Se l’e-commerce in Italia cresce come fatturati (secondo i dati presentati al Netcomm e-commerce forum 2012 si registra una crescita del 18% pari a un giro d’affari di circa 8 miliardi di euro), c’è da notare che cresce anche come numero e qualità di startup innovative che si indirizzano su questo settore. Nel nostro Paese ha fatto scuola il caso Yoox, azienda che oggi è quotata ma non ha raggiunto il successo dall’oggi al domani. Perchè per una startup affrontare il mondo dell’ecommerce non è affatto semplice.
E’ facile (tecnologicamente) per un’azienda che produce beni e servizi venderli anche online, appoggiandosi su grandi piattaforme. Ma per la startup che voglia divenire una di quelle grandi piattaforme la strada è veramente dura.
Stiamo parlando dello sviluppo di una piattaforma tecnologica e di una macchina organizzativa capace di vendere online migliaia di prodotti, di divenire un brand di riferimento, un servizio semplice e affidabile, con un proprio modello di business, con proprie caratteristiche di attrattività per l’utente. E anche per l’investitore, perchè soldi ne servono molti.
In Italia, in questo momento esistono diverse realtà che ci provano con un certo successo, tra le più note Blomming, Fashionis e Ulaola, molto differenti tra loro.
Oggi approfondiamo con Ulaola, startup che vuole portare nel mondo con il suo e-shop l’eccellenza del Made in Italy. Ulaola nei giorni scorsi ha rilasciato la nuova versione del sito, propedeutica all’implementazione di un nuovo modello di business e dell’espasione verso mercati esteri.
Puntando prima all’Europa con una nuova sede a Berlino.
L’accelerazione della startup è stata resa possibile grazie all’ingresso nella compagine societaria di Digital Magics, venture incubator di startup digitali, che ha affiancato il team dei fondatori nello sviluppo strategico e tecnologico della startup. I dettagli sull’operazione d’investimento non sono stati divulgati.
Abbiamo chiesto direttamente al founder e Ceo di Ulaola Pietro Masi alcune cose che ci hanno incuriosito.
La piattaforma è nuova ma solo in italiano, quando arriva quella in inglese che vi permette di andare a vendere in Europa?
La versione della piattaforma in inglese sarà online da domani 7 giugno, ed entro fine mese Ulaola sarà pubblicata anche in tedesco. Nella precedente release avevamo già tutte le sezioni in inglese, ma con l’ulteriore sviluppo tecnologico e il restyling del sito abbiamo dovuto integrare diverse parti.
Avete dato una rinfrescata al modello di business, come funziona quello nuovo?
Il primo modello non prevedeva una selezione accurata degli artigiani, creativi e delle realtà produttive italiani perché era basato principalmente sui volumi. Oggi invece selezioniamo e scegliamo personalmente i giovani talenti e le PMI delle eccellenze del Made in Italy, ricercando quindi qualità e unicità. Quest’anno abbiamo modificato anche il nostro modello economico: prima davamo ai nostri merchant una vetrina online, ora invece forniamo anche servizi professionali come shooting fotografici o realizzazione di testi ad hoc per dare la possibilità ai nostri creativi di affrontare il mondo digitale in maniera professionale e strutturata.
Competitor: l’ecommerce è affollato, sia in Italia che in Europa, quindi molto competitivo, su quale caratteristica Ulaola intende puntare?
Il modello economico, la partnership con creativi e artisti, il focus verso la Germania e il Nord Europa, e la costruzione della nostra comunità sono solo alcune delle caratteristiche su cui puntiamo e che ci contraddistinguono. Ma sicuramente l’eccellenza del Made in Italy rimane un nostro punto di forza. La selezione dei prodotti e dei sellers – rigorosamente italiani – avviene in diversi modi: oltre a valutare i candidati che spontaneamente ci contattano tramite il nostro sito, il team di ulaola è costantemente attivo nello scouting, viaggiando in giro per l’Italia, di nuovi produttori, privati o piccole medie imprese, che si propongono negli eventi e nelle fiere dedicate a design, arte, moda e food. Non dimenticando ovviamente le ricerche effettuate anche su internet.
Nell’offerta attuale del servizio ulaola c’è la parte di ecommerce vero e proprio, e poi una parte di altri servizi come logistica, foto, traduzioni ecc. Non è fuori luogo ipotizzare che possano diventare una parte molto importante del vostro business. In che ottica e con quale obiettivo avete pensato di introdurre questa parte di servizi offline?
Il nostro obiettivo è quello di stabilire una partnership con gli artigiani e i creativi che vendono sulla nostra piattaforma. Vogliamo aiutarli a promuovere ed esportare i loro prodotti colmando quelle che sono le loro lacune per quanto riguarda il commercio elettronico. Da qui è nata la nostra idea di fornire servizi professionali. In questa prima fase gli introiti di questi servizi ci permetteranno di bilanciare la commissione di vendita che abbiamo deciso di tenere piuttosto bassa rispetto al mercato in modo da favorire le vendite.
Chi è il cliente tipo per Ulaola?
Sicuramente un amante dello stile, dell’unicità e del Made in Italy. Oggi essere alla moda vuol dire saper combinare coscientemente diversi elementi con eleganza, ma significa anche lasciare al dettaglio l’esaltazione dello stile personale.
Grazie a Pietro e in bocca al lupo a @ulaola_it
Official site
© RIPRODUZIONE RISERVATA