Due dottorandi della facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento, un dottorando dell’Università della facoltà di Informatica Aldo Moro di Bari, tutti e tre ricercatori nei temi della computer vision e pattern recognition, al secolo Francesco Adamo, Dario Cazzato e Giuseppe Palestra, sono i creatori del progetto Saracen.
“Siamo appassionati di informatica, robotica e di tutte le loro applicazioni alle scienze della vita – raccontano a Startupbusiness – . Siamo i tre ‘soggetti attuatori’ del Pon Saracen (sigla che sta per Socially Assistive Robots Autistic Children EducatioN),vincitore del bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation”, il quale si propone come ausilio alle terapie per la cura dei bambini affetti da disturbi dello spettro dell’autismo”.
L’obiettivo del progetto Saracen riguarda l’utilizzo della tecnologia a favore delle persone “fragili”, in particolare bambini affetti da autismo, migliorando lo stato dell’arte per quanto riguarda i diversi supporti tecnologici utilizzati per aumentare la qualità della vita nelle persone che presentano tale disabilità dello sviluppo. Il progetto si articola nello sviluppo di a) robot con capacità sociali: “ai prodotti della robotica commerciali già esistenti (per esempio il robot Nao della Aldebaran esposto allo Smau di Bari a febbraio 2014) aggiungiamo sia gli algoritmi di computer vision e le tecniche di elaborazione e analisi delle immagini, sia il mapping tra gli eventi catturati nella scena e i comportamenti che il robot è in grado di fare, necessari a dotare il robot di capacità di interazione con i bambini autistici” e b) metriche e indici ‘oggettivi’ per gli operatori del settore: durante l’interazione, favorita dal gioco e dalla presenza di uno strumento tecnologico, il quale attrae indubbiamente chi soffre di autismo, il bambino viene costantemente monitorato dalle telecamere, le quali catturano particolari metriche, utili alla diagnosi e che permettono di misurare quantitativamente ogni eventuale miglioramento nel bambino.
Il mercato al quale i tre di Saracen si rivolgono è quello delle Aziende Sanitarie, delle associazioni di genitori, dei centri per la diagnosi e la terapia, degli ospedali. “Un domani per noi non lontano, il robot potrà entrare nelle famiglie ed essere utilizzato direttamente da casa, con l’aiuto del genitore opportunamente formato. Tramite una piattaforma web, i dati verranno analizzati periodicamente dal personale addetto, al fine di valutare i miglioramenti nel bambino e indicare i nuovi programmi da far eseguire al robot e al genitore”.
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