Chi lavora fuori casa sa che la pausa pranzo può essere un dilemma. Mangiare davanti al pc è triste, in un bar affollato è poco gratificante e salutare, i servizi di food delivery possono aiutare con stuzzicanti proposte ma a un costo che non è sostenibile sempre. Di contro, per chi non lavora è limitante stare in casa inattivi, lontano dalle novità, un po’ isolati. Partendo da queste considerazioni, ha pensato Luisa Galbiati, è possibile creare un modello del tutto nuovo e così, con il suo team, ha ideato SoLunch . La startup italiana aggrega per la prima volta la più grande offerta di micro-ristoranti di prossimità: il modello è quello del social eating, potenzialmente la cucina di ogni casa diventa un micro-ristorante abilitato da una piattaforma che crea una rete di cucine diffuse con offerta verticale sulla pausa pranzo. Chi è a casa all’ora di pranzo cucina per chi lavorando vuole mangiare come a casa propria ovunque si trovi, garantendo un guadagno ai cuochi e favorendo nuove relazioni. “Le previsioni dei numeri del mercato della sharing economy in Italia ed Europa sono date sempre in crescita, meno noti sono forse i numeri di chi tutti i giorni pranza fuori casa: 12 milioni di persone in Italia secondo FIPE Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Tristemente noti sono i numeri dei disoccupati ma quanti sono invece gli inattivi? 17 milioni secondo i dati Istat – aggiunge Luisa Galbiati che è anche Ceo della startup -. Di questi numeri da mass market ci concentriamo su una nicchia: chi pranza fuori casa tutti i giorni ma vuole ogni tanto pranzare come a casa propria, tra un giorno con un panino e un giorno con un pasto consegnato in ufficio; le imprese che possono garantire ai propri dipendenti una mensa virtuale; chi è a casa ma non vuole rinunciare a socializzare e dividere esperienze. Pensiamo anche a chi lavora a casa: con il diffondersi dello smart working questi numeri sono destinati ad aumentare. Chi è a casa, inattivo o perché lavora a casa, cucina per se’ e trova senz’altro piacevole, scambiare due chiacchiere in pausa pranzo, arrotondando. Con SoLunch vengono abilitati scambi, spunti di lavoro e dialoghi proficui con un’attenzione all’aspetto economico”. A queste persone si rivolge SoLunch, creando un nuovo modello di consumo della pausa pranzo, un ecosistema che grazie al digitale collega una rete di cucine diffuse con offerta verticale sulla pausa pranzo. Fondata a dicembre 2016 dopo un’attività di validazione del modello di business su early adopter è online ora con la piattaforma completa con la quale è possibile offrire, prenotare pagare e valutare l’esperienza. “Con la validazione, portata avanti anche con il supporto di SocialFare e Startup Training di Bocconi, con i quali SoLunch ha vinto call specifiche, ci siamo concentrati sulle esigenze da soddisfare ma è stato stupefacente notare come l’attenzione su SoLunch sia cresciuta in maniera esponenziale – aggiunge la fondatrice -. Il progetto è stato tra i finalisti all’European Social Innovation Competiton New Way to Grow, ha vinto il premio Il coraggio di Innovare Digital Award della Regione Lombardia e ha chiuso una campagna di crowdfunding con un goal di 40mila euro nell’ambito del primo Bando di Crowdfunding civico promosso dal Comune di Milano”. Oggi, a distanza di soli tre mesi dal lancio della prima versione della sua piattaforma SoLunch ha più di 500 iscritti e una media di sette pasti scambiati al mese.
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