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Si chiama Nightswapping (ossia scambio di notti) e non ha nulla a che vedere col sesso, è piuttosto la formula trovata da una startup francese del settore travel per fare business in modalità sharing economy. Simile a Airbnb, ma probabilmente molto più autenticamente “sharing” di questa, o quantomeno concettualmente più evoluta, in quanto elimina dall’alchimia anche i soldi (così obsoleti ormai): la moneta di scambio è l’ospitalità stessa. Perchè no?
Ecco come funziona
La piattaforma permette ai suoi membri di soggiornare gratis l’uno presso l’altro, grazie ad uno scambio di notti. Ogni utente mette a disposizione la sua casa, o una stanza degli ospiti e può ricevere altri utenti.
Lo scambio di notti non deve essere simultaneo (come avviene per esempio tra coloro che si prestano vicendevolmente la casa per le vacanze), e ogni notte di ospitalità offerta da un utente va a costituire un “tesoretto” di altrettante notti che si può spendere presso altri host della comunità, ovunque si trovino nel mondo.
La piattaforma, nata in Francia, ma operativa a livello internazionale ha trovato in Italia la sua seconda più vasta community che conta 36000 utenti sui 180.000 complessivi in tutto il mondo (160 paesi).
Il fondatore Serge Duriavig (egli stesso un host della community, quindi si può andare a casa sua) racconta che l’idea, come abitualmente succede nel mondo startup, è nata durante un pranzo tra amici. Si parlava del concetto scambio casa tradizionale: niente spese d’albergo, la comodità di una ‘’vera casa’’ con un’immersione istantanea nella cultura nel luogo. Sedotto da questa idea ho provato per ben tre volte. Ma trovare chi possa ospitarti seguendo i tuoi ritmi e con un alloggio con un comfort equivalente al tuo non è per niente facile. Ho immaginato quindi un concetto nuovo ma completamente libero da questi vincoli, traendo spunto dalle mode esistenti in fatto di ospitalità: ecco come è nato il Nightswapping.
Fra i membri non c’è quindi alcuno scambio di denaro (grossa differenza con Airbnb, e certamente più corretto da un punto di vista fiscale); c’è la garanzia di un tipo di alloggio con un certo confort (non un divano come su Couchsurfing, appunto) poiché gli annunci che i membri possono mettere su NightSwapping riguardano camere degli ospiti o interi appartamenti. La piattaforma si preoccupa di garantire soggiorni sicuri ai propri membri: modera gli annunci, verifica i profili e raccoglie i feedback, e grazie alla partnership con una nota agenzia assicurativa, l’alloggio è coperto fino a 450.000€ di danni, senza spese supplementari per l’attivazione dell’assicurazione.
Ma, visto che non c’è scambio di soldi per le case, qual’è il modello di business di Nightswapping?
Non ci sono vere e proprie disclosure ufficiali su questo punto (benchè la startup sia stata oggetto d’interesse mediatico all’estero), ma possiamo trarre lumi da quelle che sono le uniche cifre richieste dal sito: 9,90 euro di costo a prenotazione di notti (sempre uguale, indipendentemente dal numero di notti impegnate); da 7 a 49 euro è il costo che può avere una notte se si vuole acquistare tale credito quando ancora non si è pronti a fare l’host (o non si desidera farlo, o ci si è appena iscritti). Il costo della prenotazione include l’attivazione dell’assicurazione, di conseguenza possiamo supporre che anche dall’accordo con la compagnia arrivino ricavi alla startup. Così come non possiamo dimenticare che qualsiasi piattaforma che richiede la nostra iscrizione e dazione di informazioni, viene in partenza da noi pagata in dati personali, anche questi sono moneta virtuale. Sono quindi anche questi dati a portare reddito nella società. Naturalmente, gli sviluppi futuri potrebbero prendere in esame svariate possibilità di revenue stream, la piattaforma si presta all’offerta di servizi a valore aggiunto, alla pubblicità , ecc. Se ha convinto qualche investitore con una piattaforma di questo tipo, i numeri evidentemente stanno in piedi.
Investitori per 4 milioni di euro
Come Crunchbase ci dice, Nightswapping si è assicurata finora 4 milioni di euro in due round, l’ultimo lo scorso giugno, che ha coinvolto Duval Group, 6eme Sens, un gruppo di business angel e la Public Bank of Investment francese. L’obiettivo è ora migliorare la piattaforma, fidelizzare i clienti e portare la community fino a un milioni di utenti in due anni, focalizzandosi in particolare nel continente europeo e in Nord America. Per dare un’idea, secondo i dati DMR Airbnb conta attualmente 60 milioni di utenti iscritti di cui 640 mila host; Couchsurfing ha una community di 11 milioni di utenti. Le ambizioni del fondatore, espresse in un documento per la stampa, fanno presumere anche ampliamenti del modello di business: “Con i miei collaboratori avanziamo nella stessa direzione: democratizzare il NightSwapping, per diventare, nei prossimi cinque anni, leader mondiale nell’intermediazione dei viaggi tra privati”. d.c
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