A qualche giorno di distanza dalla presentazione ufficiale del Rapporto Restart Italia, di cui avevamo parlato qui, e in attesa dell’approvazione del Decreto Sviluppo bis che dovrebbe (almeno in parte) accoglierne le indicazioni, gli umori di chi opera nell’ecosistema dell’innovazione italiano sono generalmente positivi sul Rapporto della Task Force, differenti e cauti sul Decreto, del quale per il momento esiste solo la cosiddetta “bozza”. Un documento pronto per affrontare il vaglio del Consiglio dei Ministri e che potrebbe uscire dall’aula modificato.
Una questione non nuova ma ben affrontata dal Rapporto e molto significativa per sostenere il mondo startup è la “detassazione degli investimenti privati in startup”: un capitolo che in definitiva indica la strada maestra che permette allo Stato di incentivare la partecipazione attiva dei privati cittadini all’ecosistema dell’innovazione. Quando si parla di business angel e di crowdfunding stiamo infatti parlando proprio di questo: privati cittadini, persone fisiche (generalmente benestanti nel primo caso, anche no nel secondo), che investono capitali personali in una nuova iniziativa imprenditoriale ad alto rischio. Nell’angel investing almeno 2/3 degli investimenti vanno male.
Incentivare con un meccanismo di detassazione l’apporto di capitali privati nella filiera degli investimenti in startup innovative è certamente una leva importante capace di liberare nuove risorse economiche e sulla quale il Governo non potrà fare a meno di legiferare. Il nodo è capire quanto sarà volenteroso e visionario l’attuale Governo in questo senso, la materia fiscale in Italia non ha mai brillato in modernità e coraggio.
Iban, Associazione che rappresenta il punto di riferimento istituzionale per molti business angel italiani, ha espresso ufficialmente il proprio plauso (vedi qui per integrale comunicato stampa) attraverso le dichiarazioni del suo Segretario Generale Tomaso Marzotto Caotorta, particolarmente in relazione a una delle novità del rapporto, vale a dire la proposta di sgravi fiscali per gli investimenti di capitali privati in start up in quote di minoranza.
“Siamo lieti di costatare come la task force ministeriale abbia recepito l’importanza e il ruolo cruciale dei business angels per la generazione di nuova impresa di alto potenziale, d’innovazione, di posti di lavoro in Italia” – afferma Tomaso Marzotto Caotorta Segretario Generale IBAN- “In particolar modo la proposta di detassare al 30% gli investimenti privati in start up raccoglie un nostro preciso suggerimento espresso in una nota alla Segreteria Tecnica del Ministro Passera gia all’inizio dell’anno. Se tradotta in decreto questa misura non potrà che contribuire positivamente alla crescita ulteriore delle operazioni di angel investing nel nostro paese che, lo ricordiamo, sono aumentate anche nel 2011 a dispetto della difficile congiuntura economica”.
IBAN esprime parere favorevole anche sugli incentivi proposti a sostegno del Corporate Venture e sulle misure volte a sdrammatizzare le procedure di liquidazione per le start up destinate al fallimento.
Ottimisti ma cauti i pareri di altri altri attori dell’angel investing italiano.
“Molto bravi quelli della task force che hanno fatto un bel report esaustivo e con molti suggerimenti buoni – afferma Lorenzo Franchini, Managing Director di IAG (il principale gruppo di angel in Italia) – ma attendiamo di vedere come tutto questo si traduce in legge, perchè nell’attuale bozza di Decreto le misure fondamentali che dovrebbero far ripartire gli investimenti sono totalmente spuntate, vedi l’incentivo agli investimenti privati, che da una proposta della task force del 30% fino a 1 mil su tutti i tax payer, sono passate (in bozza decreto) al 19% fino a 500k ma solo per chi ha un’aliquota sopra il 33% , cioè per il differenziale da quell’aliquota, una misura di questo tipo non farà nessuna differenza.”
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