Se siete una startup, o meglio una scaleup, con ambizioni di crescita internazionale e avete in mente di provare a farvi avanti con uno dei fondi di venture capital più noti che ha una storia invidiabile di successi avendo investito in aziende che sono diventate poi le Google, Apple, PayPal, Dropbox, LinkedIn, Eventbrite, Airbnb, Stripe, WhatsApp che oggi conosciamo, bene, segnatevi questi due nomi: Luciana Lixandru e George Robson. Sono loro i due primi partner della base europea di Sequoia Capital la cui sede principale è nella Silicon Valley e che già è attiva anche in Cina, Israele, India, mancava l’Europa ed è proprio in queste settimane che il prestigioso venture capital sta formando la sua squadra e sta cercando una sede nel west end londinese. Luciana Lixandru è stata la prima a essere portata a bordo da Sequoia Capital per gestire le future operazioni europee, di origine romena è considerata una degli astri nascenti dell’industria del venture capital internazionale e si è fatta le ossa nell’ufficio di Londra di un altro grande fondo che si chiama Accel. Più recente è l’annuncio della nomina del secondo partner, si tratta appunto di George Robson che lascia così dopo tre anni l’incarico di product lead presso Revolut. L’arrivo di Sequoia in Europa in questo momento è un segnale interessante per diverse ragioni che si possono identificare nel fatto che l’Europa sta diventando sempre più attraente perché sempre più di valore sono le startup e scaleup europee che si stanno sviluppando e che stanno dimostrando di avere nessun ritardo in termini di capacità tecnologica e di sviluppo di impresa rispetto a quelle di Usa e Cina che restano le due principali fucine globali. Ciò che manca ancora è la forza finanziaria a sostegno delle startup e scaleup europee, e se un VC come Sequoia decide, finalmente, di sbarcare in Europa anche questo gap compie un ulteriore passo verso la possibilità di essere colmato. Se è vero, come infatti è, che le startup e scaleup europee sono sempre più interessanti anche per investitori internazionali, è anche vero che i VC come Sequoia sono sempre alla ricerca non solo di venture promettenti ma anche di investimenti che si propongono con le giuste valutazioni ed è già un po’ che negli Usa molti investitori hanno iniziato a storcere il naso di fronte al fenomeno delle over-evaluation la cui differenza con l’Europa non è più tanto giustificabile. Un ruolo lo gioca anche lo scenario socio-politico internazionale con il covid-19 che ancora semina incertezza in tutto il mondo e dove c’è incertezza ci sono anche le nuove opportunità che per avere una chance di cogliere è importante fare passi in altrettanto nuove direzioni e ciò, naturalmente non vale solo per Sequoia. C’è poi l’incertezza legata alle elezioni presidenziali statunitensi ove lo scontro è, come mai prima in quel Paese, diventato molto più profondo rispetto alla tradizionale contrapposizione tra Repubblicani e Democratici. C’è poi la Brexit che tra poco meno di quattro mesi sarà effettiva, un tema che se il mondo non fosse stato colpito dalla pandemia probabilmente occuperebbe oggi il primo posto nelle cronache e analisi socio-economico-politiche, e che riserva anch’essa una bella dose di incertezze. La scelta di Sequoia di avviare le sue operazioni europee partendo da Londra è certamente motivata dal fatto che la capitale britannica offre terreno fertile per mentalità, normative e disponibilità di talenti, ma anche dal fatto che in un clima caratterizzato da forti scossoni è importante dare segnali consistenti, ambiziosi e, volendo, anche arditi. Aspettiamo ora di vedere chi saranno le altre persone che Sequoia deciderà di assumere per gestire le operazioni europee, ma soprattutto aspettiamo di vedere quali saranno le prime operazioni che il VC della ‘valle’ deciderà di condurre nel Vecchio continente per comprendere meglio quale è la strategia che intende attuare. Photo by Jakob Braun on Unsplash
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