Ha compiuto poco più di un anno Smart-I, la startup nata alla fine del 2012 da un’idea di Mauro Di Giamberardino e Gabriele Randelli, con la voglia di portare l’innovazione tecnologica nelle città, per renderle effettivamente Smart. Il loro primo prodotto è SmartEye, un “occhio” intelligente che si ispira a quello degli esseri umani.
Entrambi ingegneri con un’esperienza molto ampia nei sistemi tecnologici, Mauro e Gabriele si sono conosciuti diversi anni fa mentre lavoravano insieme sui droni aerei, e pian piano hanno maturato il desiderio di voler creare qualcosa che permettesse di aiutare realmente le città a semplificare la vita di tutti i giorni.
“Mi identifico abbastanza nella figura dell’imprenditore ‘seriale’. – racconta Mauro, che attualmente riveste il ruolo di CEO – Ho fondato Smart-I dopo diversi anni come ingegnere e consulente in diversi ambiti tecnologici e, soprattutto, dopo essermi già misurato col mondo dell’imprenditoria in differenti contesti, ricavandone un’esperienza ricca di soddisfazioni ma anche di qualche piccolo fallimento aziendale, che penso sia stato fondamentale per la mia formazione e crescita come imprenditore”.
“Io arrivo a Smart-I con un background molto diverso – dice Gabriele, CTO dell’Azienda e Technology Visionary – ho lavorato per molti anni come ricercatore ed ingegnere alla frontiera dell’innovazione, e ho coordinato diversi progetti internazionali nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, della robotica e dei sistemi cognitivi”.
Un paio di anni fa, mentre collaboravano su un progetto di droni aerei, Mauro e Gabriele cominciano a mettere insieme i loro pensieri sui bisogni delle città odierne, sulle tecnologie che potrebbero aiutare la smart city e a un certo punto realizzano che i lampioni dell’illuminazione pubblica potrebbero rappresentare un vero hub tecnologico per la città e gli agglomerati urbani. “Sono molto diffusi (solo in Italia sono circa 10 milioni), sono ben collocati sul tessuto urbano, e sono dei punti di accesso per l’alimentazione elettrica. Questa grande potenzialità però non è stata sfruttata fino a oggi poiché non c’è una tecnologia adeguata in grado di fornire dei servizi innovativi alla città attraverso l’uso dei lampioni. – racconta Gabriele.
“Da qui è nata l’idea di SmartEye – prosegue Mauro, nella foto – un occhio intelligente installato direttamente sui lampioni della luce, che permette di fornire delle soluzione interattive e innovative per le smart cities, mediante l’analisi della vista della città. Per esempio, tramite l’analisi del tratto stradale, SmartEye è infatti in grado di illuminare dove e quanto serve, di aumentare la sicurezza urbana, di fornire servizi a valore aggiunto per i cittadini quali il controllo semaforico e l’analisi delle aree di parcheggio dei veicoli”.
“Abbiamo progettato SmartEye ispirandoci all’occhio umano – spiega Gabriele – il sensore più importante dell’uomo perché è “generico”, attraverso la vista infatti siamo in grado di ricevere molteplici informazioni, molto differenti tra di loro, che ci permettono di capire completamente lo spazio attorno a noi e di agire di conseguenza. Il grosso del lavoro viene così demandato al cervello, che attraverso l’elaborazione delle immagini percepite tramite gli occhi è in grado di memorizzare e interpretare le informazioni. SmartEye fa esattamente la stessa cosa: estrae informazioni di alto livello da una visuale grazie alla sua intelligenza. Per noi SmartEye è un progetto davvero affascinante, il suo sviluppo ci appassiona, proprio perché prende spunto dall’occhio umano e realizza un cervello locale posto direttamente sul lampione che permette di ottenere tutte le informazioni di alto livello necessarie a capire quali sono le reali necessità della città e fornire così servizi utili alla cittadinanza.”
Il progetto di Smart-I ha poco più di anno ma ha già raggiunto degli obiettivi importanti. La startup è partita con il supporto del BIC Lazio che ha accolto il team all’interno del proprio incubatore tecnologico di Roma ITech. Successivamente ha vinto il bando Filas Spin-Off e avuto un primo finanziamento di 100 mila euro che ha permesso di sviluppare il prototipo finale delle SmartEye. Subito dopo Smart-I arriva la vittoria alla prima edizione del bando Enel Lab grazie al quale ha ricevuto un funding di ulteriori 250 mila euro e la partecipazione al capitale sociale del secondo gruppo energetico europeo. La startup è stata anche selezionata da Startupbusiness per l’edizione 2013 di Smau Bologna, ne avevamo già parlato qui.
“Sono stati dei mesi molto intensi e ricchi di avvenimenti – continua Gabriele – abbiamo lavorato alacremente allo sviluppo dell’idea di impresa sotto ogni sfaccettatura. Dal punto di vista tecnico abbiamo validato il sistema SmartEye ed esteso le performance del prodotto, raggiungendo risultati molto incoraggianti. A oggi SmartEye è presente in diverse città in Italia e si appresta a farsi conoscere in Europa e in Sud America attraverso delle installazioni pilota in alcune smart cities.”
Nell’ultimo anno SmartEye ha fatto anche il giro dell’Europa, essendo stato esposto in diversi eventi e contest rivolti alle startup tecnologiche (dal Pioneers di Vienna fino al Cebit di Hannover), riscuotendo sempre un notevole interesse tra i visitatori.
“E’ stato anche un anno molto importante dal punto di vista commerciale e di business development – nota Mauro – Anche grazie al supporto di Enel abbiamo lavorato molto sulla definizione del business plan e sulla strategia di marketing, analizzando nel dettaglio ogni possibile scenario del mercato per poter definire in modo opportuno la nostra selling proposition. Il funding ricevuto ci ha permesso quindi di portare avanti il progetto d’impresa sotto ogni punto di vista e di accelerare considerevolmente il nostro ingresso sul mercato.”
L’accelerazione della startup ha portato anche il rafforzamento del team, oggi altre 4 persone lavorano a tempo pieno sul progetto. Oltre a Mauro e Gabriele si sono aggiunti Giuseppe, Andrea, Francesco e Roberto, ingegneri, sviluppatori e designer, grazie ai quali si sta raggiungendo velocemente il lancio finale del prodotto.
“Pensiamo continuamente anche al prossimo sviluppo futuro – concludono Mauro e Gabriele – Tra due o tre anni contiamo di diversificare la nostra offerta, compiendo un passo ulteriore verso il singolo cittadino, portando il sensore dalla strada alla casa, in un’ottica più legata al benessere dei singoli.”
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