Problema AIDS, ecco 5 startup che lavorano alla soluzione

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I numeri dell’AIDS a livello globale sono ancora raccappriccianti, soprattutto se si considera che si concentrano in alcune aree del mondo e che la pandemia prolungata da Covid-19 sta aggravando la situazione. In questi giorni l’Unicef ha pubblicato un nuovo rapporto secondo il quale nel 2020 almeno 310.000 bambini sono stati contagiati dall’HIV, ovvero oltre un bambino ogni due minuti. Altri 120.000 bambini sono morti per cause legate all’AIDS durante lo stesso periodo, un bambino ogni cinque minuti.

Ulteriori highlights inclusi nel rapporto HIV and AIDS Global Snapshot :

  • 160.000 bambini di età compresa tra 0 e 9 anni hanno contratto l’HIV, portando il numero totale di bambini in questa fascia di età che vivono con l’HIV a 1,03 milioni;
  • 150.000 adolescenti tra i 10 e i 19 anni hanno contratto l’HIV, portando il numero totale di adolescenti che vivono con l’HIV a 1,75 milioni;

  • 120.000 ragazze adolescenti hanno contratto l’HIV, rispetto ai 35.000 ragazzi adolescenti;

  • 120.000 bambini e adolescenti sono morti per cause legate all’AIDS; 86.000 da 0 a 9 anni e 32.000 da 10 a 19 anni;

  • in Africa orientale e meridionale, i nuovi contagi annuali tra gli adolescenti sono diminuiti del 41% dal 2010, mentre in Medio Oriente e Nord Africa i contagi sono aumentati del 4% nello stesso periodo;

  • 15,4 milioni di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori per cause legate all’AIDS l’anno scorso. Tre quarti di questi bambini, 11,5 milioni, vivono in Africa sub-sahariana. I bambini rimasti orfani a causa dell’AIDS rappresentano il 10% di tutti gli orfani del mondo, ma il 35% di tutti gli orfani vive nell’Africa subsahariana.

“L’epidemia di HIV entra nel suo quinto decennio nel contesto di una pandemia globale che ha sovraccaricato i sistemi sanitari e limitato l’accesso ai servizi salvavita. Nel frattempo, la crescente povertà, i problemi di salute mentale e gli abusi stanno aumentando il rischio di contagio per i bambini e le donne”, ha detto il Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “A meno che non intensifichiamo gli sforzi per risolvere le disuguaglianze che guidano l’epidemia di HIV, che sono ora esacerbate dal COVID-19, rischiamo di vedere più bambini contagiati dall’HIV e più bambini che perdono la loro lotta contro l’AIDS”.

“La ricostruzione migliore in un mondo post-pandemico deve includere risposte all’HIV che siano basate sui dati, incentrate sulle persone, resilienti, sostenibili e, soprattutto, eque”, ha dichiarato Fore. “Per colmare le lacune, queste iniziative devono essere fornite attraverso un sistema sanitario rafforzato e un impegno significativo di tutte le comunità colpite, specialmente le più vulnerabili”. [infografica id=”109970″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-width infoImg-contain-width-transform hide” alt=”grafico unicef su aids” ] Ricordiamo che ad oggi, non esiste una cura definitiva per l’HIV, anche se il trattamento antiretrovirale (ART) può controllare il virus e permette a molte persone con HIV, qualora le si possa curare,  di vivere una vita lunga e abbastanza sana senza sviluppare l’AIDS. Tuttavia, il virus tende a mutare e diventa sempre più resistente ai farmaci retrovirali, pertanto la speranza è riposta in un vaccino e in cure di nuova generazione. Recentemente un team di ricercatori giapponesi ha reso noto che un vaccino che stanno sviluppando ha eliminato con successo l’HIV nelle scimmie.

In questo scenario che ruolo può giocare l’innovazione?

Sappiamo che l’ambito sanitario nel suo complesso pullula di startup, specialmente quelle che arrivano dalla ricerca e dalle università, per quanto sia un territorio non facile sopratutto quando parliamo di biotech e medtech, per le tempistiche e i capitali ingenti richiesti. Sappiamo anche che lo stesso Covid-19 ha tra i suoi nemici una startup, Moderna Therapeutics, pioniera di un nuovo sistema di medicinali basati su RNA messaggero, alla base anche del vaccino Spikevax. Anche in relazione all’AIDS – sindrome da immunodeficienza acquisita –  risposte efficaci possono arrivare dalla collaborazione internazionale tra la ricerca, le startup, e le grandi aziende. Ecco una carrellata di startup con grandi ambizioni, potenzialmente in grado di avere un impatto notevole nella lotta a questa malattia.

HIVSmart! – Canada

E’ un’applicazione mobile e open-source che combinata con un autotest per l’HIV permette di avere una diagnosi, facendo risparmiare tempo e aumentare i tassi di screening, consulenza e trattamento.Sviluppata da un tema di ricercatori canadesi del McGill, questa soluzione può essereuna vera rivoluzione perchè la causa della diffusione del virus in molti Paesi è proprio la mancanza di consapevolezza di aver contratto il virus, la mancanza di accessibilità a esami diagnostici e spesso anche lo stigma associato.

Vir Biotechnology – Usa

Questa biotech statunitense intende dare battaglia a tutte le malattie infettive, facendo leva sulla combinazione di studi e analisi immunologici e tecnologie all’avamguardia.  Attualmente Vir ha implementatato quattro piattaforme tecnologiche che sono progettate per stimolare e migliorare il sistema immunitario sfruttando le osservazioni critiche dei processi immunitari naturali. La sua attuale pipeline di sviluppo consiste in prodotti che hanno come obiettivo il COVID-19, il virus dell’epatite B, l’influenza A e il virus dell’immunodeficienza umana. http://www.vir.bio/

Nurx – Usa

Esiste una profilassi per proteggersi dall’esposizione al virus dell’HIV , sinteticamente detta ‘PrEP’ – (Pre-exposure Prophylaxis) che consiste in una pillola giornaliera.
Nurx, società statunitense, fornisce una pillola PrEP che descrive efficace al 99% nella prevenzione e che può essere spedita a casa in modo del tutto anonimo e senza stress.
La pillola può essere presa da persone negative all’HIV e dopo aver risposto a una survey sul sito o in app, cui segue l’invio a casa di un test che confermerà che la pillola Nurx è adatta al soggetto. Il trattamento è trimestrale, ogni eventuale rinnovo richiede un nuovo test di monitoraggio.
https://www.nurx.com

Biosantech – Francia

E’ una startup francese che ha sede a Sophia Antipolis, il suo obiettivo è creare un vaccino contro ogni variante del virsu dell’HIV.  Ha un accordo di cooperazione esclusiva con il CNRS e l’Università di Aix Marseille ed è titolare della licenza esclusiva per sviluppare e commercializzare i brevetti del vaccino del “TAT Oyi”.
BIOSANTECH è, ad oggi, l’unico vaccino terapeutico al mondo ad essere stato autorizzato a passare alla fase II delle prove III, necessarie per la sua commercializzazione. I risultati della prova di efficacia del vaccino sui malati di AIDS sono in corso. Il loro sito.

ImmunoLogik – Germania

Questa startup tedesca, entrata in campo anche nella lotta al coronavirus, sta lavorando a dei farmaci innovativi e non convenzionali per aiutare i malati che non possono essere curati con i classici antiretrovirali perché hanno sviluppato resistenza e che morirebbero a causa dell’inevitabile insorgere dell’AIDS.  Il nuovo trattamento si chiama IML-106 e prende di mira i componenti della cellula ospite,  essenziali per la replicazione dell’HIV. L’obiettivo è quello di ridurre significativamente il rischio di variazioni del virus resistente.
https://immunologik.de/

  Photo by National Cancer Institute on Unsplash

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