Sono stati divulgati i primi dati della Survey Iban 2011, che riporta un quadro non esaustivo, ma indicativo dell’angel investing italiano.
L’indagine è stata svolta attraverso un questionario online, al quale hanno partecipato quest’anno 225 business angel, suddivisi in soci diretti e indiretti appartenenti a Club e BAN associati e terze parti individuate dall’associazione IBAN e da Banca d’Italia.
Ecco lo specchietto dei i dati riassuntivi
Emerge che
– il valore degli ammontari investiti, € 34.847.000, segna un + 4,5% rispetto al 2010 (31.460.000 euro)
– 151 sono le società che hanno ricevuto investimenti, 281 sono le operazioni individuali dichiarate, la differenza tra questi due numeri dipende dal fatto che molti investimenti sono fatti da più angel sulla stessa società
– delle 151 società target, 48% sono investimenti startup, 25% seed, 23% sviluppo iniziale, 4% altro (turn-around, espansione, ristrutturazione)
– settori in cui si è investito di più (numero investimenti): 23% Ict, 22% med e bio tech, 19% energia e ambiente; internet rappresenta solo il 4%; 12% entertainment, manifatturiero industriale 8%, servizi alle imprese 5%, commercio e distribuzione 3%; finanziario e assicurativo- agroalimentare 2%
– Settori in cui si è investito di più (per valore importi): manifatturiero industriale 27%, energia e ambiente 21%, Ict 14%, med e bio tech 14%, commercio e distribuzione 9%, entertainment-finanziario assicurativo-servizi alle imprese 4%, internet 3%, agroalimentare 1%.
– su 1.232 progetti esaminati seriamente, solo il 23% sono stati oggetto di investimento da parte dei dichiaranti. I motivi fondamentali per i mancati investimenti sono risultati essere: scarso potenziale di crescita della startup, mancanza di fiducia nell’imprenditore e nel team. Parallelamente, la qualità e la fiducia nel team rappresenta il fattore decisivo per l’investimento.
– exit dichiarate 14, la strategia d’uscita di cui maggiormente si sono avvalsi i business angels è stata la vendita al team imprenditoriale con il 36%. Le altre strategie d’uscita rilevanti sono state la vendita ad altri investitori (29%) e la vendita ad altra società/fusione (29%).
– la Survey 2011 conferma il rafforzamento delle operazioni in “cordate” di investitori, che permette agli angels, da un lato, di raccogliere importi più elevati per gli investimenti in start up più strutturate, dall’altro, di diversificare il rischio e i settori d’investimento.
– profilo tipo del business angel italiano emergente nell’indagine Iban: uomo, 50 anni, laureato, settentrionale, investitore seriale, imprenditore, con patrimonio tra i 500 e i 2 milioni di euro e circa 10 investimenti effettuati negli ultimi anni.
(fonte Survey Iban)
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