Startup, l’importanza della concretezza

Nel 2023 gli investimenti in startup in Italia si sono fermati a poco più di un miliardo di euro complessivi, pari a una flessione di poco meno del 40% rispetto all’anno precedente, una tendenza che si è manifestata non solo nel nostro Paese ma anche in altri ecosistemi ed è dovuto al rallentamento generale dei fondi venture capital indipendenti, fondi corporate venture capital e fondi governativi.

Nell’anno da poco cominciato la crisi fungerà da acceleratore per la rinascita e il rinnovamento delle startup in Italia, lasciando spazio a imprese più solide. Il calo degli investimenti può essere imputato a fattori macroeconomici complicati e correlati, come l’incertezza geopolitica, il rialzo dei tassi di interesse e l’inflazione galoppante, che hanno dato vita a un clima di insicurezza e prudenza.

Ciononostante, questi intoppi non rappresentano un declino del settore, ma invece una fase di rinnovamento indispensabile e proficua. E’ risaputo che in periodi di crisi il mercato tende a escludere le iniziative meno produttive o quelle che non arrecano un plusvalore rilevante. Nell’ambito delle nostre startup questo fenomeno sta agevolando la scomparsa di idee imprenditoriali  forse troppo avventate, mentre si affermano imprese più solide, consolidatesi nell’innovazione e nella scienza tecnologica, in grado di attivarle efficacemente nel mercato.

In effetti le startup che si focalizzano sul potenziamento di soluzioni tecnologiche per le aziende, come la pianificazione per la gestione integrata di dati, informazioni e processi aziendali, la riduzione dei costi e delle  inefficienze per aumentare  l’efficacia e l’efficienza dell’intero sistema aziendale; l’intelligenza artificiale e i dati non strutturati (big data), stanno ottenendo maggiori attenzioni da parte delle imprese tradizionali che iniziano a considerarle veri e propri partner.

D’altra parte la mancanza di manodopera ha creato le condizioni in cui le medie aziende saranno sempre più impegnate a cercare ipotesi alternative per mantenere i livelli di fatturato; e in questo contesto investire in tecnologia diventa una necessità. Le imprese emergenti in grado di offrire soluzioni tecnologiche all’avanguardia possono utilizzare questa possibilità per rafforzare la loro posizione sul mercato offrendo alle piccole e medie aziende gli espedienti per robotizzare i processi, incrementare l’efficienza e diminuire la dipendenza dalla tradizionale manodopera.

Mix di opportunità

Questo mix di novità, l’esclusione delle startup meno produttive, la focalizzazione verso soluzioni business-to-business,  ovvero lo spazio commerciale in cui le aziende scambiano prodotti, servizi o informazioni con altre aziende, e della necessità delle medie aziende di ricorrere a tecnologie all’avanguardia, sta generando un clima fertile per lo sviluppo ed il successo delle startup nel campo del rinnovamento.

Questo contesto offre  le condizioni ideali per la nascita di nuove realtà imprenditoriali e per la crescita di quelle esistenti che così possono emergere in un mercato più consapevole della rilevanza dell’innovazione tecnologica. In questo momento alcuni consulenti stanno guardando al mondo delle medie aziende, sicuramente più attive e in crescita. A loro volta queste aziende, che  necessitano di innovazione e di progetti per rimanere sul mercato in veloce evoluzione, possono beneficiare dell’ esperienza e competenza acquisita dai consulenti delle startup, facilitando così la crescita della domanda di prodotti all’avanguardia da parte delle PMI e contribuendo così a creare un contesto in cui le migliori startup innovative avranno le migliori occasioni di sviluppo.

Per fare tutto questo le startup hanno urgente bisogno di credito. A tale scopo la Commissione Europea ha accolto il nuovo programma di lavoro del Consiglio Europeo per l’innovazione che offre prestiti per un controvalore di 1 miliardo circa di euro nell’anno in corso. Buona parte dei fondi stanziati è destinata alle PMI ed alle startup per potenziare e sviluppare innovazioni basate su tecnologie deeptech in settori come spazio, biotecnologie, robotica, computer quantistici, semiconduttori e sviluppo di materiali avanzati che stanno avendo un’esplosione, tanto ampia quanto profonda, da risultare un’opportunità unica per le nostre imprese.

Capitali disponibili, un discreto  livello di ricerca e sviluppo, l’esigenza  di coinvolgere nei progetti le piccole imprese e le startup deeptech, le difficoltà di trovare persone qualificate e un’infrastruttura di politica industriale che solo il PNRR può ridestare, sono le sfide che si affacciano all’orizzonte. Intanto nascono nuove startup: sono per esempio  150 quelle nate a Milano da inizio 2024, più di una al giorno, arrotondando la platea regionale a quota 3.000. Numeri che vengono da un percorso  fatto di apertura, scambio e confronto che mette insieme competenze e conoscenze diverse e itinerari di innovazione che hanno ricadute sempre più palesi nel mondo dei servizi che ruota attorno alle imprese. Inoltre negli ultimi tempi, non sono poche le tecnologie venute a maturazione: le intelligenze artificiali sono decisamente tra queste. Per le imprese, si tratta in primis,  di impiegarle nella maniera più efficace. (Foto di Slidebean su Unsplash)

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