Non c’è tecnologia, non ci sono strumenti, che fanno la scuola del futuro ma solo la volontà di rendere ciò che c’è di più importante nella società qualcosa capace di essere più efficace, più allineato con i tempi e più capace di formare le nuove generazioni. Solo così facendo anche l’impiego delle tecnologie digitali può diventare efficace e dare veramente una spinta verso il futuro alla scuola. Il tema è sentitissimo, lo è da parte degli studenti e degli insegnanti ma anche da chi produce dispositivi digitali, chi installa reti di comunicazione, chi realizza i libri in formato digitale.
Il tema è stato sviscerato nel corso della edizione 2013 di Tablet School organizzato dal Centro Studi Impara Digitale che si è svolta a Bergamo grazie al lavoro di tantissimi volontari e alla partecipazione di organizzazioni e imprese che hanno portato il loro supporto.
Pregio del formato scelto dagli organizzatori è il forte coinvolgimento degli studenti e degli insegnanti che giocando sul contrasto tra ‘pro’ e ‘contro’ hanno messo in luce mettendo in scena una sorta di ‘processo’ le criticità e i vantaggi dell’impiego delle tecnologie digitali. Pro e contro che non erano una scelta tra l’adozione del digitale o meno, ma tra l’adozione intelligente del digitale e quella poco efficace. Tra l’adozione consapevole e sostenuta da adeguata formazione e quella occasionale. Tra la necessità di avere strumenti adeguati che funzionano e che sono effettivamente un supporto e quella di avere strumenti che funzionano male, libri di testo digitali non accessibili – e qui purtroppo una tirata d’orecchie decisa e diretta gli studenti e gli insegnanti l’hanno fatta agli editori dei libri di testo digitali i quali per primi devono agire per sostenere lo sviluppo di questi strumenti e quindi impegnarsi maggiormente per fare prodotti di alta qualità e non diventare quindi un ‘contro’ nel processo di adozione delle nuove tecnologie e agendo come uno dei principali ‘pro’.
Tablet School è un evento di grande pregio ma è soprattutto in messaggio che guarda al futuro e che ha capito che la prima cosa da fare è coinvolgere coloro che il futuro lo sono, gli studenti i quali non possono aspettare che la scuola si rinnovi con tempi biblici perché poi quando il loro programma di studi termina si troveranno a lavorare in un mondo dove il digitale è ovunque, è strumento pervasivo qualsiasi sia l’attività, non sapere usare gli strumenti digitale è grave quanto non conoscere l’inglese.
Il tema è quindi quello di fare sì che l’introduzione di strumenti digitali nella scuola avvenga in modo efficace, che sia capace di affiancare e non sostituire gli strumenti tradizionali, che sia capace di portare nuove opportunità, nuovo approccio sia nell’apprendimento sia nella relazione tra docenti e studenti. L’introduzione del digitale nella scuola è quindi responsabilità di tutti, di studenti, insegnanti, degli organi di governo della scuola, ma anche di chi costruisce dispositivi e di chi pubblica libri elettronici e va fatto tenendo presente che le nuove tecnologie non sono innovative perché in grado di fare le cose in modo nuovo ma lo sono perché aprono nuovi modelli di organizzazione, di approccio, di pensiero, di opportunità e di paradigmi che sono il vero cambiamento in atto.
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