Sfornare società innovative Saas B2b è la mission di Startup Bakery, lo startup studio italiano nato lo scorso febbraio dall’iniziativa di Alessandro Arrigo e Angelo Cavallini, che si avvale dell’Intelligenza Artificiale per mettere a punto la ricetta del successo di una nuova azienda. In un anno difficile per tutti e in cui gli investimenti in startup in Italia hanno segnato qualche segno meno, Startup Bakery ha chiuso la sua prima raccolta di capitali a quota 750mila euro con un mese di anticipo sulla scadenza dei termini grazie all’impegno di 17 investitori che hanno creduto nella bontà del progetto nato soltanto nel febbraio 2020. Tra i principali sottoscrittori figurano la Insoft 2000 srl di Vincenzo Papa e altri volti noti del mondo imprenditoriale italiano come Paolo Pitacco (CEO di Athena Holding Srl), Elio Milantoni (head of corporate finance advisory di Deloitte Financial Advisory), Fulvio Vanacore (CEO di Nexus Advanced Technologies), Giovanni Marino (Group CFO di Multiversity srl) e le società Nepos spa e Digital Technologies srl.
“In un anno come il 2020, l’aver chiuso l’aumento di capitale proponendo agli investitori un modello di business ancora molto nuovo per l’Italia è ovviamente un grosso motivo di soddisfazione. – dice a Startupbusiness Alessandro Arrigo (co-founder e CEO) – Il covid continuerà a creare incertezza e scenari imprevisti. Il modello Startup Studio consente di ridurre i tempi e i rischi del fare impresa, e sono convinto che possa dare un enorme contributo alle aziende italiane che vogliono fare Open Innovation per cogliere le nuove opportunità che si celano dietro ai repentini cambi di abitudini, ai nuovi bisogni e ai nuovi pattern che la pandemia sta creando.”
Cosa fa uno startup studio come Startup Bakery?
Lo startup studio non è un acceleratore, ne’ un incubatore, ma un company builder che crea da zero le nuove aziende, in modo seriale, nel caso di Startup Bakery utilizzando anche uno strumento di intelligenza artificiale per individuare le nicchie di mercato più promettenti a livello di business, le competenze e i talenti necessari per realizzarle. Una vera e propria ricetta di successo, che permette di abbattere i rischi di fallimento legati ai processi tradizionali e si propone in sostanza come un nuovo canale di deal flow per investitori o un canale di open innovation, l’exit tipica per questo genere di società è proprio quella industriale. “Durante il roadshow ci è stato chiesto spessissimo se stessimo creando un altro incubatore. – continua Arrigo – In realtà ci sono differenze fondamentali sia nell’approccio che nel business model: noi siamo le startup che gemmiamo e ne condividiamo successi e insuccessi. Si vince e si perde tutti assieme. Non essendo un advisor ma un investitore diretto, per lo Startup Studio è fondamentale costruire startup solide e appetibili per le grandi e medie aziende che già operano nello stesso settore. Per noi di Startup Bakery il rapporto con queste aziende – noi li definiamo Partner Industriali – è strategico e se ne beneficia entrambi. Infatti, prima il Partner Industriale entra nel capitale della nuova startup e più benefici ottiene: oltre ad acquisirla a un costo più basso, quando ne ottiene il controllo ritrova tecnologia, competenze e idee già compatibili con la propria struttura. È un po’ come il vivaio di una società sportiva dove si coltivano talenti e innovazione.”
“Startup Bakery è founder di tutte le iniziative che gemma. – fa eco Angelo Cavallini (co-founder e COO) – La scelta avviene tramite un’attenta analisi del mercato e considera sia i bisogni dell’utente sia le possibilità di exit dell’iniziativa entro il corto-medio termine. Lavoriamo su tempistiche stimolanti e impegnative e proprio per questo predisponiamo tutti gli strumenti, le competenze e le procedure che i co-founder delle nostre iniziative saranno più che contenti di sfruttare. Oltre a produrre startup infatti, produciamo imprenditori, con un vero e proprio training on the job. Cito ad esempio Donux, la nostra agenzia UX/UI, che abbiamo costituito a giugno 2020 e che supporta lo studio, lo sviluppo e la validazione in primo luogo delle soluzioni SaaS delle nostre startup. Per non parlare poi di tutte le professionalità aggregate attorno all’iniziativa, tutti imprenditori in aree variegate che vanno dal legal alle risorse umane e che permetteranno ai co-founder di concentrarsi sullo sviluppo del business.”Il ruolo dell’intelligenza artificiale per Startup Bakery
Il modello di company builder dello startup studio si basa fondamentalmente sull’uso di dati e di analytics per individuare nel mercato i trend, gli spazi, le potenzialità. Startup Bakery ha un algoritmo proprietario, al cui continuo sviluppo sono destinate anche una parte del capitale raccolto. Startup create da un algoritmo dunque? Sembrerebbe di no, sottolinea Alessandro Arrigo.
“Ci siamo dotati di un nostro software proprietario di Intelligenza Artificiale per fare scouting delle nicchie di mercato più adatte per gemmare le nostre startup, ma tale software è da vedersi come un supporto all’attività dei nostri business analyst, ai quali arrivano input su particolari ambiti da approfondire. – spiega Arrigo – Avendo maturato una certa esperienza in ambito AI applicata all’informazione, sappiamo bene che la stessa AI rappresenta solo un potenziamento dell’Intelligenza Naturale e non un suo sostituto. La differenza, almeno in questo campo, la fanno ancora le persone. Riteniamo che questo sia l’approccio corretto per massimizzare il valore nei confronti di co-founder, investitori qualificati e partner industriali che si sono avvicinati a Startup Bakery, incuriositi dal nostro modello.”
Il successo degli Startup Studio
Gli Startup Studio sono divenuti popolari e conosciuti in Italia solo negli ultimi anni, ma in realtà il modello è già stato collaudato su un periodo più lungo: la prima società ad adottare questo modello, nel 1996, è stata Idealab. Quest’ultima, oltre ad aver avviato centinaia di startup di successo (il 5% delle quali è divenuta poi un unicorno, ovvero una azienda con valore superiore a $1B) ha anche stimolato la nascita di altrettanti Studio di successo. Secondo Enhance Ventures la loro crescita negli ultimi 7 anni è stata esponenziale (pari al 625% per un totale di 560 Studio presenti oggi in tutto il mondo).
L’84% delle startup che esce dagli Studio va avanti per raggiungere il seed round. Di quelle che ce la fanno, il 72% va avanti fino al Round A e il 60% ci riesce (la percentuale tra le imprese che seguono il percorso “tradizionale” è del 42%). I tempi, inoltre, si accorciano notevolmente: le startup che escono dagli Studio chiudono in media il Series A in 25.2 mesi contro i 56 del percorso tradizionale.
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