“Gli obiettivi nel produrre questo report erano diversi – spiega a Startupbusiness Andrea Orlando, amministratore delegato di Startup Wise Guys Italy che oggi ha annunciato la pubblicazione del primo report sulle startup B2B digital italiane -. Sicuramente contribuire alla crescita dell’ecosistema, con un approccio data driven utile ai vari operatori per capire meglio le opportunità e il potenziale; dare visibilità ai casi di successo e agli imprenditori che per fare il lavoro più difficile che ci sia hanno bisogno di essere incoraggiati più spesso. E anche, in ultimo, darci un’ opportunità come Startup Wise Guys di studiare a fondo e capire meglio questo ecosistema e questo Paese in cui abbiamo deciso di investire e in cui tanto crediamo. Il report ha sia una parte di analisi generale basata sui dati raccolti, sia una analisi qualitativa basata su un questionario a cui hanno risposto circa 90 startup. Tra gli spunti più interessanti per noi ce ne sono stati particolarmente due: primo come la burocrazia non sia percepita come come problema primario dai founder a proposito degli ostacoli per la crescita; il secondo è quante poche siano le startup digitali in alcuni settori chiave del Paese, per esempio fashion oppure industry 4.0. Un’opportunità gigantesca sia per chi vuole fare impresa sia per chi è disposto a investire in chi vuole fare impresa”. Le startup digitali che offrono servizi e soluzioni B2B sono una fetta importantissima del mercato dell’innovazione tecnologica e perno delle strategie di digital transormation che oggi ogni impresa deve avere per restare competitiva e dal report, scaricabile a questo link, emerge uno scenario certamente frizzante, tecnologicamente solido e imprenditorialmente visionario anche se, ma è caratteristica intrinseca di chi fa innovazione, è fondamentale accelerare e continuare a sviluppare tecnologie efficaci e a guardare ai mercati internazionali. Il report si articola su più elementi incorporando anche contributi di attori dell’ecosistema italiano e compie un viaggio seguendo due percorsi: quello quantitativo analizzando lo scenario partendo da dati di Crunchbase e Dealroom e quello qualitativo intervistando oltre 200 startup e scaleup che in Italia fanno innovazione nel digitale B2B. Ne emerge quindi un quadro che mette in luce le geografie con la Lombardia che emerge decisamente quale regione preferita da questo tipo di startup e scaleup con Lazio, Toscana, Emilia Romagna nelle posizioni di rincalzo. Mette in luce i settori con il madtech (marketing e advertising), la cybersecurity e il fintech che appaiono i più consistenti, con mobilità e logistica, strumenti per la produttività, legaltech, e-commerce, foodtech che seguono a ruota. Emerge anche la propensione verso la internazionalizzazione con due terzi delle startup che hanno già visione d’oltralpe e un terzo ancora più concentrata sul mercato domestico anche se qui è important precisare che alcuni settori, per esempio il legaltech e il regtech, sono molto legati agli impianti normativi nazionali e quindi il processo di internazionalizzazione è più complesso.
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I principali settori in cui operano le startup B2B italiane
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