Proprio in questi giorni dello scorso anno anche in Italia si cominciava a parlare di zone rosse, lockdown, mascherine. Ancora non sapevamo, in quei giorni, cosa avrebbe davvero significato la pandemia e la nuova normalità che si portava dietro, fatta di smart working e tanto tempo in casa. Il boom dei servizi online che ne è derivato è stato enorme, non solo sul fronte delle applicazioni digitali per il lavoro, ma anche di quelle ‘per vivere’. Prendiamo il cibo: per gli italiani è un momento non solo legato alla nutrizione, ma alla convivialità e al buon gusto (sinonimo di buon vivere). In lockdown le nostre cucine sono diventate laboratori e il ristorante è stato sostituito dal food delivery. Un fenomeno che era già scattato prima della pandemia, quello della consegna a domicilio di cibo, ma che nel 2020 ha raggiunto una crescita del mercato molto forte. Un esempio molto interessante è rappresentato da Alfonsino, delivery italiano nato per servire i piccoli centri, dimenticati spesso dalle grandi catene, che ha registrato nel 2020 +130% di fatturato, Ebitda positivo, +190% di incremento del personale, quasi 9 milioni di euro di piatti consegnati nel 2020 (grazie a oltre 300.000 consegne) pari al 265% rispetto all’anno precedente. “Alfonsino è una realtà del food delivery presente in 8 regioni italiane e 300 comuni. – dice CEO & Co-Founder Carmine Iodice. – Il nostro modello di business si concentra sul food delivery dei piccoli centri, ovvero quelli in cui la popolazione è compresa tra i 50.000 e i 250.000 abitanti. Il servizio raccoglie le ordinazioni dei clienti attraverso l’omonima app o tramite un chatbot nativo su Facebook Messenger, ed effettua poi le consegne attraverso i rider, che prelevano i prodotti dai partner che hanno aderito al servizio e li recapitano a casa dei clienti in soli 30 minuti dalla ricezione dell’ordine”. Alfonsino ha 800 rider e 1000 partner all’attivo, un round di finanziamento di 436mila euro con una campagna di equity crowdfunding che ha segnato un overfunding del 125%. Nel 2020 la startup casertana si è anche aggiudicata l’ingresso nella piattaforma di business di UniCredit Start Lab, risultando prima nella categoria ‘Innovative made in Italy’. Ricordiamo che per il 2021, la call di Start Lab sarà aperta fino al 20 aprile per accogliere le candidature di nuove e promettenti startup. Per iscriversi a Start Lab 2021. Tra gli aspetti che hanno distinto Alfonsino c’è la capacità di realizzare un servizio perfetto per il next normal. “La pandemia ha cambiato per sempre le abitudini dei consumatori. – continua Carmine Iodice – Questo ha generato delle forti implicazioni sia per i clienti finali che per i ristoratori associati. Se prima per questi ultimi il food delivery era considerato un canale complementare e alternativo di vendita, oggi è uno strumento utile per tante piccole e medie imprese per rispondere prontamente alle esigenze di questo mercato in continua evoluzione. Allo stesso tempo per i clienti finali se prima della pandemia ordinare sulle piattaforme di delivery era una comoda alternativa, oggi per via delle restrizioni e le limitazione alle aperture al pubblico dei ristoranti, è spesso l’unica via percorribile oltre l’asporto”. Alfonsino, dunque, risulta vincente non solo come servizio al consumatore finale, ma come strumento che permette ad altre attività di andare avanti, uno strumento che in definitiva genera resilienza nel sistema. “E’ vero – dice Carmine – Per me la resilienza è proprio la capacità di generare un cambiamento positivo nella società, tramutando problemi in nuove opportunità. Anche noi ci siamo in parte reinventati. In concomitanza con l’emergenza sanitaria, abbiamo diversificato la natura della merce consegnata ai nostri clienti, implementando in alcune località servite Alfonsino Grocery: il servizio che consegna a domicilio la spesa da supermercati e negozi di beni di prima necessità, comprese farmacie, ottiche, pet food, fiorai e così via. L’iniziativa è nata al fine di offrire un servizio necessario, ha avuto successo e dopo la fase di test iniziale, stiamo gradualmente implementando il servizio su tutto il territorio nazionale”. La resilienza è anche la capacità di accettare il cambiamento e muoversi velocemente per adattarsi a nuove situazioni, ci dice invece Luca Emili, CEO e fondatore di InSilicoTrials, startup healthcare triestina, con un team distribuito tra Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti, che certamente ha vissuto la pandemia come ‘la tempesta perfetta’ in cui emerge chiaramente tutto il valore di quello che fa.
“InSilicoTrials nasce per democratizzare il mondo dell’healthcare consentendo a tutte le aziende, e non solo ai big player del mercato, di utilizzare la simulazione computazionale, una tecnologia avanzatissima ed estremamente complessa, che è in grado di ridurre significativamente tempi e costi di sviluppo di medicinali e dispositivi medici. – ci dice Luca Emili – La nostra idea, per ora unica al mondo, che rende fruibile a tutti la simulazione è una piattaforma su cloud dove si possono scegliere i prodotti/modelli matematici di proprio interesse come su Netflix e pagare solo per il tempo di utilizzo. Questo si traduce in costi decisamente competitivi”. Grazie al suo grandissimo potenziale e alla sua importante mission, Insilico Trials è tra le startup premiate dalla call UniCredit Start Lab 2020 in ambito life science, fatto che la supporterà nel processo di crescita. “Il lockdown non ha impattato in alcun modo la nostra attività ma la crisi generata dal Covid sì, il nostro business che era già in forte espansione ha ricevuto un’ulteriore spinta, dal momento che il Covid19 ha dimostrato al mondo intero la necessità di ridurre i lunghissimi tempi di sviluppo di nuovi farmaci (circa 10 anni per un medicinale o un vaccino), cosa che la nostra piattaforma tecnologica consente di fare. Il fatto che diverse case farmaceutiche siano riuscite a sviluppare un vaccino anti-Covid in pochi mesi dimostra che la strada da noi indicata è quella giusta”. “Siamo una health tech company, quindi la tecnologia e l’innovazione sono nel nostro DNA. Se c’è una cosa che l’emergenza globale ha indicato a tutti è proprio la necessità di spingere l’acceleratore sulla digitalizzazione, cosa che noi già facevamo e che continueremo a fare. Siamo convinti che sempre più aziende farmaceutiche e produttori di dispositivi medici capiranno nel post pandemia l’importanza di innovare, di digitalizzare sempre più le attività, di lavorare in totale sicurezza sul cloud, di fare leva su tecnologie all’avanguardia come la simulazione computazionale per sviluppare nuovi farmaci e vaccini molto più velocemente senza rinunciare alla sicurezza”. Le startup attive nei settori Innovative Made in Italy (agrifood, moda, design, turismo, meccanica, robotica, nanotecnologie e Industry 4.0); Digital (mobile apps, internet of things, servizi e piattaforme B2B, sistemi cloud, hardware e intelligenza artificiale); Life Science (biotecnologie e farmaceutica, dispositivi medici, digital health care e tecnologie assistive); Clean Tech (efficienza energetica, energie rinnovabili, trattamento dei rifiuti e mobilità sostenibile), possono candidarsi entro il 20 aprile alla nuova edizione di UniCredit Start Lab. Maggiori informazioni a questo link.© RIPRODUZIONE RISERVATA