Succede anche per il team della startup, spesso viene usata l’espressione “ah se avessi le persone giuste…”, ma è importante capire che non basta questo per mettere energia in azienda e raggiungere gli obiettivi. Qualche tempo fa un famoso ex-allenatore di calcio disse: “la storia del gran giocatore è una grandissima bufala. Ci sono squadre che hanno investito milioni per avere la star e poi il campionato comunque non lo hanno vinto”. Nelle aziende accade esattamente la stessa cosa. “I soldi e la star non bastano, innanzitutto ci vogliono una visione, una strategia e la voglia di vincere” ha continuato poi l’ex-allenatore. Troppo spesso gli imprenditori sono alla ricerca di questa soluzione, del giocatore-star che risolverà le sorti o che porterà l’azienda al livello successivo.
Le aziende sono persone che fanno cose per altre persone
Le persone sono l’essenza di ogni azienda e quindi la variabile umana e le sue sfumature emotive devono essere tenute in grande considerazione nell’equazione del fare impresa, ma scaricare sul team le colpe o pensare che un inserimento della “star” possa risolvere tutto è pericolosamente semplicistico. La qualità del team non è data semplicemente dalla somma dei curriculum o delle esperienze individuali ma piuttosto da: 1) l’ingaggio emotivo rispetto alla missione dell’azienda (la conosco? la sento? quanto ci credo? quanta fatica voglio fare per questa?) 2) la cultura d’azienda che permette ad ognuno di esprimere il proprio potenziale e di sentirsi coinvolto (valori, comportamenti e convinzioni) 3) la chiarezza di ruoli, direzione e strategia Un team straordinario è quello che è ingaggiato emotivamente, che si sente parte di qualcosa di più grande, che sente di avere un cammino comune da fare e che ha una serie di convinzioni e comportamenti che sostengono e spingono quel cammino. Un’orchestra che suona uno spartito comune, ognuno con il suo ruolo ma con l’obiettivo che tutta l’orchestra suoni in modo eccellente, per far vivere un’esperienza straordinaria a chi la ascolta. L’allineamento del team è un argomento importante per gli imprenditori, ma nella realtà poi si dedica poco tempo a valutarne il livello o ad approfondirne gli aspetti, prestando invece troppa attenzione al singolo, perdendo di vista l’intero team. Il passaggio necessario è quello di abbandonare il luogo comune del “se solo avessi” o “è colpa di X” e partire innanzitutto dal creare o rafforzare un contesto aziendale che permetta alle persone di esprimere il loro potenziale e di dare un reale contributo. Spesso gli imprenditori raccontano il dramma di X che non fa, di Y che non è allineato, di Z che è lento e così via. Un atteggiamento molto diffuso che non permette di migliorare. A molti manager di grandi aziende, è capitato di essere contattati da altre azienda con offerte per entrare nel loro organico, per mettere il loro curriculum al loro servizio e sempre con sfide apparentemente interessanti (ristrutturare, portare evoluzione, organizzare etc), ma solo poche, davvero illuminate, si domandavano se quella era la persona giusta per la loro cultura aziendale, se lì dentro potesse realmente esprimere il suo valore. In alcune aziende si può performare estremamente bene (cuore e competenze), sentendosi parte di qualcosa, credendo in ciò che si fa e allineati con il gruppo, in altre invece ci si può sentire letteralmente un pesce fuori d’acqua che pensa, vede e si muove in modo diverso dal resto del team. In questi ultimi casi la performance si riduce alla professionalità, alla competenza, all’esperienza, ma zero cuore, zero coinvolgimento. Ci sono aziende che si sono ritrovate con “grandi manager” per il loro curriculum ma senza le caratteristiche umane necessarie e soprattutto senza poter mettere a loro disposizione un ambiente che potesse accoglierli e quindi esprimersi al meglio.
Non esiste il giocatore perfetto che funziona bene ovunque
Concentrarsi sul contenitore nel quale il team opera, fa realmente la differenza. Approfondendo i 3 punti essenziali (ingaggio emotivo, cultura d’azienda e chiarezza) il team inizierà a esprimere il suo vero potenziale. Come dice Reed Hastings, fondatore di Netflix: “il successo di Netflix è dato dalla cultura di Netflix”, dal contesto appunto nel quale i talenti sono inseriti, altrimenti si investe su talenti che poi non sono nelle condizioni di esprimere il proprio potenziale. Photo by Icons8 Team on Unsplash
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