Il 2013 è appena iniziato, è il 22 gennaio. Il luogo è Berlino, il cuore pulsante dell’innovazione europea. La giornata è sul finire quando arriviamo nella fantastica venue di uno degli eventi più attesi dagli startupper che “fanno sul serio”.
Postbahnhof ci appare splendida illuminata di blu, in mezzo alla neve, con un sontuoso lampadario che si intravede dalla grande vetrata centrale.
E dentro non delude: grande, bella e perfetta per un evento come questo.
La gente è tanta, i progetti esposti sono molto interessanti, e l’ambiente è tanto internazionale e di alto livello in termini di innovazione, quanto informale e pronto al divertimento spensierato. C’è tutto quello che serve a far presagire un evento memorabile. The Europas.
L’organizzazione sul sito dichiara con fermezza “A fun and fantastic awards ceremony will be followed by an after party in one of Berlin’s hottest venues”. Non vediamo l’ora.
Dopo un po’ di giri e chiacchiere con gente di molti Paesi che sta facendo belle cose, molto diverse e allo stesso tempo accomunate da un genuino spirito di avventura, siamo pronti alla cerimonia. Ci chiamano per spostarci al piano di sopra.
La sala è enorme e ben allestita, molte luci, molti schermi. Si inizia. Le oltre 20 categorie di startup vengono nominate una alla volta, con i finalisti in gara per ciascuna. E il vincitore viene annunciato e sale sul palco a prendere il premio tra gli applausi e i flash dei fotografi.
Ancora, e ancora. L’atmosfera è da Notte degli Oscar. Ma, forse, non è il massimo per un evento di giovani innovatori.
Fatto sta che dopo 40 minuti di iterazioni praticamente uguali a sé stesse, siamo terribilmente annoiati. Ci alziamo per fare un giro nella sala di sotto e magari mangiare qualcosa, ma la troviamo semi-deserta e con i banchi di catering fermi per ordine dell’organizzazione. Non ci resta che aspettare che la cerimonia finisca.
Evidentemente non siamo gli unici che si aspettavano più coinvolgimento e fantasia però, perché a fine cerimonia la gente scarseggia. Molti sono andati via. L’after party è, ci dispiace dirlo, un fallimento. Meno di metà della gente che avevamo trovato arrivando, nessuno balla. La disc-jockey è abbandonata a sé stessa. Fa un po’ festa delle scuole medie a dire il vero.
L’Europa sa fare startup, questo è certo. Bei progetti, gente che fa sul serio e si muove. Un ecosistema che sta crescendo davvero in fretta. Ma per la prossima festa faranno meglio a chiamare noi italiani!
(Stelio Verzera, guest blogger di questo post, è founder di The Cocoon Project e esperto in diverse aree dell’innovazione e del digitale, @shivertweet)
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