Premio Demattè Private Equity of the Year, 23 operazioni finaliste a contendersi il riconoscimento

Per l’undicesima edizione del Premio Private Equity of the Year, intitolato all’economista, professore e anche Presidente Aifi Claudio Demattè morto nel 2004, record di operazioni in finale. Un ottimo segnale, secondo quanto dichiarato da Aifi e EY, che organizzano il Premio, per il il private equity italiano che indica come tanti fondi stiano intensificando le proprie attività e come anche il posizionamento dell’Italia, in questo settore, a livello globale stia migliorando.   Sono 23 in tutto le operazioni tra le quali il prossimo 18 dicembre verrà scelto il vincitore del riconoscimento e sono suddivise nelle categorie Early Stage, Expansion, Buy Out. Per ognuna delle categorie ci sarà un vincitore, ovvero il Fondo o SGR che ha realizzato l’operazione ritenuta maggiormente in linea con le linee guida del Premio “Tra i valori trainanti c’è il riconoscimento dell’operazione quale motore di sviluppo in grado di creare valore aggiunto e di stimolare la crescita economica apportando benefici alla comunità. L’obiettivo principale del premio è di valorizzare le operazioni realizzate in Italia che sulla base di criteri quantitativi e qualitativi, a seguito del disinvestimento, dimostrano di aver incrementato la crescita e la competitività delle imprese”. A contendersi l’award per il settore early stage IMI Fondi Chiusi SGR per l’operazione AdmantX, azienda attiva nel software per l’analisi semantica dei testi; Sofinnova Partners per l’operazione Eos, società biotecnologica che ha scoperto un nuovo farmaco antitumorale. IMI Fondi Chiusi SGR, già lo scorso anno, insieme a Innogest SGR nell stessa categoria early stage, che è quella in cui maggiormente si intercettano le operazioni VC in startup innovative, aveva ottenuto il riconoscimento per l’operazione Silicon Biosystems. “Per la prima volta in undici edizioni del Premio Dematté, abbiamo ben 23 operazioni finaliste – ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIFI. – è un risultato che dimostra come i fondi abbiano lavorato bene in questi anni di crisi e abbiano dato valore alle aziende italiane facendole diventare dei fiori all’occhiello ed esempi da imitare. Guardando a queste operazioni sono ottimista verso il nostro Paese che, nonostante le difficoltà del periodo, continua a lavorare e a produrre beni e servizi che sono eccellenze ognuna per il proprio settore”. “Rispetto al 2013 si è assistito ad un significativo incremento delle operazioni – commenta Umberto Nobile, Mediterranean Transaction Support and Private Equity Leader di EY – a dimostrazione della presenza di maggiore liquidità sui mercati, soprattutto globali. Ad aumentare è anche il coinvolgimento di operatori internazionali, sia finanziari che industriali, interessati ad investire in società italiane, in particolare se orientate al mercato global, dove l’Italia conferma di avere società export Champion. Questo interesse ha contribuito ad accrescere la competitività per gli operatori locali di private equity focalizzati principalmente su operazioni nel mercato domestico”. I nomi dei vincitori saranno comunicati nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà la sera del 18 dicembre presso il Museo della scienza e della tecnologia di Milano.      

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