Durante la 360by360 Competition, tenutasi qualche settimana fa a Palazzo Mezzanotte, ho avuto modo di ascoltare le storie di alcune delle startup in corsa per il premio. Oggi vi propongo la chiaccherata con Francesco Rossi e Roberto Felli, founder di Sporteevo.pro. Buongiorno ragazzi, vi va di presentarvi e di raccontare di cosa vi occupate? Siamo Francesco Rossi e Roberto Felli. Abbiamo fondato Sporteevo.pro, sito di e-commerce che si occupa di prodotti sportivi di alta qualità. La nostra attività da un lato aiuta i produttori di nicchia ad affacciarsi sul mercato internazionale, dall’altro permette a molti sportivi di avere accesso ad attrezzature particolari e di difficile reperibilità. Prima di entrare nel dettaglio del vostro business, ci raccontate qualcosa di voi? Sappiamo che avete trascorsi agonistici nello sport… (F) Il vero atleta è Roberto, un multi sportivo, io sono solamente appassionato di scherma, sono il nerd dell’azienda. (R) Ci compensiamo bene, Francesco è il nerd della situazione, io mi cimento in vari sport – al momento sta preparando l’Iron Man Triathlon, ndr – Questo ci permette di avere una buona conoscenza di entrambi i mondi in cui lavoriamo: quello digitale e quello sportivo. (F) Roberto fa il modesto, è stato campione europeo di scherma, mentre io ho solo un titolo italiano. Io però ho un’altra azienda (che opera nello stesso settore), quindi contribuisco con la mia esperienza imprenditoriale. Francesco, hai accennato al fatto che ti occupi anche di un’altra azienda che tratta di atomi, piuttosto che di bit. Quali sono le differenze tra fare impresa nel digitale e fare impresa nel settore manifatturiero, tra intangibilità e tangibilità? Bella domanda. Ci sono moltissime differenze, stakeholder e approccio in primis. Un’impresa digitale non ha fornitori fisici, le fasi di crowdfunding e di branding acquistano molto più importanza, cambia la platea di investitori. Ci sono poi differenze materiali, non c’è un magazzino, per esempio. E cambia l’approccio che si dà all’azienda.
Quali possibilità di evoluzione vedete nei prossimi mesi? (R) La strada è delineata, in caso di maggiori investimenti sarà ovviamente più veloce. Abbiamo più di 200 prodotti – il sito sarà operativo a breve, ndr – e una ventina di produttori. Nei prossimi mesi ci concentreremo sulla ricerca di prodotti super tecnologici, come il gadget che, sulla base dell’analisi del DNA, elabora un metodo di allenamento e una dieta efficienti. (F) Aggiungo che stiamo tenendo sotto controllo anche i mercati “alternativi”, come le soluzioni di turismo sportivo, e.g. gli sport camp; una settimana in barca a vela, un weekend di lezioni di sci. Vi pongo una domanda relativa ai consumi internazionali. L’aumento del potere di acquisto della classe media asiatica può essere un fattore rilevante nell’andamento del mercato sportivo occidentale? Penso a nazioni che hanno una forte tradizione legata alle arti marziali. (R) Conosco un produttore coreano che compra a 200mila euro un tessuto tecnico che velocizza la circolazione sanguigna e lo scioglimento dell’acido lattico, per poi rivendere a 200 / 300 euro ogni pantalone, solo per il fatto che è made in Italy. (F) La focalizzazione della compravendita asiatica è assolutamente sull’e-commerce. Ci saranno vantaggi, se le imprese riusciranno a subentrare al monopolio dei tra o quattro colossi già presenti sul quel mercato. Dipende dal tipo di canale che si riesce ad attivare – il mondo cinese ad esempio è estremamente chiuso al momento. Fare disruption su questi canali sarà la cartina tornasole per verificare l’apparente apertura di queste realtà. Una domanda generale sui modelli di e-commerce. Comprare online può essere un problema in termini di eventuale restituzione; aggiungendo il fatto che inizino a spuntare soluzioni di produzione in grado di ricreare perfettamente il body type del cliente, come inquadrate il problema della vestibilità del prodotto? (F) Non abbiamo una conoscenza approfondita delle tecnologie che citi, ma sappiamo che, per ora, sono troppo verticali e ad hoc, rendono quindi difficile pensare a eventuali partnership. A fare la differenza sarà la capacità di una webcam di parametrizzare il corpo di una persona. Quando una tecnologia del genere sarà sviluppata, ci penseremo! Ultima domanda, relativa al vostro team. Come farete a coordinarvi in caso di espansione internazionale e quali sono i mercati che avete intenzione di aggredire? (F) Una delle mie venture è in fase di “Pilota automatico”, i momenti di team working sono remoti. Paradossalmente, poi, il jet lag (7 ore tra Italia e Cina) non è un problema per uno stacanovista, ma c’è condivisione di risorse dal punto di vista della programmazione, perché i business su cui lavoro sono tutti nello stesso settore. È ovvio che ci piacerebbe avere altri membri in squadra: prima dovremmo dimostrare che ci sia attrazione di fondi. In Italia il livello d’investimento è più basso rispetto al resto dell’UE, e in Europa è più basso rispetto all’America. È vero che le cifre necessarie per lanciare un business siano terribilmente elevate oppure c’è un tipo di remunerazione diverso in America? (R) Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace. In America si è disposti a investire se l’idea piace. È possibile anche partire con poco, come abbiamo fatto noi. (F) Il nostro errore in effetti è stato quello di chiedere troppo poco (mea culpa!). Anche perché alzare il target dà un maggiore senso di prospettiva diverso all’investitore. Comunque secondo me non sono necessarie cifre da capogiro in Europa. Devi essere attraente, ma essendo il mercato asiatico ed europeo più stretto, non serve avere milioni. Trovo controproducente l’over-valutazione di un prodotto, e.g. Snapchat. Ci sono momenti in cui qualche investitori si augura di essere la prossima Snapchat in Europa, noi non siamo quel tipo di imprenditori. Ultimissima domanda: la vostra esperienza nella pratica della scherma vi aiuta nella vostra attuale attività di imprenditori? F: La scherma ha sicuramente aiutato tanto. È una disciplina in cui si impara a prendere decisioni rapide e razionali in brevissimi lassi di tempo. Impone di adattare la propria strategia a quella dell’avversario che a sua volta persegue lo stesso obiettivo.Richiede anche una buona dose di pazzia! In un ambiente dinamico come quello delle bootstrapped startups sicuramente sono tutte skills che possono tornare utili, anche nelle condizioni decisionali più critiche. Contributor: Andrea Latino @andrealatino© RIPRODUZIONE RISERVATA