Il 2019 sarà l’anno dell’Intelligenza Artificiale. Le previsioni di Forrester sull’anno che sta per arrivare dedicano ampio spazio all’AI. Se il 2018 è stato un anno di transizione, in cui le aziende hanno iniziato a confrontarsi con i dati e la loro gestione, prendendo dimestichezza con gli intelligent tool, il nuovo anno permetterà loro di comprendere l’impatto positivo dell’AI sui propri processi e di impostare realmente una strategia data-driven. Il sistema, insomma, è pronto per gettare le fondamenta e trasformare in realtà le promesse dall’AI. Le potenzialità, sulla carta, sono estremamente allettanti: secondo il recente report Notes from the AI frontier-Modeling the impact of AI on the world economy di McKinsey Global Institute, il 70% delle aziende nel mondo adotterà almeno una tecnologia di Artificial Intelligence, con un impatto di 13mila miliardi di dollari sull’economia globale e una ricaduta annuale sul PIL del +1,2% da qui al 2030. Un nuovo Eldorado verso cui stanno dirottando i propri investimenti anche i fondi di Venture Capital, che nel 2017, secondo KPMG, hanno investito in Intelligenza Artificiale a livello globale 12 miliardi di dollari, il doppio rispetto a un anno prima. L’ultima mossa è quella di Qualcomm Ventures, che ha stanziato 100 milioni di dollari per un fondo ad hoc per tecnologie AI on device. I dati sono il carburante dell’Intelligenza Artificiale, che per essere realmente strategica non può essere confinata a un singolo dipartimento: la sfida a cui le aziende dovranno rispondere dal 2019 in poi è quella di configurare l’intera organizzazione a supporto dell’AI, convertendosi a una “cultura dei dati” a ogni livello. Più saranno veloci nel farlo, più saranno premiate dal mercato. I dati rappresentano lo strumento più potente nelle mani delle aziende per guidare le strategie del futuro. Un futuro che, secondo il panorama emerso negli ultimi anni, punterà sempre di più sulla personalizzazione del business e su strategie di comunicazione e marketing mirate non più a dei cluster indefiniti, ma a singole persone a cui proporre una customer experience mirata. Sono proprio gli strumenti che i brand utilizzano per comunicare a rappresentare la chiave per conoscere meglio i propri utenti. Siti web, app, e-commerce, blog e newsletter accompagnano i clienti nel proprio customer journey, registrando informazioni fondamentali sui loro interessi e abitudini. Una miniera di dati importanti che le aziende, se sapessero come estrarre, potrebbero utilizzare in modo strategico. È questa l’intuizione che ha guidato la scaleup italiana THRON (che è stata una delle scaleup di ScaleIT nel 2016 ) a diventare un player nella Content Intelligence, cioè l’Intelligenza Artificiale applicata ai contenuti digitali. Grazie al DAM Intelligente, un software di Digital Asset Management, algoritmi di machine learning auto-apprendono e mappano l’interesse degli utenti in base agli argomenti di cui fruiscono, identificando quindi il miglior contenuto da proporre a ciascun visitatore attraverso l’analisi e il monitoraggio dei dati raccolti, come il percorso di navigazione, il numero di visualizzazioni e il comportamento di utenti affini. In questo modo, si massimizza il valore dei contenuti che convertono di più e creano maggiore engagement con la propria clientela grazie a una definizione del target sofisticata. Sfruttando l’AI del DAM Intelligente per classificare i contenuti automaticamente e creare pagine dinamiche, le aziende possono ottenere risultati positivi tangibili sia in termini di costi infrastrutturali, sia di tempo nella gestione degli asset digitali. A testarli è stato per esempio il network RTL 102.5, prima radio in Italia per numero di ascolti, che grazie alla tecnologia THRON è riuscito a creare l’offerta editoriale perfetta per ciascun utente e a personalizzare il palinsesto e i contenuti offerti, in modo da garantire all’audience più aderenza con i propri interessi. Centralizzando su un’unica piattaforma circa 60 mila contenuti digitali, l’azienda ha registrato una riduzione del 60% dei tempi di gestione dei contenuti, un aumento del 130% del valore commerciale della propria audience e un miglioramento del 620% dell’online retention del brand. “L’AI è uno strumento fondamentale per rispondere alle esigenze di efficienza e ottimizzazione dei costi delle aziende. Implementarla nei processi di gestione dei contenuti consente sia di aumentare l’operatività e la produttività del team, che grazie all’automatizzazione di attività ripetitive come la classificazione potrà dedicarsi ad attività di maggiore valore, sia di abbattere i costi legati all’infrastruttura di distribuzione dei contenuti, che saranno distribuiti centralmente su tutti i canali – spiega Nicola Meneghello, fondatore e Ceo di THRON – Più il customer journey diventa omnicanale e dinamico, più le aziende hanno bisogno di una tecnologia che consenta loro di stare al passo con una clientela sempre più stimolata. L’AI, in questo senso, è un vero e proprio abilitatore e la Content Intelligence permette di guidare il cliente attraverso i contenuti in tutte le fasi dell’acquisto, dalla ricerca di informazioni attraverso articoli e immagini fino alla visione di un tutorial su come utilizzare il prodotto”. Più che correlare i prodotti tra loro, la Content Intelligence permette di correlare l’intera customer experience al singolo profilo e ai reali interessi al centro dell’interazione digitale attraverso i contenuti diffusi da tutti touchpoint, organizzati in modo coerente con l’immagine dell’azienda e le cui performance sono misurabili. Per arrivare a un traguardo di questo tipo, è necessario mettere i dati al centro dell’intera strategia aziendale.
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