Startup innovative: cosa sono, come si fondano e quali sono i vantaggi fiscali

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La startup innovativa rappresenta in tutti i Paesi avanzati un elemento chiave per migliorare l’economia, motore della crescita e dell’innovazione, creano occupazione, e pertanto tutti i Governi competitivi cercano di agevolarne la costituzione. In un epoca come quella attuale, caratterizzata dalla trasformazione tecnologica che accelera in modo esponenziale, è solo grazie alle startup che tutto il sistema economico può velocizzare i tempi di risposta alle nuove sfide. Il nostro Paese ha fino a oggi provveduto a sostenere la nascita di startup attraverso una regolamentazione che ne semplifica la costituzione e che contempla delle agevolazioni di natura fiscale. Vediamo quindi tutto quello che bisogna sapere su questo tipo di imprese, la sua disciplina legislativa e quali sono i vantaggi che il nostro ordinamento offre a seguito dell’iscrizione come ‘start-up innovative’ nel Registro delle Imprese. Una delle prime domande che ci si potrebbe porre, nel momento in cui si affronta questo argomento, è proprio cos’è una startup innovativa e soprattutto come viene disciplinata dal nostro ordinamento. Per quanto riguarda la prima domanda occorre prendere in considerazione il D.L. Crescita 2.0 (179/2012) e le successive modifiche che permettono di conoscere sia la definizione di ‘start-up innovativa’ fatta propria dal legislatore, sia i requisiti indispensabili per costituirne una startup innovativa, secondo un’apposita procedura semplificata.

Che cosa si intende per start up innovativa

Viene definita start-up innovativa quell’impresa, (Srl, Srls, Spa, Sapa, costituita anche in forma cooperativa e non quotata su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione) che si contraddistingue per lo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico: questo significa sostanzialmente che la nuova impresa deve proporre prodotti o servizi che abbiano una forte matrice tecnologica e capaci di avere un impatto di cambiamento positivo nel settore in cui operano o intendono operare. Che cosa si intende per start up innovativaE’ evidente che in questa definizione sia fondamentale capire che cosa si intende per innovativi, cioè cosa sia l’innovazione, che non è semplicemente essere una nuova società: l’innovazione si sostanzia nell’introduzione nel mercato di un prodotto/servizio nuovo, o significativamente migliorato, capace di rispondere a un bisogno o di avere un impatto positivo ed essere riconosciuto come un progresso; l’innovazione può anche riguardare l’introduzione di nuovi processi, tecniche, organizzazione del lavoro, che abbattono i costi di produzione o aprono nuovi mercati. Si pensi semplicemente alla cosiddetta Industria 4.0: in essa si sta riversando e trova applicazione un enorme quantità di innovazione, poiché riguarda prodotti (ad es: nuovi macchinari, robotica, software); servizi (cloud computing, sistemi gestionali); processi e organizzazione del lavoro che dovranno essere ripensati in relazione a un nuovo modello produttivo e che possono essere ottimizzati grazie all’uso di apposito software. La startup innovativa per poter essere riconosciuta come tale ed essere iscritta all’apposita sezione del Registro imprese deve anche rispettare una serie di requisiti, vediamo quali sono.

Requisiti per diventare una startup innovativa

Sono requisiti cumulativi, cioè dei requisiti che devono essere tutti rispettati dalla costituenda startup innovativa:

  • Costituzione. Partiamo proprio dalla costituzione della startup: per essere iscritti al Registro delle imprese come startup innovativa, la società deve essere stata costituita legalmente da non più di 60 mesi, ovvero da non più di 5 anni, rispetto al momento della richiesta.
  • Sede. Oltre alla data di fondazione occorre parlare anche della sede principale della nuova realtà imprenditoriale: questa deve essere situata sul territorio italiano o comunque almeno una filiale deve essere presente nel nostro Paese, con la sede principale che potrebbe essere situata anche in un paese straniero appartenente al suolo economico europeo.
  • Oggetto sociale. Sul fronte oggetto sociale occorre sottolineare come l’oggetto sociale esclusivo o prevalente deve essere quello relativo alla realizzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico: lo scopo deve essere solo ed esclusivamente il suddetto affinché si possa parlare di startup innovativa che opera in un determinato settore.
  • Produttività. La legge disciplina anche l’aspetto della produttività: il valore della produzione annua non deve essere superiore alla cifra di cinque milioni di euro ed inoltre è richiesto che non vengano distribuiti utili
  • Una nuova realtà imprenditoriale. Infine, nella prima parte dei requisiti essenziali di una start up, la legge spiega che questa non deve essere frutto di una fusione tra diverse imprese così come non devono derivare dalla scissione societaria oppure alla cessione di azienda o di ramo di azienda.

La startup innovativa deve quindi essere davvero una nuova realtà imprenditoriale e non essere frutto di operazioni (o escamotage) costruite ad hoc da aziende già esistenti per poter usufruire dei vantaggi assegnati alle startup innovative iscritte al Registro. Questa è dunque la prima parte dei requisiti cumulativi per la realizzazione di una startup innovativa ma ne esistono anche degli altri che afferiscono alla determinazione dell’elemento ‘innovatività’ e che possono essere presenti in modo alternativo, ovvero è sufficiente che uno solo di essi sia soddisfatto. L’elenco di tali requisiti si riferisce a:

  • la presenza di nuovi prodotti o servizi che non esistono ancora sul mercato;
  • un significativo avanzamento tecnologico che superi le pratiche correnti nello stesso settore;
  • processi e metodi di conduzione delle attività, anche non tecnologici, innovativi rispetto a quelli attualmente conosciuti.

Inoltre, per essere considerata una startup innovativa, deve essere in grado di dimostrare la propria intenzione e capacità di raggiungere un mercato potenziale significativo. A questo proposito, la startup deve dimostrare di avere le risorse necessarie per sviluppare, produrre e commercializzare i propri prodotti o servizi. La valutazione di questi requisiti viene effettuata da una un gruppo di esperti che valuta il business plan della startup e la qualità della sua idea innovativa. Una volta approvata, la startup ottiene un certificato di innovazione. Questa certificazione le consente di accedere a sovvenzioni e incentivi specifici da parte delle autorità pubbliche. Inoltre, aiuta a ottenere finanziamenti da banche e venture capitalist, nonché da altri investitori privati. Inoltre, una startup innovativa può beneficiare del supporto di mentori esperti che possano guidarla nello sviluppo e nelle operazioni. La startup innovativa deve anche considerare l’importanza di fare rete con altre startup. Tale networking può essere utile per scambiare idee, comprendere meglio le esigenze dei clienti e aumentare le opportunità di investimento. È inoltre essenziale sviluppare un’efficace strategia di marketing che si rivolga ai potenziali clienti e che posizioni il prodotto o l’azienda. Infine, è importante analizzare regolarmente il feedback dei clienti per identificare le aree di miglioramento e garantire una crescita continua.

Requisiti sul team di lavoratori della startup innovativa

Il primo requisito alternativo riguarda il team della startup. Il team deve essere formato da personale altamente qualificato: per almeno 1/3 i componenti devono possedere un dottorato di ricerca oppure per almeno 2/3 devono essere in possesso della laurea magistrale. Il calcolo della percentuale di forza lavoro altamente qualificata deve essere eseguito “per teste”:  qualsiasi lavoratore che percepisca un reddito di lavoro dipendente o sia un collaboratore retribuito può essere ricompreso nella forza lavoro rilevante ai fini della verifica della sussistenza del requisito in questione,  anche i soci–amministratori purché siano retribuiti e  gli stagisti purché retribuiti.

Requisiti su parte degli investimenti e sullo scopo della startup innovativa

Il secondo requisito alternativo riguarda le spese in ricerca e sviluppo, che deve corrispondere almeno al 15% del maggiore tra costo e valore totale della produzione. Sono considerate spese R&D quelle relative alla sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan; le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati; i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo; le spese legali  per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Sono naturalmente escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili. L’ultimo requisito alternativo è che la startup sia in possesso (o depositaria o licenziataria) di un brevetto registrato, definito anche col termine di privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale; o che questa possieda i diritti relativi ad un programma software registrato presso il registro pubblico del software, ovvero sviluppi un prodotto che possa essere definito come tale.

Guida a come costituire una startup innovativa

Ora che abbiamo affrontato i requisiti che saranno richiesti per costituire la startup innovativa possiamo procedere sui vari passaggi da fare in modo che si possa costituire la suddetta e ottenere i benefici previsti dal Governo mediante il DL Crescita 2.0. Fate attenzione che per dichiarare l’inizio di attività previsto per tutte le imprese, sarà necessaria l’iscrizione nel registro delle imprese sezione speciale, dedicata alle startup.

Come iscriversi alla sezione speciale del Registro imprese

Prima di tutto bisogna costituire la società, in forma di società di capitali, (anche in forma di cooperativa) ovvero:

  • Società per Azioni (S.p.A)
  • Società in Accomandita per Azioni (S.a.p.a)
  • Società a Responsabilità Limitata (S.R.L.)
  • S.R.L. semplificate (S.R.L.S.)

Solitamente si sceglie la SRL o la SRLs. Dal 20 luglio 2016 al 29 marzo 2021 , chi voleva costituire una società innovativa in forma giuridica di Srl, poteva farlo anche online e senza il coinvolgimento obbligatorio di un notaio. Ma  è stata sospesa la normativa che permetteva la costituzione telematica di startup innovative, con effetto anche retroattivo, generando parecchi dubbi e ambiguità. Per costituire la società basterà seguire la nuova procedura di fondazione di una startup innovativa online con notaio in vigore dal dicembre 2021 che prevede la redazione di statuto e atto costitutivo tramite atto pubblico.

Startup innovative – Rapporti periodici per mantenere lo status

Questa è una parte fondamentale che deve essere conosciuta dagli imprenditori, dopo l’iscrizione iniziale è necessario comunicare periodicamente gli aggiornamenti e gli stati di ‘avanzamento’ della startup per consentire di conservare lo status di startup innovativa. Come si fa? Inizialmente bisognava inviare un report dettagliato alla Camera di Commercio piuttosto di frequente per aggiornare i dati che permettono di monitorare il giusto modo di procedere della stessa startup, che va tenuta sotto controllo principalmente per quanto riguarda i requisiti essenziali e valutare se questi sono sempre rispettati oppure se vi sono variazioni che potrebbero rendere la situazione maggiormente complessa. Con la legge 12/2019, di conversione del decreto Semplificazioni (D.L. n. 135/2018), in vigore dal 13 febbraio 2019, queste procedure si sono snellite e si è prescritto  l’obbligo di aggiornare o confermare tramite la piattaforma informatica startup.registroimprese.it, il mantenimento dei requisiti richiesti per l’iscrizione al registro, almeno una volta all’anno. (maggiori info qui)

Quanto costa aprire una start up innovativa

I costi che si devono mettere in conto prima di aprire una startup innovativa,  variano in base al tipo di società che si vuole fondare. Nel caso di una Srl si aggirano (come minimo) tra i 5 e i 10 mila euro. Ricordiamo infatti che la SRL (che rimane la forma giuridica maggiormente consigliata nel caso di startup innovativa con almeno due soci), può avere un capitale sociale di 1 euro (in teoria), ma solitamente il capitale sociale minimo consigliato è maggiore o uguale a 10.000 euro, che all’atto della sottoscrizione i soci possono anche scegliere di versarne solo una percentuale, a patto che tale percentuale sia pari ad almeno il 25% del totale. A ciò si aggiungano i costi di notaio (dai 500 ai 1500 euro); commercialista (su base annuale variano da alcune migliaia di euro fino a 7-8mila euro, per la startup, si intende); tasse e costi di vidimazione e bolli per registri, libri sociali; poi ci sono da considerare Inps, Ires e Irap; apertura di un conto corrente in cui qualche migliaia di euro bisognerà mettere per varie spese operative. Sì, si può costituire anche la startup a 1 euro: ma attenzione, non si va molto lontano. Alcune differenze tra Srl e Srls qui di seguito.

Srl, start up innovativa

La SRL – o società a responsabilità limitata – è una tipologia di società classica e flessibile, che si adatta a tanti tipi di società, può essere ‘customizzata con lo Statuto in moltissimi aspetti, e per questo ben si adatta alla startup innovativa. Tuttavia, richiede dei costi iniziali più alti rispetto a una SRLs , la società a responsabilità limitata semplificata, nata in questi ultimi anni con l’obiettivo di rendere più facile la creazione delle startup. Ma non tutto è oro quello che luccica, certe cose che non si pagano subito si pagheranno in seguito. Per costituire una SRL ordinaria, è necessario versare una serie di imposte, come l’imposta di bollo e i diritti di segreteria e pagare l’onorario del notaio. Alcuni dettagli di spesa orientativi per la Srl (verificare sempre perchè questi generi di costi a volte variano): l’ imposta di registro costa 200 euro a cui bisogna aggiungere, il costo del notaio tra i 1.000/1.700 euro ,  la tassa di concessione governativa di circa 320 euro, diritti camerali 130-15 euro..

Srls, start up innovativa

Le spese per la startup innovativa in forma di Srls – società a repsonsabilità limitata semplificata – proprio dall’essere una forma particolare allegerita di alcune gravosità, sono di gran lunga inferiori, soprattutto perchè: non si paga il notaio (ma bisogna trovarlo quello che si occupa gratuitamente della pratica!), non si pagano i bolli (poca roba), tutto il resto è uguale alla SRL tradizionale. In compenso è molto più rigida nello statuto che è standard, non modificabile se non trasformando in SRL ordinaria con nuovo atto notarile e che non permette alcuna personalizzazione delle clausole e i soci devono sottostare a regole predefinite per la gestione della società. Vale la pena?

Vantaggi fiscali per le startup innovative iscritte al Registro delle Imprese

I vantaggi fiscali per le startup innovative iscritte al RegistroLa previsione di un registro speciale per le startup nel Registro delle Imprese è pre-ordinato alla concessione di diversi vantaggi di natura fiscale e agevolazioni. Per esempio, hanno minori oneri di costituzione, le startup sono infatti esonerate da: pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria abitualmente dovuti per gli adempimenti da effettuare presso il Registro delle imprese; pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle Camere di Commercio. (rimane in piedi il pagamento dell’Imposta di Registro di 200 euro, dovuta per la registrazione fiscale degli atti all’Agenzia delle Entrate) Tale esenzione opera fino al quinto anno di iscrizione nel Registro delle imprese. L’esonero dal versamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria riguarda tutti gli atti posti in essere dalle startup innovative, successivi all’iscrizione nel registro delle imprese, quali anche gli aumenti di capitale agevolati. Inoltre le startup possono godere dei seguenti vantaggi:

  • remunerazione dei collaboratori/dipendenti con strumenti finanziari: sarà possibile assumere personale qualificato attraverso la forma del work for equity, ovvero remunerando in tutto o in parte il lavoro con l’assegnazione di quote, azioni, strumenti finanziari partecipativi o diritti aventi ad oggetto l’acquisizione degli stessi (es.: stock options). Il reddito di lavoro derivante dall’assegnazione di diritti d’opzione o strumenti finanziari o ogni altro diritto ad amministratori, dipendenti o collaboratori continuativi di startup innovative non è soggetto ad alcuna imposizione fiscale o contributiva, purché siano rispettate talune condizioni.
  • rapporti di lavoro subordinato con previsioni speciali: sono previsti particolari esoneri contributivi per le assunzioni di lavoratori subordinati a tempo indeterminato (credito d’imposta al 35%) e particolari condizioni per i contratti a tempo determinato, maggiori dettagli qui
  • incentivi all’investimento: i soggetti Irpef e Ires (cioè persone fisiche e persone giuridiche) che investono o hanno investito in startup innovative nell’anno 2020 è riconosciuta una detrazione: per le persone fisiche, quindi ai fini IRPEF (ovvero calcolata sul reddito) pari al 50% della somma investita per un valore massimo di investimento pari a 100.000 di euro. Oltre tale soglia di investimento è prevista una detrazione pari al 30% fino ad un importo massimo di 1.000.000 di euro. Se invece è una società (persona giuridica) ad investire in una startup innovativa, anche questa gode di una deduzione dall’imponibile IRES pari al 30% per un importo di investimento massimo pari a 1.800.000 di euro..
  • sostegno all’internazionalizzazione: ICE, l’Agenzia governativa che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane, dal 2013 ha incluso le startup tra i destinatari prioritari della propria attività, offrendo loro condizioni di particolare favore nell’accesso ai servizi promozionali e di assistenza, qui il sito ufficiale.
  • gestione della crisi: le startup non sono soggette alle tradizionali procedure concorsuali previste dal D.L. 267/1942 (fallimento, concordato preventivo e liquidazione coatta amministrativa), ma ai “procedimenti di composizione della crisi da sovra-indebitamento” (L. 3/2012, artt. 6-16), che risultano più rapidi e meno gravosi. Per approfondire leggi il nostro articolo: Startup innovativa e fallimento, guida alle procedure.
  • agevolazioni IVA con regime forfettario 
  • accesso diretto al Fondo di Garanzia: facilita l’accesso al credito fornendo una garanzia sui prestiti bancari. La garanzia copre il prestito fino ad un valore dell’80% di questo.

Vantaggi per la startup innovativa relativi alle fonti di finanziamento

Si è parlato anche di diversi vantaggi fiscali che possono essere sfruttati da parte delle startup innovative iscritte al registro imprese, sezione speciale startup. Un altro importante vantaggio derivante dall’iscrizione al suddetto Registro è la possibilità di accedere al Fondo Centrale di Garanzia, che permette, nel momento in cui si decide di procedere con l’avvio dell’impresa, la copertura (garanzia) da parte del Fondo stesso fino all’80% della somma di denaro che viene richiesta in prestito a una Banca. Si tratta quindi di danaro che la startup dovrà restituire, ma è importante sottolineare come difficilmente senza l’intervento del Fondo di Garanzia, una startup vedrebbe accolta una richiesta di prestito. Maggiori dettagli nel nostro articolo Fondo di Garanzia funziona davvero? Il prestito bancario non è l’unica modalità per finanziare la startup, anzi: la startup, è un impresa ad alto tasso di fallimento e deve pertanto trovare forme di finanza alternativa per essere portata avanti e che, sottolineiamo, non sono dipendenti dallo status di ‘startup innovativa iscritta al Registro delle Imprese’. (Fanno eccezione i fondi d’investimento di matrice pubblica Invitalia attraverso il bando Smart&Start e Invitalia Ventures che richiedono lo status di startup o pmi innovativa iscritta all’apposito Registro) Le fonti di finanziamento di una startup innovativa sono:

  • il bootstrapping, vale a dire l’autofinanziamento, che può andare avanti anche per molto tempo se la startup riesce a fatturare e finanziare con la cassa il suo sviluppo; ma difficile che sia sufficiente e opportuno anche per fare il balzo dello scaleup
  • Family, Friends & Fools (3F) –  i primissimi sostenitori della startup, probabilmente non ti chiederanno nemmeno quote della società
  • Business Angels – è una categoria molto ampia e variegata, che può in alcuni casi avvicinarsi ai fool della precedente categoria e in altri ai cugini del Venture Capital. Sono spesso figure imprenditoriali o manageriali a cui piace dare un contributo anche in termini di competenze apportate.
  • Crowdfunding – è un’ottima soluzione sopratutto per progetti early stage b2c perché rappresenta spesso anche un test di mercato
  • Venture Capitalist – il loro mestiere è fare un buon deal che generi ritorni elevati, naturalmente chiedono in cambio una bella fetta della società e uno o più posti nel board. Ti serviranno per la crescita, perchè generalmente investono su startup anche early stage ma con business model validato.
  • Premi, grant, finanziamenti pubblici – Per la loro natura, entità, modalità, in Italia possono assurgere a integrazione di altre fonti di finanziamento. Spesso i risultati ai quali portano non valgono l’effort necessari a raggiungerli; nel caso dei premi, attenzione al fatto che portano spesso anche visibilità mediatica che può fare bene, ma anche fare male.
  • Incubatori di startup e programmi di accelerazione – sono anche queste soluzioni utili in determinati momenti della startup, ma il loro valore non è essere una fonte di finanziamento vera e propria (anche perché forniscono molto in servizi), quanto un supporto per lo sviluppo dell’idea e del business model.

La startup innovativa non può ricevere, complessivamente, più di 15 milioni di euro di investimenti fiscalmente agevolabili pena la decadenza dal regime agevolativo. Scopri di più nel nostro articolo Come finanziare la startup; equity, debito e crowdfunding

Cosa sapere prima di avviare una startup innovativa

Abbiamo visto finora come in Italia l’ordinamento abbia inquadrato in una definizione e in determinati requisiti lo status di ‘startup innovativa’, che deve essere ‘certificata’ dall’iscrizione in un apposito Registro e a cui conseguono determinate agevolazioni. Ma basta questo per essere e creare una startup? Quali sono altri elementi da tenere in considerazione? Prima di avviare la tua startup, dovresti farti le seguenti domande:

  • Quanto pensi di essere innovativo?
  • E’ il momento giusto per fondare la tua startup?
  • Sei pronto per fondare legalmente la startup?
  • Sei sicuro di volerla fondare in Italia?
  • Sei sicuro di avere tutte le informazioni giuste? (legali, fiscali, brevetti, ecc)
  • Come ti finanzierai?
  • Pensi di avere un buon co-founder e un buon team?

Troverai risposte in questo articolo Sei nel posto giusto per scoprire tutto sul mondo startup, ecco alcuni esempi delle risorse che puoi trovare all’interno di Startupbusiness.

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