Il supporto alle startup
Naturalmente Aba ha anche un programma specifico per le startup come illustra Gahleitner: “da circa due anni abbiamo avviato una strategia a sostegno delle startup e degli altri attori dell’ecosistema come coworking e acceleratori, vi sono poi strumenti finanziari specifici che sfruttano sia il fondo perduto sia il credito agevolato e dal primo gennaio 2018 sarà possibile costituire la nuova azienda con una procedura interamente online. Vi sono poi programmi regionali specifici che offrono ulteriori agevolazioni. Noi consideriamo startup quelle aziende con meno di cinque anni di vita che offrono un prodotto o servizio innovativo, ma sono poi gli enti erogatori come Ffc e Aws a gestire operativamente gli incentivi, noi in Aba aiutiamo queste aziende a presentare le domande e a scrivere i business plan in modo che rispondano alle richieste degli enti erogatori”. Informazioni dettagliate sul piano startup di Aba sono disponibili qui. Tra i settori che vanno per la maggiore tra le startup che decidono di avere sede in Austria ci sono life science e industria creativa, settori per i quali il Paese offre un terreno fertile per il loro sviluppo grazie anche a eventi come il Pioneers Festival di Vienna, che è ormai diventato uno degli eventi di riferimento in Europa, e con storie di successo come quella di Runtastic che è stata acquistata da Adidas e di MySugar che ha fatto una exit da 200milioni di euro con Roche. Le zone del Paese preferite dalle startup ma anche dalle aziende più grandi che scelgono l’Austria sono, oltre all’area di Vienna, la Carinzia, il Tirolo e la zona di Salisburgo. “Nel 2017 il nostro Pil crescerà del 2,8%, investiamo in ricerca e sviluppo il 3,14% del Pil, abbiamo quindi già superato l’obiettivo del 3% che la Ue vuole raggiungere entro il 2020 – sottolinea la manager che parla un perfetto italiano e che per Aba è anche responsabile per tutto il mondo per le attività legate all’industria del turismo – e il tasso di disoccupazione è al 5% grazie anche al bonus occupazione che riduce del 50% tutti i costi non salariali per un periodo di tre anni per le persone che vengono assunte dalle imprese, startup comprese”.
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