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Dietro l’acquisizione da parte di Paginemediche, la piattaforma che connette medici e pazienti e offre all’utente un’esperienza di salute personalizzata, della startup Visitami, portale e app di prenotazione di visite mediche e servizi sanitari (di cui non sono stati divulgati i termini economici dell’operazione), c’è l’emergere di Healthware Ventures, il braccio di corporate venture capital di Healthware Group, società focalizzata nella digital health, fondata e guidata da Roberto Ascione*. “Paginemediche è il primo investimento in Italia di Healthware Ventures , sostanzialmente una piattaforma che collega medici e pazienti sulla base dei dati – racconta Ascione – L’idea di questo team, che grazie al nostro intervento ha realizzato una prima acquisizione, Visitami, un consolidamento quindi tra due realtà italiane molto promettenti, è di realizzare un empowerment dei medici tramite uno strumento (la piattaforma) che consente di gestire digitalmente i loro pazienti, le relazioni, lo scambio di informazioni, di dati, della cartella clinica e di un percorso di cura e magari anche di prevenzione. Una piattaforma multisided, da una parte i medici e dall’altra i pazienti e che sarà sempre gratuita per questi ultimi, mentre sarà utilizzata dai medici come strumento per le proprie attività ed estensione del proprio lavoro. Crediamo molto nel team di Paginemediche, molto equilibrato anche nella distribuzione tra donne e uomini, il che ci piace molto, è anch’esso un fattore molto positivo visto il gender gap nel settore tecnologico. Siamo molto contenti di questo nostro primo investimento in Italia”. Healthware Ventures è un Corporate Venture Capital (operational corporate venture, sottolinea l’imprenditore) della digital health, settore nel quale Healthware ha sempre creduto, come racconta Ascione. “Siamo stati pionieri della digital health in Italia una vent’anni fa, una startup ante litteram. Tutto è nato da un’esigenza quasi personale: io sin da piccolo ero appassionato di computer science ma nella mia famiglia erano tutti medici, persino i nonni, e sono cresciuto cercando di coltivare queste due passioni, l’informatica e la medicina. Quando durante un viaggio estivo conobbi un gruppo di lavoro che si occupava di informatica medica, non mi sembrò vero che esistesse la possibilità di coniugare questi due mondi. Ho studiato medicina, anche se il medico non l’ho mai fatto, mi occupavo di programmazione di computer, da qui è nato poi Healthware che inizialmente si occupava di healthcare software. All’epoca, come succede alle startup, sembrava facessimo qualcosa di molto strano, ma oggi siamo qui, adesso il settore lo si chiama digital health, ma i concetti sono un po’ gli stessi: vedere come le innovazioni e le tecnologie, soprattutto quelle consumer come lo smartphone, possono impattare nella salute delle persone. Non solo nelle terapie, ma soprattutto nella prevenzione, in quella che io chiamo ‘lifestyle medicine’.” Lo scorso gennaio Healthware ha ricevuto 10 milioni d’investimento da FII Tech Growth, fatto che ha dato slancio alle sue operazioni di corporate venture e che rafforzano il posizionamento della società come realtà molto verticale, ma anche multi-sfaccettata, capace di combinare expertise in marketing, comunicazione, tecnologia, consulenza e, sempre di più, come product factory. “Oggi abbiamo sede a Londra, New York, Colonia in Germania. In Italia abbiamo uffici a Milano e il quartier generale a Salerno, dove abbiamo creato il nostro ‘life hub’ presso il Palazzo Innovazione, un ex monastero del IX secolo che abbiamo completamente trasformato in una centrale di innovazione, dove non solo c’è il nostro team, ma è un continuo via vai di startup, medici, studenti, innovatori, tutti i vari soggetti che compongono questo mondo della digital health”.
Serve più supporto alle startup della digital health
“La digital health non è l’informatizzazione della medicina, è un’intera nuova dimensione della medicina, alcuni parlano di una terza generazione, di un cambiamento simile all’arrivo dei raggi X o dei vaccini. In Italia siamo partiti un pò in ritardo, come Paese non abbiamo intercettato precocemente questo tema. Noi stessi di Healthware le nostre attività nel digital health, così come lo intendiamo oggi, le abbiamo avviate nel 2009 dagli uffici di New York. Nel tempo siamo riusciti a portare questi temi anche in Europa, prima in Germania, in UK e Francia e dal 2013 anche in Italia. Oggi cominciano a esistere in Italia momenti di aggregazione per startup della digital health, alcuni li promuoviamo noi stessi, e si comincia anche a vedere una produzione di startup che hanno una loro dimensione e capacità di crescita”.
Cosa serve esattamente alle startup digital health?
“Non servono necessariamente tanti soldi, almeno nelle fasi iniziali. Sicuramente è importante incrementare gli effort in questa direzione, ma soprattutto occorre creare in Italia una filiera completa a supporto dell’innovazione in questo ambito e che permetta alle startup di crescere. Dobbiamo ricordarci che tutto quello che si sta trasformando in maniera davvero profonda nella gestione della salute per effetto delle tecnologie digitali, sta nascendo dalle startup. Quindi è importantissimo per un Paese come il nostro, che è ai primi posti mondiali nell’industria della salute, che ha anche una tradizione da un punto di vista della medicina, delle scoperte farmacologiche, dei dispositivi medici, non perdere il treno della digital health“. Healthware Ventures è stato lanciato a inizio 2019 con ‘l’idea di investire nelle startup digital health allo stadio ‘as early as possible’ – dice Ascione – ‘perché crediamo moltissimo nei team e nei concetti di innovazione della salute. Abbiamo già fatto investimenti in alcuni Paesi e quello in Paginemediche è il primo in Italia’. Nel portfolio di Healthware Ventures vi sono: Amicomed, Grampit, Healthtunes, Hi.Health, The Pioppi Protocol, oltre naturalmente a Paginemediche.
L’operazione Paginemediche – Visitami
Visitami offre la possibilità di accedere con pochi click a un ampio database di medici e prenotare o richiedere online, entro poche ore, una visita, in studio o a domicilio a seconda delle preferenze del paziente; sono oltre 50 le specializzazioni mediche prenotabili. Inoltre offre ai medici di famiglia un servizio che migliora l’accesso al proprio studio medico fornendo uno strumento che agevola la gestione degli appuntamenti e delle comunicazioni medico paziente. Da gennaio 2016 ammontano a più di 200.000 le prenotazioni gestite. Con l’acquisizione, Paginemediche punta a favorire l’empowerment digitale del medico nella gestione del paziente mettendo a disposizione una piattaforma integrata, capace di rispondere alle più diverse esigenze che intercorrono nel rapporto tra i due (dalla prenotazione delle visite alla possibilità di usufruire del teleconsulto). Il servizio di prenotazione online va ad arricchire l’offerta dei servizi di Paginemediche, finalizzata alla costruzione di programmi di salute personalizzati che consentono di interagire con i medici per un consulto diretto o attraverso la prenotazione di una visita. Da gennaio 2019 sono stati oltre 15 milioni gli utenti che hanno fatto accesso a Paginemediche e hanno usufruito dei servizi della piattaforma, più di 10.000 i professionisti registrati al servizio Medici Online. “L’acquisizione – dichiara Graziella Bilotta, CEO di Paginemediche – rientra nel piano di crescita della società, che ambisce a diventare un punto di riferimento strategico per medici e pazienti. Digital health e digital therapeutics rappresentano le aree su cui continuare a investire per contribuire alla realizzazione di un sistema della salute basato sul valore e sulla centralità del paziente”
L’impegno di Healthware nelle digital therapeutics
Un ambito molto importante della digital health è quello rappresentato dalle digital therapeutics, ovvero un intervento software o software più farmaco, che è stato validato scientificamente proprio come si farebbe con un farmaco, con studi clinici e controllati, e che ha un effetto terapeutico su alcune patologie. “Può sembrare strano curarsi con un software – dice Ascione – ma è una realtà. Ci sono diversi ambiti applicativi: tutto quello che noi possiamo fare riguardo all’alimentazione o all’igiene del sonno, se organizzato in un programma che un software mi aiuta a eseguire e mantenere e questo determina un effetto terapeutico misurabile e riproducibile con degli studi clinici, sono davanti a una terapia digitale. Un altro esempio applicativo è la realtà virtuale per la gestione delle fobie o per la psicoterapia in tutta una serie di ambiti; o ancora nella terapia del dolore cronico. Poi esistono una serie di problemi a carico del sistema nervoso centrale, come i disturbi dell’attenzione nel giovane o nel bambino, per i quali esistono videogiochi attivi, in grado di stimolare alcune aree del cervello che effettivamente a un certo tipo di stimolo rispondono con un miglioramento funzionale. Ma gli esempi sono davvero tantissimi: ci sono digital therapeutics che si occupano di disturbi cardio-metabolici, di diabete, ipertensione. I digital therapeutics sono una grande promessa e anche noi come Healthware siamo impegnati in questo settore fin dalla sua nascita, siamo anche membri della Digital Therapeutics Alliance che riunisce startup e grandi aziende. Serve un’evoluzione normativa: la Germania nel 2020 debutta con una legge specifica per la prescrizione e rimborsabilità delle digital therapeutics, Francia e UK lo hanno già fatto, anche in Italia ci sono gruppi di lavoro che stanno costruendo i presupposti perché si vada in questa direzione, che è anche in grado di portare risparmi nel sistema sanitario”. *Roberto Ascione (classe 1973, nato a Napoli) è un imprenditore e riconosciuto leader globale nel campo della salute digitale. Fondatore di Healthware Group nel 2016 è stato nominato Top Leader del settore globale dall’organizzazione Health 2.0. Da poco è uscito il suo ultimo libro (ed. Hoepli): “Il futuro della salute. Come la tecnologia digitale sta rivoluzionando la medicina (e la nostra vita)”. Qui il suo sito personale.
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