoriamo anche al favorire gli investimenti di follow-up che è un tema molto sentito perché lo scenario globale è in fase di rallentamento e anche se qui in Austria le tendenze arrivano dopo qualche mese ci prepariamo ad affrontare ogni possibile scenario consapevoli che c’è molto dry powder nei fondi attualmente ed è quindi fondamentale agire puntando sui deal di qualità, poi speriamo che lo scenario globale a livello finanziario e socio-economico migliori e ci permetta di continuare a crescere e a spingere affinché le startup diventino un asset class interessante anche per investitori che in questo momento sono maggiormente freddi come, per esempio, i fondi pensione”. (nelle prossime ore pubblicheremo un secondo articolo relativo a ViennaUp 2023 in cui parleremo di una nuova are in fase di sviluppo per ospitare le startup voluta da Vienna Business Agency, di startup che operano nella stampa 3D e nelle lifescience, di iniziative a supporto di chi fa innovazione in ambito climatetech, di programmi a supporto dell’imprenditorialità femminile)
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