La formula dello Startup Weekend funziona ancora. Benché ormai questo tipo di eventi si tengano sempre più spesso in moltissime città italiane e del mondo, l’idea di poter dare corpo a progetti che si hanno in mente nello spazio di poco più di 50 ore continua a stimolare nuove persone che desiderano confrontarsi e aspirano a diventare imprenditori. Ciò che accade è che questi fine settimana diventano un po’ meno ‘popolari’ e maggiormente capaci di attirare valide idee e persone con le giuste competenze. Ciò è accaduto nel corso del fine settimana appena trascorso a Pescara (e anche a Trento dove si svolgeva in contemporanea un altro Startup Weekend) dove circa 70 partecipanti si sono raccolti attorno a dieci idee di progetto creando l’embrione di ciò che potenzialmente potrebbe divenire una nuova startup. La formula dello Startup Weekend non è quindi in crisi ma è importante che sia sempre più attenta alla qualità dei partecipanti e delle idee piuttosto che alla quantità, tornando così a quel momento in cui si facevano in Italia i primi Startup Weekend, che si rivelarono fucina di startup che oggi sono sul mercato e crescono, raccogliendo i favori di clienti e di investitori (vedi Qurami). Ci fu poi il momento in cui il picco di popolarità degli Startup Weekend portò anche ad avere eventi con più di 150 persone che avevano certamente il pregio di essere ricchi dal punto di vista del networking, ma un po’ meno da quello della capacità di disporre di idee buone e di realizzarne il nucleo nel tempo previsto. Oggi si sta tornando quindi a un clima che ricorda quello delle prime edizioni, ma con una maggiore consapevolezza da parte di chi partecipa, maggiore competenza, maggiore concentrazione e maggiore desiderio di costruire qualcosa di innovativo e capace di avere una vera struttura d’impresa. Ciò è importante soprattutto per quei territori dove il cosiddetto ecosistema delle startup è ancora lontano dall’essere consolidato e quindi è importante portare e coltivare la nuova cultura d’impresa, ed è importante in questo periodo che vede crescere esponenzialmente il numero di call, concorsi, premi, fiere, eventi per startup. Ormai c’è una call al giorno, le fanno tutti: fiere di settore, studi legali, aziende grandi e piccole, pubbliche amministrazioni locali di ogni sorta, associazioni di categoria oltre che, naturalmente, gli attori dell’ecosistema come incubatori, acceleratori, atenei. Tutto ciò è sintomo di crescita di consapevolezza e di attenzione verso il fenomeno della creazione d’impresa e questo è un bene, ora è però importante non trascurare la qualità e realizzare eventi che mettono al centro coloro che le imprese le vogliono fare ma senza scivolare nella tentazione di cedere all’eccessiva esposizione mediatica, all’essere troppo markettari o troppo spettacolarizzati con il rischio di fare apparire poco seri coloro che invece desiderano fare startup perché le startup sono imprese e come tali vanno considerate, sempre. Questo è quindi il clima giusto, quello che si è respirato anche a Pescara dove i lavori dei dieci team sono stati seguiti da un gruppo di coach e sono stati arricchiti da una serie di interventi che hanno portato attenzione sui vari aspetti che serve conoscere per sapere come si fa una startup: dalla metodologia lean, al migliore modo per fare il pitch. A Pescara è arrivato anche un personaggio che fa un po’ parte della storia dell’imprenditoria tecnologica italiana: Pierluigi Zappacosta, originario proprio dell’Abruzzo, che ha fondato negli Usa la società Logitech divenuta oggi un grande gruppo internazionale.
“Negli anni passati abbiamo perso una generazione di giovani, ora abbiamo bisogno di una generazione di imprenditori – ha affermato nel corso del suo intervento – voi oggi qui state vivendo la fase di startup delle vostre idee, quella fase nella quale l’idea va da zero a uno, come quando nasce un bambino, per questo molti imprenditori paragonano la propria impresa a un figlio. I tempi sono cambiati molto da quando ho fatto la mia esperienza di imprenditore, non mi sento di dare consigli, sicuramente prima servivano capitali significativi per fare impresa, oggi meno, con il digitale basta poco per partire. Non bisogna accanirsi, ma saper anche riconoscere la non validità di un’idea: le cose iniziano e finiscono, i fallimenti sono necessari per dare spazio a cose nuove”. Per la cronaca, le dieci idee che sono state presentate a Pescara sono: Dream Green Market piattaforma per incentivare la raccolta differenziata; Urbis piattaforma online per creazione di percorsi di viaggio originali attraverso la connessione di viaggiatori e persone del luogo e la condivisione di servizi ed esperienze; 4Dine piattaforma di social eating; Qjump sistema per velocizzare e smaltire le code in sagre e eventi con ristorazione; GoTo-gether app social per trovare luoghi e persone per fare sport insieme; For Me app e piattaforma di servizi per la cura e il benessere della persona a domicilio e sempre disponibile h24; Exspresso app per avere la colazione a domicilio quando vuoi e dove vuoi; Farmaround app per trovare i prodotti genuini nelle fattorie attorno a te; Pizza Way app per prenotazione online e consegna a domicilio di pizza; KnowShare piattaforma online che incrocia domanda e offerta di corsi di formazione. Al termine di questa seconda edizione dello Startup Weekend di Pescara che si è svolto nei locali dello spazio Aurum ed è stato organizzato da Digital Borgo la giuria composta da giornalisti, investitori, imprenditori ha selezionato i progetti vincitori: terzo Exspresso, secondo 4Dine e primo GoTo-gheter.
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