L’esperienza individuale di chi vuole fare impresa non è sinonimo di esperienza solitaria
Annalisa Balloi, laurea in Agraria al Politecnico di Milano, è una dei fondatori e AD di Micro4you, startup che ha sviluppato una tecnologia innovativa che utilizza colonie di microbi per contrastare problematiche in ambito ambientale e agroalimentare. Micro4You ha vinto quest’anno il Premio Gaetano Marzotto di 250 mila euro.
Con Micro4you, la mia avventura da startupper è stata fino ad ora ricca di emozioni: l’alternanza di periodi di sconforto ad altri di grandi slanci credo che sia normale quando si decide di abbandonare una rotta già tracciata (nel mio caso la carriera accademica) per navigare in mare aperto, seguendo la stella polare della propria “vision”.
Dire che questo sia un momento storico particolarmente difficile per avviare una qualsiasi attività imprenditoriale e che abbandonare il certo per l’incerto sia un passo azzardato, è un leitmotiv che, seppure vero, è un po’retorico. Infatti se confrontiamo la situazione attuale con quella di qualche anno fa è evidente come stiano nascendo delle spinte verso il cambiamento.
Sono sempre di più le iniziative in cui startup, grosse imprese, investitori, incubatori, Università, e parchi scientifici cercano (e spesso trovano) il modo di collaborare per lavorare insieme alla concretizzazione di un’idea di business.
Struttura architettonica di questo “ecosistema” dove i vari attori si incontrano sono per esempio iniziative come Startupbusiness, Percorsi dell’innovazione e diversi progetti editoriali come “Innov’azione” e “Wired Italia” che fanno da cassa di risonanza alla voce di quelle start-up che desiderano aumentare la visibilità ed entrare in contatto con il mondo industriale italiano.
Tali iniziative non solo affrontano di petto quelli che sono i due maggiori problemi di chi comincia a fare impresa, che sono la ricerca di finanziamenti e la realizzazione di un network, ma, cosa ancora più importante, lanciano un massaggio forte: l’esperienza individuale di chi vuole fare impresa non è sinonimo di esperienza solitaria.
Questo l’ho vissuto in prima persona quando nel 2010, nel contesto Percorsi dell’innovazione, l’area dedicata alle startup innovative che si sviluppa in seno a Smau, ho presentato per la prima volta al pubblico il prodotto Micro4Art (bioformulato per il restauro di opere d’arte e monumenti). Grazie a quest’evento Micro4Art ha avuto grande visibilità non solo presso gli addetti ai lavori: la grande forza comunicativa del network ha fatto si che la notizia del nuovo prodotto arrivasse alle orecchie giuste, a chi poi, valutando direttamente l’idea imprenditoriale nel suo insieme, ha creduto concretamente nel progetto contribuendo anche alle necessità finanziarie per il suo sviluppo.
Pertanto raccontando la mia esperienza il messaggio che vorrei trasmettere è che da soli non si va da nessuna parte, i risultati si ottengono solo se si è inseriti in una struttura di supporto e in un network che funzionano.
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