Avete mai visto Steve Jobs che raccoglie carote? Lo vedrete nelle prime immagini di questo video, poco credibile a dire il vero nella sua camicetta bianca immacolata e chino sulla terra come se fosse davvero interessato, ma sappiamo che il grande Steve non è certo con la zappa che ha creato una delle più importanti aziende al mondo, se non metaforicamente. Però, qualcosa in comune con l’agricoltore ce l’ha: entrambi piantano semi e si prendono cura delle proprie creature con entusiasmo, pazienza e dedizione totale. In questo video che risale al 1985, in realtà vediamo un giovane Steve Jobs in uno dei momenti più difficili della sua vita, quando dopo una dura lotta con il management Apple decide di abbandonare la società, la sua creatura. Dopo alcuni mesi, decide di fondarne un’altra con i suoi soldi, che chiamerà NEXT, la cui mission è dedicarsi allo sviluppo di soluzioni tecnologiche hardware e software che potessero trasformare il processo di apprendimento nelle scuole superiori. In pratica, tutto quello che noi oggi chiamiamo e-learning, edutech ecc, lo aveva già intuito. (lo spiega lui direttamente nel video). Nelle sequenze del film-documentario, vediamo quindi Jobs alle prese con lo startup di NEXT, lo vediamo impegnato in attività di confronto e brainstorming per la scelta del logo per NEXT; in “ritiro” con il suo team (11 persone che lo seguirono lasciando Apple) a Pebble Beach. Steve Jobs ha solo 31 anni ai tempi di questo video, ma la sua mente visionaria, il suo approccio alla definizione di un prodotto, il suo stile manageriale sono già molto definiti. E’ un documento imperdibile (durata 20 minuti), in cui si vede Jobs in azione, reale, entusiasta o frustrato, mentre costruisce la sua nuova azienda e la sua cultura aziendale, in cui stimola il team senza lesinare critiche e perdere di vista la realtà. In cui dice al suo team “prima di tutto dobbiamo sapere cosa vogliamo essere, costruire la nostra cultura aziendale, un’azienda si costruisce prima di tutto con il cuore”, ma anche “dobbiamo fare acrobazie per andare sul mercato in 18 mesi”, quando ancora non sapevano nemmeno che “prodotto” avrebbero dovuto sviluppare. Con NEXT non è andato tutto bene.
© RIPRODUZIONE RISERVATA