Il Governo Letta ha recentemente lanciato il piano programmatico Destinazione Italia volto a attrarre investimenti stranieri e promuovere la competitività delle imprese italiane. Un programma che considera gli interessi del mondo dell’impresa nel suo complesso, ma che mostra un occhio di riguardo anche alle esigenze specifiche delle startup con diverse misure, per esempio la M21 (attrarre vc esteri con la creazione di un Fondo dei Fondi); M44 (rivedere la logica dei visti con una soluzione fast track per categorie specifiche come Startup Visa); M30 (favorire gli spin-off accademici).
Sul sito di Destinazione Italia è possibile prendere visione di questo programma e partecipare alla sua evoluzione e implementazione, commentando, proponendo, condividendo. Il sito è strutturato abbastanza bene per permettere a tutti, a titolo personale o a nome della propria organizzazione, di esprimere un’opinione o un’indicazione più precisa: si può commentare il documento dei 50 punti programmatici, assegnare priorità, proporre una nuova misura. Insomma, il motto potrebbe essere #nientescuse, sopratutto per il mondo dell’innovazione e delle startup che ha spesso un pò la presunzione di sentirsi “un passo avanti agli altri”. Sarà interessante verificare quanta effettiva partecipazione incontrerà la consultazione online lanciata da Destinazione Italia.
Nei giorni scorsi a Smau Milano, a margine del Convegno organizzato da Italia Startup, Startupbusiness ha chiesto a Stefano Firpo, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico, di raccontarci brevemente che cos’è Destinazione Italia.
Il messaggio che emerge dalle dichiarazioni di Firpo è chiaro: Destinazione Italia vuole rilanciare il ruolo e l’immagine del Paese a livello internazionale investendo sulla qualità del suo tessuto imprenditoriale attraverso una serie di misure concrete e attuabili in tempi rapidi.
Anche perchè esiste una scadenza precisa, che è l’ EXPO 2015, in cui il mondo arriverà fisicamente in Italia, un’occasione imperdibile per mostrare (oltre al “bel vivere” italiano) che in questo Paese si può fare impresa e investimenti.
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