Snail revolution: il modello che trasforma un’antica tradizione in una startup

Quanta energia impieghiamo per produrre proteine animali? Dall’acqua al mangime, passando per l’impatto ambientale, gli allevamenti tradizionali sono spesso al centro del dibattito sulla sostenibilità. E quando si parla di lumache, l’immaginario comune tende a relegarle a piatto per palati coraggiosi o, peggio, a identificarle come una piaga per i contadini. Eppure, l’elicicoltura, l’allevamento di lumache, riserva sorprese in termini di conversione proteica e innovazione agritech.

La sfida della conversione proteica

Uno dei punti più critici della carne, bovina, suina e simili, è la scarsa efficienza nella conversione proteica: per ottenere un chilo di proteine “nobili” da un bovino, occorre un quantitativo elevato di acqua, cibo ed energia. Al contrario, le lumache vantano un rapporto di conversione molto più alto, producendo maggiori quantità di proteine a parità di risorse impiegate. Questo le rende un’opzione interessante per chi è alla ricerca di nuove fonti alimentari sostenibili e a basso impatto.

Dal campo aperto alla vertical farm… di lumache?

In passato, l’elicicoltura veniva praticata quasi sempre in ambienti esterni, con metodi artigianali e poco strutturati. Oggi, invece, alcune startup stanno introducendo l’approccio verticale: un sistema che permette di ottimizzare lo spazio e controllare variabili fondamentali come umidità, temperatura e alimentazione. A prima vista tutto ciò può sembrare meno tech rispetto ai droni o all’intelligenza artificiale, ma la verticalizzazione comporta diversi vantaggi: riduce l’impronta di terra necessaria, facilita il monitoraggio delle lumache, consente di modulare i cicli di produzione e, soprattutto, limita sprechi e consumi.

Snelix

Tra le realtà che hanno puntato su questo modello c’è Snelix, decisa a migliorare la produzione proteica di origine animale con un occhio di riguardo all’impatto ambientale. Il loro lavoro si concentra sull’ottimizzazione degli spazi, con allevamenti sviluppati in verticale per ridurre la superficie orizzontale necessaria. Parallelamente, il controllo minuzioso di parametri come umidità e temperatura garantisce un tasso di sopravvivenza elevato e una crescita omogenea delle lumache. La ricerca sull’alimentazione, infine, arricchisce la qualità proteica e riduce gli sprechi, offrendo un prodotto finale più sano e appetibile. La vera novità sta però nel modello di business: non solo vendita di lumache, ma anche di una tecnologia e di un metodo che possono aprire le porte a mercati molto diversi, dall’alimentazione umana ai mangimi, fino alla cosmetica e alla farmaceutica.

Verso un futuro più vario e sostenibile

Quando si parla di lumache, alcuni storcono il naso, immaginando ricette bizzarre o scenari gastronomici da intenditori. Eppure, in diverse parti del mondo, come per esempio in Francia, le lumache costituiscono già un piatto apprezzato. In un’epoca in cui la ricerca di fonti proteiche alternative è in piena espansione, non è difficile prevedere che l’elicicoltura possa affiancarsi a soluzioni come gli insetti e il vertical farming di vegetali. La sua efficienza produttiva la rende particolarmente interessante anche per chi guarda alle esigenze alimentari del futuro.

Un cambio di paradigma culturale

Certo, l’idea di mangiare lumache richiede un piccolo scarto mentale, lo stesso che a suo tempo ha visto il sushi passare da stranezza esotica a fenomeno globale. Se l’elicicoltura dovesse dimostrare di essere redditizia e sostenibile, è facile immaginare un aumento della sua presenza nei menu e, soprattutto, lungo la filiera agroalimentare. Pensiamo, per esempio, all’utilizzo delle proteine di lumaca come integrazione dei mangimi per altre specie, con benefici sia economici sia ecologici.

Conclusioni

La sostenibilità agricola si nasconde spesso dietro soluzioni inaspettate. Le lumache, con il loro carico di pregiudizi, potrebbero rivelarsi un tassello importante nel puzzle dell’innovazione agritech. Ridurre la pressione sulle risorse, rendere la produzione proteica più efficiente e diversificare la nostra dieta sono traguardi fondamentali in un mondo che continua a crescere e a consumare. L’idea di allevare lumache in verticale, unita alla sperimentazione di nuovi modelli imprenditoriali, testimonia che anche i settori più “semplici” possono trasformarsi in ambiti di grande innovazione. Resta da vedere se queste startup sapranno scalare i propri modelli, rendendo le lumache protagoniste di un futuro più sostenibile.

Nota per il lettore: l’autore è CEO di Beeco e collabora con fondi di investimento attivi nell’ambito agritech, che potrebbero aver sostenuto o sostenere in futuro alcune delle startup menzionate.

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