V:erysoon, il servizio di mobility as a service dell’Università Vanvitelli

C’è una storia di mobilità intelligente che ha come effetti non solo quello di rendere gli spostamenti più efficienti ed ecologici ma anche quello di modificare nel profondo lo scenario di un’intera regione e l’accesso alla formazione universitaria per centinaia di giovani.

La storia la scrivono ogni giorno un ateneo, L’Università Vanvitelli, una startup, Up2Go e una scaleup, Busforfun.

La nostra è una Università che dal punto di vista logistico è particolare – spiega a Startupbusiness Armando Cartenì, docente e mobility manager dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – nasce come costola della Federico II, chiamandosi inizialmente Seconda Università della Campania, e sviluppandosi geograficamente in cinque Comuni della Provincia di Caserta con un formato che vede i diversi dipartimenti distribuiti con il concetto del multi-polo ma senza che inizialmente sia stato pensato un sistema di trasporto pubblico tra i vari poli che si trovano in aree territoriali non sempre facilmente accessibili: Capua, Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Aversa, e Napoli, che è l’unico polo che non è toccato dal progetto che abbiamo sviluppato con Up2Go e Busforfun”.

le sedi dell'Università Vanvitelli

Le sedi dell’Università Vanvitelli

Ciò che avveniva era che la quasi totalità degli studenti era costretta a utilizzare l’auto privata per raggiungere le varie sedi dell’ateneo cosa che rendeva non solo poco efficiente il trasporto dal punto di vista sia del traffico sia dell’impatto ambientale ma creava una non trascurabile crescita sull’impatto economico per le famiglie così l’Università ha pensato a un’alternativa che potesse essere non solo efficiente ma anche alla portata di tutti ed è così nato il progetto che è stato denominato V:erysoon.

“L’idea iniziale era quella di rendere più facile l’accesso ai vari dipartimenti dell’ateneo da parte degli studenti, quindi la realizzazione di una rete di servizio pubblico sul territorio che fosse capace di integrarsi con vari poli dell’Università, con i nodi della rete ferroviaria esistenti e fungesse anche da sistema di collegamento tra i poli stessi – spiega Cartenì -, siamo partiti dal progettare una sistema capace di rispondere alle esigenze di una popolazione studentesca di circa 25mila studenti di cui circa la metà frequenta ogni giorno (distribuiti tra Capua (3mila), Santa Maria Capua Vetere (5mila cinquecento), Caserta (8mila cinquecento), Aversa (4mila cinquecento) a cui poi si aggiungono anche quelli di Napoli che sono 6mila cinquecento, ndr)”.

V:erysoon è un’iniziativa recente, resa possibile non solo dalla volontà dell’Università di rispondere a un’esigenza diventata quasi un’emergenza ma anche dalla disponibilità di tecnologie che l’hanno resa possibile, va considerato che è negli anni ’90 che l’Università ha iniziato a svilupparsi per poi prendere la forma che ha oggi circa dieci anni dopo e oggi è finalmente attrezzata con un sistema di trasporto che la rende efficiente. “Abbiamo condotto un’indagine conoscitiva presso gli studenti intervistandone circa cinquemila per comprendere bene le effettive esigenze che si sono concretizzate poi nella definizione della rete che collega i poli con le stazioni ferroviarie di Caserta e di Aversa e si sviluppa sulle linee tra Caserta, Santa Maria Capua Vetere e Capua e con il collegamento tra Capua e Aversa, entrambe fanno sosta nelle località principali così da agevolare gli studenti, a ciò si aggiunge anche la piattaforma di carpooling per rendere più intelligente ed economico anche l’impiego delle auto private”.

Unica piattaforma

Il sistema si basa su un’unica piattaforma alla quale gli studenti accedono con le credenziali di ateneo che consente di condividere la propria auto o di trovare passaggi su auto di altri studenti e di prenotare il posto sulla navetta: “in tutto viaggiano nove navette che sono per gli studenti interamente gratuite e vengono usate ogni giorno da circa 1600 studenti, cifra che corrisponde all’ 11/12 % del totale degli studenti frequentanti anche se va detto che in queste prime fasi di introduzione del servizio abbiamo allargato le maglie sull’obbligo di prenotazione proprio per testare l’impatto effettivo e stimiamo che gli studenti che usano il servizio ogni giorno siano molti di più, fino al 30% del totale dei frequentanti, con l’evolversi del servizio e la sua messa a punto la prenotazione diverrà fondamentale pertanto inviteremo gli studenti a utilizzarla sempre”.

Le navette sono sia pulmini sia pullman da 54 posti a seconda della tratta, si tratta nel primo caso di veicoli a gpl o metano e nel secondo di veicoli di ultima generazione Euro6 e sono tutti dotati di GPS per consentire agli utenti di conoscerne la posizione in tempo reale. L’applicazione è stata realizzata da Up2Go in una logica che applica i principi del cosiddetto MAAS (mobility as a service) e traccia un caso che non è effettivi precedenti e può quindi diventare anche un modello per altre realtà che hanno esigenze simili. Maria Simona Barone, general manager di Up2Go dice: “abbiamo lavorato unitamente all’Università per realizzare un progetto che fosse capace di interconnettere tutti gli attori del sistema ed è per questo che abbiamo portato a bordo anche le competenze di Busforfun, la piattaforma integra quindi il tracking, la multi-modalità, le prenotazioni e lo abbiamo pensato per poterlo fare crescere, per esempio potremo in futuro aggiungere anche altri servizi come l’acquisto dei biglietti dei treni che portano a Caserta e Aversa ma anche i servizi di trasporto forniti dalle auto pubbliche come taxi e NCC”.

“In particolare Busforfun – spiega Davide Buscato co-fondatore e sales manager della scaleup – si è occupata della parte di geolocalizzazione dei veicoli e della gestione delle funzionalità di ticketing, due funzionalità sulle quali abbiamo una esperienza sviluppata in tanti contesti diversi sia in Italia sia a livello internazionale”.

La navetta del servizio V:erysoon

La navetta del servizio V:erysoon

“L’operatore che gestisce i veicoli è un’azienda locale che è stata selezionata tramite bando pubblico – aggiunge Cartenì – e il loro ruolo si aggiunge ad altri servizi che abbiamo sviluppato come per esempio la possibilità di utilizzare i parcheggi che normalmente sono a pagamento a costo zero se si raggiunge l’Università in carpooling. Ciò che per noi è importante è che a circa cinque mesi dal lancio il bilancio sociale del progetto è assolutamente in positivo: abbiamo ridotto impatto ambientale, abbiamo reso più facile agli studenti partecipare alle lezioni, abbiamo permesso alle famiglie di ridurre i costi legati alla logistica. Per esempio il coefficiente di riempimento del carpooling è cresciuto del 50% riducendo così della metà le auto che circolano ma soprattutto stiamo scoprendo che la presenza di V:erysoon influenza positivamente la scelta da parte degli studenti verso il nostro ateneo, e questo è un dato che fa davvero la differenza”.

A livello di costi l’investimento è certamente importante ma è assolutamente efficiente: “indicativamente l’intero servizio costa circa 250mila euro l’anno”, il che significa che con i numeri attuali si può parlare di un costo compreso tra i 13 e i 17 euro per studente al mese.

“Sarà importante vedere cose succederà nei prossimi mesi, quando ci saranno le nuove iscrizioni, come si consoliderà il progetto sul territorio – conclude Cartenì che ha fortemente voluto la realizzazione di V:erysoon (progetto che ha anche vinto un premio agli IoMobility Award) -, organizziamo un paio di volte l’anno anche giornate di orientamento per promuovere l’ateneo con tutti i suoi servizi, compreso quello dedicato alla mobilità che appare essere determinante per il 75% degli studenti che hanno risposto all’ultima edizione del questionario inoltre V:erysoon inizia a essere anche popolare perché i nostri bus sono decorati con il nome del servizio e quello dell’ateneo diventando così una presenza decisamente riconoscibile sulle strade della provincia”.

 

 

 

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