Startup, ecco l’incubatore più bello d’Italia, al NOI Techpark

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NOI è una bella parola parola in italiano, rimanda immediatamente a un concetto molto moderno e attuale che è quello della collaborazione; nel dialetto sud-tirolese rimanda a qualcosa di altrettanto bello perché significa  ‘nuovo’. Ma, oggi, è anche l’acronimo di Nature of Innovation, il concetto di posizionamento scelto da NOI Techpark, il nascente progetto alto atesino promosso da IDM Sudtirol che sta muovendo i suoi primi passi e ha appena aperto i battenti. La vision di NOI è quella di tenere uniti, in un parco tecnologico pienamente integrato nel tessuto urbano e nella vita sociale della città di Bolzano, centri di ricerca pubblici, imprese innovative e laboratori di ricerca applicata. E naturalmente startup, nell’incubatore più bello d’Italia.

12 ettari di futuro

Un progetto ambizioso, costato circa 125 milioni di euro (soldi pubblici della Provincia Autonoma di Bolzano), che intende diventare la nuova casa dell’innovazione italiana al centro d’Europa, una cerniera con il resto d’Europa, ha espresso Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano.  Si parte con 20 laboratori, 7 istituti di ricerca, spazi per ospitare nuove imprese all’interno di un parco green a impatto zero. Dodici ettari di superficie con 190mila metri cubi di edifici, pronti a diventare 750mila, già scelti da aziende del calibro di Huawei, Maccaferri, Grandi Salumifici Italiani, Leitner per insediare i propri centri di sviluppo. NOI Techpark incarna lo spirito green della provincia ed è un luogo in cui ‘passato e futuro si incontrano’, come spiega Ulrich Stofner direttore del Dipartimento provinciale economia, innovazione ed Europa. “Questo complesso al momento della sua apertura, nel 1937, era il più grande stabilimento per la produzione di alluminio in Italia. Si tratta di un esempio fantastico di architettura razionalista, ovviamente sotto tutela, che nel NOI Techpark viene integrato con la modernità rappresentata dalla struttura di un monolite orizzontale (Black Monolith, il monolite nero, posto all’ingresso del parco, ndr.) , ricoperto proprio di alluminio, simbolo della conoscenza umana, che richiama 2001, Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Una metafora che prosegue con la leggera inclinazione della struttura che serve a ricordare l’essere umano che si alza in posizione eretta man mano che procede nella sua evoluzione. Di fronte all’entrata svetta la torre piezometrica trasformata in opera d’arte contemporanea». Un luogo, quindi, che intende esprimere nella stessa monumentalità architettonica un’idea di innovation hub futuristico, non separato ma simbiotico rispetto alla città che lo ospita e che pertanto rappresenta e stimola.

Perché NOI Techpark è un alleato delle startup

All’interno del NOI Techpark, quello che Ulrich Stofner definisce l’incubatore più bello d’Italia. “L’incubazione avverrà in cubi di vetro: la vecchia architettura si fonderà con nuovi scrigni che ospiteranno le startup».  Trenta i cubi, di diverse grandezze, previsti per le startup già incubate dall’IDM business incubator: gioielli come Thimus o Mavtech, Datatellers o Alpitronic, aziende provenienti da tutta Italia che hanno scelto l’Alto Adige per crescere e svilupparsi, per sfruttare la facilità di accesso al mercato tedesco e la burocrazia snella che facilita l’innovazione. E che, all’interno del nuovo NOI Techpark potranno contare su un ulteriore vantaggio: essere al centro di un ecosistema della ricerca. Cioè, la bellezza non è solo quella della location, ma si sostanzia nella ricchezza di know-how e opportunità di collaborazione e sperimentazione che si aprono alla startup con facilità. Ricerca di altissimo livello, con 7 istituti che si avvalgono di collaborazioni internazionali (Fraunhofer Institute Italia, Eurac Research, Unibz- Università di Bolzano, Centro di sperimentazione agroforestale Laimburg, Eco Research, Agenzia CasaClima). Saranno loro, insieme a IDM Alto Adige, agenzia della Provincia Autonoma di Bolzano e della Camera di Commercio che sovrintende allo sviluppo innovativo dell’economia locale, a gestire gli oltre 20 laboratori di ricerca di base e applicata a disposizione delle imprese. Tra questi un’innovativa camera climatica in grado di ricreare condizioni climatiche estreme, e i laboratori di conservazione delle mummie che hanno già lavorato alla conservazione di Ötzi, l’uomo del Similaun. Ma non è tutto: la competitività tecnologica che l’Alto Adige cerca deve anche essere ‘green’. “Il richiamo alla natura nel nostro operare è costante – dice ancora Ulrich Stofner –. L’Alto Adige vuole innovare secondo il metodo della natura, che è poi un metodo di successo, ed è quello che in ultima istanza ci contraddistinguerà da tutti gli altri parchi tecnologici». Tradotto in pratica, sono 4 i settori di eccellenza sui quali incentrerà i propri sforzi NOI Techpark: Green, Food, Ict&Automation, Tecnologie Alpine. “L’Alto Adige è già un laboratorio italiano a cielo aperto per la protezione dell’ambiente – afferma Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, finanziatrice dell’opera -. Nella nostra Green Region stiamo lavorando all’incentivazione della mobilità elettrica, spingendo la produzione energia rinnovabile, incentivando il car sharing per un progressivo addio ai carboni fossili. Con questo parco tecnologico offriamo una base a tutte le aziende italiane che vogliano lavorare su questi temi come su quelli della protezione civile, in particolare sui temi legati ai territori montuosi». Proprio in questi giorni, NOI Techpark ha aperto ufficialmente i battenti e conta già 40 startup italiane insediate e una lista di altre 20 in attesa.     

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