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I portoghesi l’hanno fatto, hanno realizzato la ricerca sulle scaleup. Hanno capito che è fondamentale analizzare le startup che crescono maggiormente, che diventano globali e che non basta fermarsi alla conta delle startup da aggiornare ogni mese. La ricerca è stata presentata oggi in occasione della Scale Up Port Entrepreneurship and Innovation week presso il Palacio della Bolsa ed è stata realizzata da EIT Digital e dall’acceleratore portoghese Building Global Innovators (Bgi). I dati principali che emergono dall’analisi – che pubblichiamo qui di seguito nella sua interezza – affermano che le 25 principali scaleup portoghesi hanno raccolto complessivamente 142 milioni di dollari, che benchè le scaleup siano ampiamente finanziate anche da fondi internazionali il 32% di esse a preso soldi esclusivamente da finanziatori portoghesi compresi business angel, vc e lo stesso Bgi; che il Portogallo registra il più grande valore in proporzione in relazione ai finanziamenti per equity sia se comparata con gli Usa sia se comparata con gli altri Paesi europei e che le scaleup che operano nell’Ict e nel consumer & web registrano la maggiore raccolta di capitali. Ricerca PORTUGUESE SCALE UP REPORT 31 Maio
Scaleup Portogallo, best 25
Gonçalo Amorim, direttore esecutivo di Bgi, spiega, nell’introduzione alla ricerca che il Portogallo è stato protagonista di una forte accelerazione in termini di innovazione d’impresa nel corso degli ultimi sette anni e che già oggi grandi fondi internzionali come True Ventures, Union Square Ventures, Cisco Capital, Version Ventures, Octopus Ventures, Index Ventures, Accel Partners stanno già operando con startup e scaleup portoghesi. Questa accelerazione ha permesso così la creazione delle scaleup che sono oggetto della ricerca e che vede VeniamWorks primeggiare in termini di raccolta capitali con quasi 30 milioni di dollari raccolti e 360Imprimir, che di milioni ne ha raccolti circa 5, registrare i maggiori livelli di fatturato. Le 25 scaleup portoghesi registrano già una presenza globale con sedi e filiali in quasi tutto il globo, sono finanziate per l’80% da fondi internazionali, ciò vale soprattutto per quelle che hanno raccolto oltre 20 milioni di dollari come appunto VeniamWorks, UniPlaces e TalkDesk. Da notare che queste tre scaleup che risultano in cima alla classifica per ammontare del capitale raccolto hanno già trasferito il loro quartiere generale fuori dal Portogallo, in particolare Veniam e TalkDesk sono andate in Usa e UniPlaces in UK, inoltre altre due scaleup di questo elenco di 25 hanno sede fuori dal Portogallo, si tratta di Asap54 che ha raccolto oltre 8 milioni di dollari e che ha sede in UK e di TTR che ha raccolto 1,36 milioni di dollari e ha sede in Spagna. Altro elemento da tenere presente nella lettura del report è l’anno di fondazione delle 25 scaleup: le più datate risalgono al 2011 (Aptoide, B-Parts, iM3dical, Musikki, TalkDesk, TTR), mentre le più recenti sono del 2014 (Gleam, GuestU, Passworks, Tradiio, Xchockware). Come detto 360Imprimir è quella che registra il fatturato più consistente, seguita da TalkDesk, TTR, Baboom, UniPlaces. In totale le 25 startup danno lavoro a quasi 1200 persone, il 51,61% ha un modello B2B e il 48,39% lo ha B2C.
Investitori più attivi
Tra gli investitori maggiormente attivi per numero di deal risultano conquistare il podio i portoghesi Portugal Ventures, Faber Ventures, Shilling Capital Partners, mentre tra gli internazionali spiccano i britannici di Change Capital Partners e gli statunitensi di E.ventures. Considerando il totale dei capitali investiti nelle 25 scaleup l’82% è di origine venture capital, il 16% da business angel e il restante 2% da acceleratori e incubatori. Il report si completa con un’analisi dello scenario internazionale che mette in confronto il Portogallo con altre economie (l’Italia risulta essere il Paese con il peggiore tasso in termini di facilità di esecuzione del business) e con le schede descrittive delle 25 scaleup prese in considerazione.
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