Sta diventando finalmente una necessità nazionale quella di vedere valorizzata la nostra ricerca italiana, pubblica e privata, sui mercati internazionali.
Fino ad alcuni anni fa, mentre il mondo intorno a noi dava prova di eccellenza tecnologica quasi sempre trasformata in prodotto innovativo , dall’Italia si sentivano echeggiare notizie sulla nostra eccellenza scientifica, creatività e capacità di visione che però rimanevano troppo spesso blindate all’interno dei luoghi del pensiero puro e incontaminato, ovvero dei nostri ammirevoli centri di ricerca apprezzati in tutto il mondo, senza però poter avere accesso al mondo reale della produzione industriale e del mercato dell’innovazione, se non in rarissimi casi.
Adesso le cose stanno cambiando e finalmente si possono osservare un nuovo fermento e una grande energia da parte di tutti gli operatori scientifici, ormai maturi e pronti a far parte del gioco della valorizzazione delle idee.
Si parla più di frequente di “open innovation”, di valorizzazione della proprietà intellettuale, di ricerca in cooperazione e in partenariati internazionali, di sviluppo professionale continuo, di contratti di ricerca, licenze, brokerage, spin off ecc., ovvero tutto ciò che concorre a concretizzare finalmente il tanto atteso processo di Trasferimento Tecnologico, ovvero quel processo grazie al quale “la tecnologia e/o la conoscenza tecnologica si spostano dal suo detentore (persona o organizzazione che detiene la conoscenza) a un ricettore (tipicamente le imprese), attraverso uno o più Canali di trasferimento” (Cowan 2001).
É dunque ormai chiaro lo stretto legame esistente tra innovazione tecnologica e sviluppo economico, tra eccellenza scientifica e crescita delle imprese sui mercati sempre più competitivi.
Questa presa di coscienza è soprattutto utile per le PMI, non sempre capaci di investire ingenti somme in ricerca, le quali quindi entrando in questa cultura dell’Innovazione potrebbero usufruire delle eccellenze tecnologiche custodite nei nostri centri di ricerca, ritrovando così quell’avanguardia tecnica e scientifica che ci è sempre appartenuta e in tempi non così lontani.
In tale direzione ci viene utile menzionare il primo Think Tank sul Trasferimento Tecnologico che si terrà in Italia il prossimo 7 maggio a Bergamo presso il Kilometro Rosso e da cui ci aspettiamo molto in termini di apprendimento dello stato attuale del TT in Italia e di rafforzamento delle relazioni tra ricerca e imprese.
L’evento è stato voluto e organizzato da uno dei principali operatori europei di proprietà intellettuale, Jacobacci & Partners Spa, che vede in maniera chiara e trasversale le potenzialità del Trasferimento Tecnologico come veicolo di accelerazione dell’economia del nostro Paese.
Tutti i dettagli sono riportati al link http://techtransferthinktank.jacobacci.com/
Da questo primo appuntamento, il cui taglio è internazionale, ci aspettiamo anche di poter sapere di più dei modelli di TT europei e americani con cui confrontarci per una rapida crescita e di stimolare conclusioni utili da portare all’attenzione delle istituzioni responsabili della creazione di un nuovo sistema Ricerca – Impresa.
Infatti, certamente sono molteplici gli ostacoli ancora da superare, in termini di insufficiente conoscenza degli strumenti e di una cultura non abbastanza estesa e preparata a cogliere le opportunità di valorizzazione tecnologica seguendo il modello dell’open innovation, ma gli stimoli a superare le barriere stanno arrivando da dentro e fuori Italia e credo che non saremmo troppo ottimisti nell’affermare che siamo di fronte al passaggio dall’epoca della cultura dell’innovazione difensiva e protezionista a una nuova epoca di apertura ai nuovi modelli industriali più partecipativi e aperti alla condivisione del proprio successo economico, purché questi siano correttamente regolamentati e gestiti con professionalità.
Dunque grande spazio all’offerta di eccellenza, competenza e conoscenza consolidata per il futuro innovativo del nostro Paese e grande attesa per un nuovo impulso nazionale ormai indispensabile per il raggiungimento di nuovi e più solidi equilibri socio-economici tra l’Italia e il resto dei Paesi europei.
Emilia Garito è CEO di Quantum Leap www.quantumleap-ip.com
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