La startup italiana KeyCrime ha ricevuto 1,2mln € in un investimento guidato da Oltre Venture e che ha coinvolto l’imprenditore Giorgio Gandini e la multinazionale, leader nel settore analytics, SDG Group. Un investimento che potrebbe a prima vista sembrare fuori focus rispetto alla linea di Oltre Venture, l’unica società italiana di Venture Capital guidata e fondata da Luciano Balbo e Lorenzo Allevi che, dal 2006, investe in imprese a forte impatto sulla società. In realtà non lo è: la moderna società civile richiede sempre più sicurezza e non ha mai sufficienti risorse economiche da destinare alle forse dell’ordine e prevenzione del crimine ed una soluzione tecnologica dal costo contenuto, che sfrutta dati e algoritmi nella lotta al crimine, ottenendo risultati tangibili e misurabili (57% in meno di rapine, 2,5 milioni di danni evitati, malviventi assicurati alla giustizia), ha un alto valore di impatto sociale. KeyCrime è nata una decina di anni fa fondata da un poliziotto (oggi Ceo della società) Mario Venturi che ha avuto l’illuminazione di utilizzare e mettere in relazione i dati già presenti in tutte le denunce e i documenti delle forze dell’ordine per creare un sistema informatico in grado di fare previsioni. Questo ambito software si chiama ‘predictive policing’, sta emergendo in tutto il mondo grazie all’avanzare degli analytics, dell’intelligenza artificiale, della digitalizzazione degli uffici pubblici, della raccolta dei dati. Una delle principali metriche per misurare i sistemi di predictive policing è naturalmente la loro efficacia e sotto questo punto di vista KeyCrime si sta dimostrando al di sopra della media di altri sistemi utilizzati nel mondo. I software di predizione stanno evolvendosi rapidamente, sono sempre più attendibili ed anche più appetibili per il mondo del venture capital, anche quelli che si occupano di ‘social innovation’ come è Oltre Venture. Cosa fa KeyCrime Per il momento il software, che è già stato sperimentato con successo dalla Polizia di Milano, è circoscritto alla prevenzione delle rapine commesse da criminali seriali. In sostanza, inserendo nel sistema KeyCrime i dati delle rapine già commesse, il software trova poi correlazioni e calcola le probabilità di ulteriori eventi (dove, come e quando). A questo punto, la situazione è sottoposta a particolare vigilanza e attenzione, con servizi mirati, utilizzando anche personale in borghese: ciò permette di effettuare arresti in flagranza, o semplicemente evitare che il crimine si commetta. Il prof. Giovanni Mastrobuoni del Dipartimento di Economia dell’Università dell’Essex, dal 2008 al 2011 ha analizzato KeyCrime, concentrandosi sui risultati ottenuti con KeyCrime e ha rilevato che durante il periodo di valutazione, il tasso di tali rapine è sceso. “Quando si utilizza questa innovazione informatica avanzata ma poco costosa, le differenze nella produttività della polizia sono notevoli”, ha spiegato Mastrobuoni. Il software raccoglie e analiza circa 11.000 bit di informazioni su ogni rapina – ora, data, luogo, tipo di attività, tipo di crimine e sui criminali coinvolti – la loro età percepita, altezza, struttura del corpo, pelle, capelli, colore degli occhi e abbigliamento. Essa tiene anche conto dei dettagli relativi alle armi coinvolte e al tipo di veicolo coinvolto nel reato, ad esempio l’auto in cui il criminale è fuggito. Questo viene poi combinato con i rapporti della polizia, le interviste con le vittime e le riprese della telecamera di sorveglianza prima di utilizzare i confronti per stabilire collegamenti al fine di identificare e prevedere le strategie criminali. I rapinatori sono creature abitudinarie e le bande criminali tendono a selezionare gli stessi tipi di attività commerciali, intorno alla stessa ora del giorno e nella stessa città o quartiere, soprattutto se le rapine precedenti sono state lucrative. “Quando queste abitudini sono correttamente monitorate e identificate, tale prevedibilità può essere sfruttata in modo efficace”, ha detto Mastrobuoni. Chiaramente il sistema può essere scalato su altri generi di crimini (per esempio si sta già lavorando su furti in casa e violenze sessuali), l’algoritmo può ancora evolversi parecchio sfruttando sempre di più intelligenza artificiale e la capacità di autoapprendimento (machine learning), ma già i risultati raggiunti sono stati straordinari, risultati “misurati” anche dalla facoltà di economia della Essex University (Uk) e dal National Bureau of Economic Research di Boston (USA). Qui di seguito i fattori che secondo Oltre Venture, rendono KeyCrime una startup a impatto sociale: , -Riduzione del numero di crimini – Aumento della durata della pena per i criminali grazie al collegamento con altri reati – Riduzione dei costi dell’autorità giudiziaria – Aumento della sicurezza per gli agenti in servizio che conoscono le caratteristiche dei criminali Con le nuove risorse economiche oltre al continuo sviluppo della tecnologia, si punterà all’espansione sul mercato mondiale, resa possibile anche da un accordo di partnership tecnologica appena sottoscritto con la multinazionale IBM.
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