Il campione di 246 business angel censito dalla Survey Iban 2013 (l’unico report che viene realizzato in Italia sulle attività di angel investment), parla di 324 operazioni per un totale di circa 32 milioni di euro di investimenti. Il 68% degli investimenti è stato inferiore ai 100K; guidano i settori ICT, media&entertainment e medtech.
Ancora pochi, ma c’è fermento e si pensa a un Osservatorio Permanente per monitorare il mercato.
Campione censito
Ogni anno IBAN promuove una survey per analizzare il mercato italiano dell’informal venture capital, sia dal punto di vista degli investimenti effettuati sia da quello delle caratteristiche dei Business Angel, pubblicando un’indagine che da oltre dieci anni rappresenta l’unica vera fotografia aggiornata sul comparto dell’angel investing nel nostro Paese.
Per il 2013, il campione è stato di 246 Business Angel, per un totale di 324 operazioni censite, costituito da una parte rilevante di risposte aggregate (proveniente dai BAN e dai Club di Angels), mostrando il costante sviluppo degli investimenti in sindacati di Angels (cordate). Dalla ricerca emerge che il tipico Business Angel italiano è un uomo di 40-50 anni, laureato, affiliato a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia; solitamente si tratta di un imprenditore con un passato da manager e un patrimonio inferiore ai 2.000.000 di euro, di cui meno del 10% dedicato ad angel investment.
Investimenti
Il mercato italiano dell’informal venture capital è in continua crescita e nel 2013 ha fatto registrare operazioni per un totale di € 31.857.000: nel 2013 sono stati censiti 324 investimenti, di cui l’84% è stato finalizzato all’acquisto di equity, l’11% al finanziamento soci e il 5% come garanzia bancaria.
Il 68% degli investimenti è stato di importo inferiore ai 100.000 euro. Il 46% dei Business Angel ha effettuato investimenti da solo, mentre il 31% ha coinvestito con 8 o più Business Angel (dato in linea con gli anni precedenti); il 74% degli investitori possiede meno del 15% del capitale sociale dell’impresa finanziata; il 35% degli investimenti ha avuto come target un’impresa con fatturato nullo e nella maggior parte dei casi si tratta di imprese con sede nel Nord Italia.
I principali criteri presi in considerazione al momento della valutazione del progetto imprenditoriale sono la crescita potenziale del mercato di riferimento, le qualità del team di manager e le caratteristiche del prodotto/servizio.
Il settore che ha beneficiato maggiormente dei finanziamenti dei Business Angel italiani è stato l’ICT, seguito dal media&entertainment e dal medtech.
Distribuzione degli investimenti con riferimento ai diversi settori finanziati (come numero di investimenti e non capitale apportato)
Disinvestimenti
Solo il 10% del campione ha dichiarato di aver portato a termine almeno un disinvestimento nel 2013, per un totale di 19. I settori col maggior numero di disinvestimenti sono stati l’ICT e il cleantech. La metà dei disinvestimenti ha comportato una perdita o un recupero del solo capitale investito, mentre il 14% ha ottenuto una redditività superiore al 50%.
Nel corso della XV Convention Iban asseganto anche il premio Nazionale Business Angel of the Year, di cui puoi leggere qui.
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