Talkway, è una pmi innovativa di Pordenone e produce una sorta di walkie talkie 4.0 in grado di sostituire le radiotrasmittenti tradizionali. Sulla piattaforma CrowdFundMe ha raggiunto quasi 400mila euro di raccolta a fronte dei 150mila euro di cifra target. La società, che ha già firmato vari contratti con operatori telefonici e aziende di Stati esteri, conta di arrivare entro l’anno a un milione di euro di fatturato grazie alla sua tecnologia già adottata, tra gli altri, da Midland (accessori motociclistici), vigili urbani di tre grandi città italiane e Protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia. E Vodafone ha cominciato a distribuire il servizio con il suo brand. La startup italiana, guidata dagli AD Giuseppe Merlino e Lucio Cosmo, è l’azienda che ha ottenuto più fondi sulla piattaforma CrowdFundMe, uno dei portali in Italia di equity crowdfunding autorizzati. L’obiettivo iniziale di Talkway era raccogliere 150mila euro da impiegare in attività di ricerca e sviluppo. Ne ha ottenuti più del doppio: per la precisione 390.950 euro. “Tutta gente che ha creduto nel nostro business ed è convinta di ottenere buoni dividendi” dice Ermes Riet, presidente del Cda di Talkaway. Talkway è lo spin-off di Alea, una software house fondata nel 1995 a Polcenigo (Pordenone), i cui tecnici lavorando a un social network sono approdati a una nuova soluzione di comunicazione. “Nel 2010 – racconta Riet – abbiamo ideato Tilimi, un software per fare due chiacchiere con amici o incontrare gente nuova. Gratuito e scaricabile da app, nel giorno del lancio dell’iPhone 4.0 registrò un picco di utenza che lo fece collassare. Portava l’esperienza del mondo dei radioamatori sui computer e sull’iPhone. Poi però abbiamo abbandonato Tilimi”. Il motivo? Sembra curioso, invece è quasi scontato, trattandosi di un social network: “Gli utenti litigavano, si facevano causa, noi non volevamo avere niente a che fare con tutto questo e abbiamo deciso di chiudere. Poi a un poliziotto è venuta l’idea di dare in uso l’app alle forze dell’ordine”. COME FUNZIONA L’APP E CHI LA USA Con Push To Talk le aziende possono sostituire le radiotrasmittenti tradizionali. Oltre alla funzionalità Push To Talk, Talkway permette lo scambio istantaneo di contenuti, garantisce la geolocalizzazione e offre una piattaforma web per l’attività di supervisione e di monitoraggio da parte della centrale operativa. Gli utenti possono pianificare le attività sul territorio usando la geolocalizzazione e migliorare la sicurezza e la prevenzione nei luoghi di lavoro con la funzione “Uomo a Terra”, che rileva tramite smartphone se una persona è in posizione eretta o da tempo non lo è più (potrebbe essersi sentito male) e si attiva di conseguenza. Nel video ecco come Vodafone, che utilizza il prodotto, la promuove come soluzione per l’industria 4.0.
L’azienda ha siglato e sta siglando contratti importanti anche con forze dell’ordine, e aziende che riforniscono le forze dell’ordine, appartenenti a Stati esteri in Europa, Medio Oriente, Sudamerica e Africa. Ma, proprio perché si tratta di accordi “mission critical”, sui contratti vige la più totale riservatezza. Talkway è prodotto da Alea S.r.l., diventata pmi Innovativa a febbraio 2017. “La scelta – dice Riet – è dovuta al fatto che chi investe in pmi innovative ha il 30% di detrazione nella dichiarazione dei redditi. In più, diventando pmi innovativa, abbiamo potuto accedere all’equity crowdfunding, che per ora è una modalità di finanziamento usufruibile solo da questo tipo di società e dalle startup innovative. La Alea va verso l’estinzione e l’assorbimento in Talkway, pur mantenendo alcuni clienti storici. Nel 2016 – prosegue – il nostro fatturato era un minimo, quest’anno contiamo di arrivare al milione di euro. Intanto, con i nostri 10 tecnici e due commerciali, ci siamo spostati dalla provincia a Pordenone città, per essere più raggiungibili dai clienti”. A CHE COSA SERVIRANNO I FONDI RACCOLTI La società intende realizzare una versione MCPTT (Mission Critical Push To Talk). Che cosa significa? In sostanza è un’evoluzione del prodotto in modo da poterlo utilizzare in situazioni di forte criticità quali incendi, terremoti ma anche, per esempio, un evento che raccoglie centinaia di migliaia di persone, la cui sicurezza va monitorata e tutelata. “È una funzionalità – spiega Riet – che ci viene richiesta da alcuni Stati europei e che, tra le altre cose, permetterà alle forze dell’ordine di avere priorità di comunicazione su tutti gli altri. Per esempio, in uno stadio con 100mila persone, le celle telefoniche possono collassare, ma le forze dell’ordine e i servizi di sicurezza devono poter comunicare tra loro in emergenza anche se le celle sono sature. Vari Stati ci chiedevano un sostitutivo dell’infrastruttura Tetra, sulla quale ad oggi operano le normali ricetrasmittenti ma che è destinata a diventare obsoleta”. (originariamente pubblicato su EconomyUp)© RIPRODUZIONE RISERVATA