Tra le migliaia (oltre 100.000) tifosi della Juventus che hanno già scaricato Juventus Live, l’app ufficiale della Juventus, a qualcuno sarà venuto in mente di andare a “visitare il sito web dello sviluppatore” scoprendo che si tratta di una certa TOK.tv.
La stessa tecnologia utilizzata per le 13 app verticali sviluppate per seguire i Mondiali di calcio 2014 (TOK Italia, TOK Mexico, TOK Australia, ecc ecc) che in questi giorni vengano scaricate da migliaia di tifosi in tutto il mondo per condividere con amici lontani l’esperienza della partita in TV.
TOK.tv è una startup fondata in Silicon Valley da team italiano, guidato da Fabrizio Capobianco (noto imprenditore – startupparo già fondatore di Funambol, impresa di grande successo) che con TOK.tv si lancia in una nuova impresa innovativa e digitale.
Ne abbiamo di recente già parlato in occasione dell’investimento ricevuto da parte di una cordata di investitori, tra cui anche angel di Italian Angels for Growth, pari a circa 600 mila euro.
Oggi abbiamo occasione di riparlarne grazie a una chiaccherata con uno dei founder, Leandro Agrò, aka Leeander, designer e tecnologo molto conosciuto e stimato negli ambienti high-tech in Italia e all’estero. Espertissimo in UX e IoT, fondatore e producer anche di Frontiers of Interaction, attualmente Digital Product Director di Design Group Italia, nonché VP Product di TOK.tv.
Non solo founder di TOK.tv, quindi, ma soprattutto la mente di riferimento nel team per lo sviluppo del prodotto, del suo design, in buona sostanza la persona deputata a trasformare l’idea e la vision in un prodotto digitale di appeal, usabile, monetizzabile. Abbiamo parlato con Leandro per capire un po’ meglio le riflessioni dietro un’applicazione innovativa in un mercato (quello del second screen) che sta nascendo.
Leandro, com’è nata TOK.tv?
“Io sono stato coinvolto da Fabrizio Capobianco , che aveva in mente di realizzare in Silicon Valley un’azienda che fosse fortissimamente “consumer”, quindi un’esperienza completamente diversa dalla sua precedente Funambol. L’idea era quella di fare una startup che fosse vicina al mondo dello sport, essendo anche Fabrizio un appassionato di sport come il baseball e il football americano. Poi però c’è stata l’opportunità dei mondiali, noi siamo italiani, è andata a finire che abbiamo fatto 13 applicazioni per seguire le nazionali di calcio, in italiano, inglese e spagnolo”.
In TOK.tv hai un ruolo fondamentale, sei VP Product, il responsabile dello sviluppo prodotto, del suo design, della vision e delle strategie. Parlaci del concetto dietro TOK.tv…
“TOK.tv è un progetto ambizioso, perché cerca di influenzare le nostre abitudini di spettatori che dal divano guardano la TV. In sostanza è il re-design della più statica configurazione del mondo, quella divano-TV, attraverso l’inserimento di un nuovo oggetto, il second screen. Qui la sfida importante è stata quella di non creare conflitto e disturbo tra il primo e il secondo schermo (tv e tablet o smartphone, ndr), ma di rendere anzi sinergica l’interazione, facendo addirittura in modo che il second screen attraverso TOK.tv potesse rendere la fruizione più social. Nel design delle app abbiamo puntato molto sulle funzioni social, quindi sull’integrazione dell’app con piattaforme sociali, e sull’audio come strumento di engagment, includendo suoni da stadio, cori e dando la possibilità di chiaccherare con gli altri utenti in tempo reale.”
C’è stato un momento dopo il grande boom di internet in cui si pensava che la TV fosse più morta che viva, pensi che l’arrivo di applicazioni second screen come la vostra possa ridarle smalto?
“Certamente, e le cose da fare potrebbero essere tante, noi ne abbiamo immaginato e realizzato una, per ora, che è TOK.tv che vuole ridefinire l’esperienza dell’utente televisivo facendo diventare la TV nuovamente un oggetto e un’esperienza sociale.
Questo è stato un punto di partenza per noi, il nostro claim è “We are TOK.tv and we make TV social (again).
Un tempo la TV era un oggetto che aggregava le persone, che si riunivano per guardare partite e programmi. Poi la TV è entrata non solo in ogni casa ma in ogni stanza, rendendo la sua fruizione un’esperienza sempre più personale e isolata. TOK.tv permette di restituire all’esperienza televisiva socialità, ovviamente con nuove modalità legate alle tecnologie digitali, mobile, a internet”.
L’applicazione di TOK.tv è gratuita per gli utenti, qual è il modello di business?
“Questa è stata forse la sfida più importante che ha guidato il design dell’applicazione e la configurazione della tecnologia, perché il business è certamente nell’advertising. Oggi la TV analogica rappresenta ancora il canale privilegiato per la maggior parte della spesa pubblicitaria, ma la TV non è capace di raccogliere e fornire dati su chi sta guardano la trasmissione in quel momento, se è interessato o meno alla promozione e, nel caso lo fosse, non gli si può dare un’azione immediata da fare che si traduca in “conversion”. Sulla pubblicità televisiva non si può cliccare. Perciò grandi cifre stanno cominciando a spostarsi verso le opportunità offerte da “smart TV” e “second screen” dove invece i dati possono essere raccolti e quindi l’advertising è basato sull’analisi di dati e può essere molto efficace. Noi abbiamo immaginato un advertising sincronizzato, cioè trasformiamo la pubblicità TV in una comunicazione personale ed actionable. Se durante la partita che si sta seguendo in TV abbiamo l’app TOK.tv aperta e parte in TV il break pubblicitario, questo parte sincronicamente ma in modo non invasivo anche sull’app, con la differenza che sul second screen l’adv può essere cliccato e l’utente può interagire con esso, senza peraltro che l’app stessa (e la virtual room in cui si chiacchera con gli amici) venga chiusa.
Stiamo contribuendo a modificare non solo il modo in cui le persone guardano la TV ma anche quello in cui consumano l’advertising”.
Avete realizzato 13 app per i Mondiali, cosa arriva dopo?
“Innazitutto ci sono i campionati!! Scherzi a parte stiamo lavorando molto su diversi fronti, anche per migliorare ulteriormente la tecnologia sopratutto in relazione alla interazione tra dispositivi con sistemi operativi diversi, non è facile far parlare un iOS con un Android. Ma a parte questo abbiamo grandi novità in arrivo alcune le annunceremo più o meno ad agosto, ma ora non posso dire di più!”
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