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Infrastrutture: investimenti per 25 trilioni di dollari
Le infrastrutture costituiscono uno dei mercati con potenzialità di crescita più elevate nei prossimi anni. Frost & Sullivan ha calcolato che gli investimenti globali in infrastrutture supereranno i 25 trilioni di dollari nel 2025 con i Paesi APAC (Asia e Pacifico) che copriranno il 37% di tale valore e investimenti nell’ordine dei 10 trilioni di dollari dal 2010 al 2025. I principali investimenti riguarderanno i trasporti: nuovi corridoi che connetteranno cluster produttivi facilitando lo scambio di merci e favorendo l’export e l’import globali. Gli investimenti per migliorare l’ecosistema di infrastrutture idriche sono al secondo posto nella graduatoria: verranno realizzati soprattutto nei Paesi in via di sviluppo per garantire accesso ad acqua potabile a un numero elevato di persone riducendo la piaga di malattie derivanti dall’utilizzo di acque inquinate o non potabili. Saranno inoltre fondamentali per garantire una maggiore sostenibilità ambientale ed evitare i grandi disastri che hanno caratterizzato i decenni a cavallo del millennio: basti ricordare il disastro del Lago d’Aral tra Uzbekistan e Kazakistan che utilizzato dall’URSS per irrigare piantagioni sterminate di cotone al fine di contrastare la produzione USA in 40 anni si è ridotto al 10% della sua dimensione originaria, creando un deserto. Anche gli investimenti in energia subiranno una forte crescita: le nazioni in via di sviluppo saranno sempre più affamate di energia e dovranno sviluppare nuovi progetti e migliorare le infrastrutture esistenti. Ma a trainare gli investimenti in infrastrutture saranno soprattutto le 600 smart city del futuro, poche delle quali oggi conosciute, prodotto dell’incessante trasferimento delle popolazioni globali dalle zone rurali e periferiche a vecchie e nuove concentrazioni urbane. Ogni anno la popolazione urbana cresce al ritmo di sette città grandi come Chicago.
I problemi
Viviamo e vivremo sempre di più in un mondo urbano. Le infrastrutture sono state essenziali per costruire il mondo urbano nel quale viviamo e serviranno per garantire standard di vita elevati anche nel mondo urbano che ci attende. Mentre temi come le politiche fiscali, le politiche per la salute riscuotono grandi consensi o critiche, gli investimenti in infrastrutture non costituiscono un argomento in grado di impennare i consensi dell’elettorato: negli USA ci sono Stati (come l’Alabama) che non hanno né una agenzia di controllo né personale in grado di fare ispezioni periodiche delle dighe e l’America Civil Society, (che periodicamente valuta lo stato complessivo delle infrastrutture USA) nell’ultimo report ha valutato il sistema al limite del collasso attribuendogli una D+ – insufficiente -. Ad aggravare il tutto vi sono ulteriori ostacoli che rendono sempre più difficile l’adozione di misure volte a incrementare gli investimenti in infrastrutture. Il problema principale che i policy maker si trovano ad affrontare è l’elevato indebitamento delle finanze pubbliche di molti Stati. L’urgenza dell’adozione di nuove policy finalizzate a investire in infrastrutture sta crescendo soprattutto nei Paesi occidentali come testimoniano molti report finalizzati a esaminare le performance dei sistemi infrastrutturali esistenti e l’impatto che hanno i cali di rendimento sulle performance economiche di quegli stessi Paesi. Come fare quindi? Una certezza c’è: occorre agire in modo diverso dal passato per evitare errori, per incrementare l’efficacia degli investimenti, per aumentare l’impatto sull’economia e migliorare il benessere globale delle popolazioni. I vincoli dati dagli ingenti debiti pubblici accumulati da alcune nazioni occidentali, tra cui vi è l’Italia, e gli effetti della crisi finanziaria richiedono un’elevata ottimizzazione nella gestione delle risorse, una scelta puntuale degli obiettivi e un miglioramento delle procedure che portano un progetto a diventare un’opera infrastrutturale finita, nonché l’adozione di tecnologie innovative in grado di migliorare le performance, in particolare, la produttività del lavoro. Spesso nel settore pubblico si prediligono gli investimenti destinati a incrementare la capacità fisica delle infrastrutture (per esempio, allargamenti di strade che costituiscono arterie importanti nei centri cittadini) senza considerare le alternative presenti come, per esempio, una migliore pianificazione dell’uso del suolo, la valorizzazione del trasporto pubblico, e la gestione della domanda.
Come aiuta l’innovazione
La semplificazione nel processo di progettazione potrebbe consentire di risparmiare fino a 400 miliardi di dollari l’anno, accelerando in modo significativo la realizzazione delle opere: accorciare i tempi realizzativi di ogni fase che porta un’opera dall’idea alla concreta realizzazione del manufatto costituisce uno dei principali driver per ottenere significativi risparmi. Una delle soluzioni per accorciare i tempi di consegna dei progetti è quella di concentrare risorse e tempo nella fase iniziale di pianificazione e progettazione: la costruzione di team multidisciplinari cross-funzionali guidati da una governance pubblica che coinvolga i contraenti fin dall’inizio del processo di progettazione può evitare il verificarsi degli scostamenti spesso significativi rispetto alle tempistiche preventivate che portano molti progetti a ritardi anche del 60% in fase di esecuzione. I contraenti potrebbero essere, inoltre, incentivati a utilizzare tecniche avanzate di costruzione migliorando la qualità realizzativa delle opere e riducendone l’impatto ambientale. Una seconda soluzione è la crescita culturale dei settori legati alla realizzazione delle infrastrutture a partire da quello edile, che spesso dipendono dal lavoro di mano d’opera non regolare con scarsi livelli di istruzione e formazione specifica. Una terza soluzione è quella di introdurre innovazioni tecnologiche in ogni fase del processo realizzativo del manufatto concreto a partire dalla progettazione, con la diffusione di tecnologie come il BIM o di tecniche come la modularizzazione: “la modularizzazione viene applicata costruendo un edificio “in fabbrica” (off-site), utilizzando gli stessi materiali e gli stessi standard per le costruzioni convenzionali (on-site). Limita la distruzione ambientale, consegnando componenti come e quando necessario, trasformando la costruzione in un esercizio logistico. Ha anche evidenti benefici di sostenibilità, un minor movimento dei veicoli e meno rifiuti. Un edificio realizzato al 70% in moduli, inoltre permette la movimentazione tra la produzione e la consegna “just in time”, (definizione tratta da ‘Le 10 migliori innovazioni nell’edilizia’ pubblicata su Vendere in Edilizia). I moduli possono riguardare anche il riutilizzo di sistemi già modularizzati per esempio attraverso il recupero di container per realizzare moduli scuola o moduli che rifunzionalizzati e riprogettati negli interni possono essere destinati alla realizzazione di opere temporanee oppure durevoli nel tempo. Questo è l’approccio adottato dalla startup italiana Needo che vuole realizzare asili on-demand attraverso il riutilizzo di container.
Le soluzioni delle startup internazionali
In generale le sfide che oggi il settore pubblico deve affrontare per incrementare livelli e performance delle infrastrutture sono principalmente la pressione fiscale e il costo e la disponibilità di finanziamenti. L’elevato costo del denaro e le restrizioni nell’accesso al credito spingeranno nuovi operatori ad affacciarsi nel mercato della finanza che investe nella realizzazione di infrastrutture come per esempio le assicurazioni. Oltre al fisco e alla finanza ci sono altre aree di intervento che consentiranno in futuro la ripresa degli investimenti nel settore delle costruzioni. Il settore subisce, infatti, ancora in modo significativo gli effetti della crisi globale iniziata nel 2008 che lo ha cristallizzato per oltre 10 anni. E’ uno dei settori che ha visto crescere in modo più lento gli investimenti in startup hi-tech: complessivamente il settore delle costruzioni negli ultimi quattro anni ha registrato investimenti medi annui inferiori ai 200 milioni di dollari per anno in USA e, se si esclude dal computo il 2015, che ha costituito un anno eccezionale con investimenti dell’ordine dei 400 milioni di dollari grazie a quattro deal molto importanti che hanno interessato le startup Procor, Onshape, Plangrid e Viewpoint gli investimenti medi annui sono stati inferiori ai 100 milioni di euro. La situazione in cui versa il settore delle costruzioni con particolare riferimento a quello delle opere edili è stata sintetizzata molto bene da Michael Mark Ceo di Katerra: “Immaginate di voler comprare un’auto nuova. Individuate il produttore e il modello che desiderate. Scegliete gli interni, le finiture e firmate il contratto. Immaginate che il costruttore di auto inizi a costruire l’auto che avete ordinato dopo che ha ricevuto l’ordine seguendo le specifiche che gli avete dato. Immaginate, poi, che vi prometta di consegnarla in poche settimane. Poche settimane, però, si trasformano in pochi mesi e l’auto non arriva mai. È quasi impossibile ottenere una risposta sul come mai non arrivi. Quando chiedete di essere messi in contatto con il referente della produzione non ci riuscite. Finalmente quando siete riusciti a parlargli immaginate che lui inizi ad accusare del ritardo il ragazzo responsabile della produzione del motore, il quale a sua volta dice che la colpa è del fornitore dell’acciaio che non lo ha consegnato in tempo. Immaginate di perdere ore ed ore se non giorni inseguendo persone tramite mail e telefonate a vuoto. Dopo quasi un anno, finalmente, arriva la vostra auto. Immaginatevi che il conto da pagare sia superiore del 30 per cento a quello pattuito nel contrattato. Nessuno comprerebbe un’auto in questo modo e a queste condizioni. È folle ma nel settore edile questa è la norma comunemente accettata.” Mentre la produttività globale del settore manifatturiero dal 1995 al 2014 è cresciuta del 3,6% nel settore edile è cresciuta solamente dell’1%. Il settore necessita di interventi decisi in molte aree – trattandosi di un settore complesso. Un’accelerazione degli investimenti in startup hi-tech e l’introduzione massiva di tecnologie già in fase di avanzato sviluppo potrebbe dare un boost significativo. Tra le prime 100 startup operanti nel settore delle costruzioni individuate in USA da CBInsight ce ne sono cinque le cui innovazioni potrebbero rivoluzionare il settore. Iris ( https://irisvr.com ) ha ricevuto un primo round di finanziamento di 11 milioni di dollari. Ha realizzato uno strumento di progettazione e presentazione immersiva che realizza modelli 3D in realtà virtuale; l’azienda sta creando un software che rivoluzionerà il modo in cui le persone e i professionisti, in particolare, progetteranno e condivideranno spazi digitali. Endless Robotics ( https://endlessrobotics.com/home.html ) sviluppa robot per il settore edile: il primo prodotto realizzato è un robot in grado di eseguire lavori di pittura murale decorativa negli edifici. In genere, più dell’80% di un lavoro di verniciatura in costruzioni nuove o ristrutturate è ripetitivo. Endless Robotics sta costruendo un robot autonomo che eseguirà lavori di pittura a parete accanto a professionisti. Katerra, ( https://katerra.com/en.html ) che ha recentemente raccolto 75 milioni di dollari in un primo ciclo di finanziamenti, è una startup nata in Silicon Valley che si concentra sull’utilizzo dell’innovazione e sull’impiego di soluzioni derivanti dall’analisi dei dati in tutte le fasi del processo di costruzione. L’azienda gestisce filiere di approvvigionamento end-to-end verticalmente integrate per la fornitura di prodotti e materiali da costruzione al fine di ridurre i tempi e i costi dei progetti. Fornisce materiali a livello globale e ha standard rigorosi per i fornitori. Fornendo out-sourcing a livello globale, l’azienda è in grado di aggregare la domanda per ottenere tariffe migliori e ottimizzare la rete logistica, fornendo un servizio di gestione delle scorte nel tempo e la consegna puntuale. Inoltre, Katerra dispone di propri impianti di produzione, per evitare distorsioni di produzione dovute alle condizioni meteorologiche, alle condizioni del mercato e alle problematiche del lavoro che causano comunemente problemi altrove. ZLien ( https://www.zlien.com ) ha sviluppato Express Lien, una piattaforma cloud-based che consente a tutti gli attori della supply chain del settore edile di avere un pieno controllo dei loro rischi finanziari e dei pagamenti. ZLien fornisce la tecnologia ai fornitori, ai contractor, ai subappaltatori, agli specialist e a tutti gli altri componenti della filiera. Uptake ( https://www.uptake.com ) realizza un software di analisi predittiva che raccoglie e interpreta i dati di sensori applicati in miniere, ferrovie o adottati da aziende di produzione di energia e aziende che operano nel settore delle costruzioni. Uptake integra competenze specifiche di questi settori con data scientist che insieme costruiscono soluzioni di alto valore basate sull’analisi di big data con l’obiettivo di individuare i problemi prima che si verifichino e di aumentare la sicurezza, l’efficienza e la produttività aziendali. Uptake ha ottenuto finanziamenti per complessivi 135 milioni di dollari da tre VC Fund americani e da Caterpillar.
Le soluzioni delle startup italiane
Anche in Italia qualcosa si sta muovendo. Sono nate alcune startup che hanno realizzato prodotti, prototipi o intendono realizzare soluzioni che potrebbero avere un forte impatto sul settore delle costruzioni: Archon Autonomous Drones ( http://www.archon.ai ) nata a Spilamberto (Modena) all’interno dell’incubatore Knowbel della Fondazione Democenter ( http://www.fondazionedemocenter.it ) sostenuto dalla Fondazione di Vignola che ha realizzato un software per la gestione di flotte di droni per eseguire ispezioni e monitoraggi di infrastrutture critiche come dighe, ponti, muri posti in zone dove l’accesso per l’uomo è difficile e pericoloso. Personal Factory ( http://www.personalfactory.eu ) startup calabrese che ha messo a punto una macchina per miscelare e confeziona inerti e prodotti chimici in grado di trasformare ogni rivenditore in un produttore di materiali. Rende la produzione più veloce, precisa e flessibile, consente di ridurre il costo del venduto e le scorte in magazzino e di offrire on-demand un ampio catalogo di prodotti certificati. SBSkin ( https://sbskin.it ) startup siciliana che sviluppa componenti edilizi traslucidi multifunzionali in vetromattone integrati con dispositivi fotovoltaici. La Regione Emilia Romagna guidata da Stefano Bonaccini sta costruendo le basi per una forte ripresa del settore edilizio:
- a settembre ha approvato un provvedimento per dare vita a un’unica piattaforma telematica per accedere ai servizi della Regione, dall’invio alla gestione delle pratiche si potrà fare tutto online, con una modulistica unica sull’intero territorio collegandosi a un solo sito,
- con il oppure il Build Lab ( http://www.aster.it/build-lab/homepage ) promosso da Aster ha lanciato il primo laboratorio regionale dove sperimentare azioni innovative per il rilancio degli investimenti in efficienza energetica e sostenibilità nel settore delle costruzioni, avviare e facilitare un dialogo strutturale tra gli stakeholder provenienti dall’ambito finanziario e dal settore delle costruzioni con l’obiettivo di definire una roadmap attraverso cui identificare le barriere agli investimenti, le best practice regionali, nazionali e internazionali e le soluzioni da implementare e replicare a livello locale.
Per avere una panoramica più completa sulla scena italiana non si può non andare a dare un’occhiata anche alle attività della piattaforma Smart Building (http://www.smartbuildingitalia.it ) che in Italia costituisce uno dei punti di riferimento per raccogliere informazioni idee e progetti per realizzare edifici intelligenti e ai contenuti del convegno di novembre prossimo Reinventing Costruction (http://convegno.thenextbuilding.it/milano-2017/ ) organizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Milano. Un mattone dopo l’altro si sta iniziando a costruire il futuro del settore delle costruzioni. E’ un gioco di parole ma è proprio questo il giusto modo di descrivere quello che sta avvenendo. Nonostante le difficoltà e le lentezze che i Paesi occidentali sembrano dovere affrontare nell’implementare le azioni che ci porteranno a vedere realizzate le infrastrutture di domani il cammino sembra essere stato intrapreso. Manca, però, ancora una azione forte e significativa che possa accelerare la fase di avvio per consentire di intercettare (soprattutto in Europa) la crescita che attende il settore nei prossimi anni. Contributor: Francesco Baruffi – Manager, TT Officer Fondazione Democenter
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