Il bello di questo fondo non sono solo i 60milioni di euro di cui si è dotato, o la collaborazione tra un venture capital che in questo caso è 360 Capital Partners e una università che in questo caso è il Politecnico di Milano, e volendo non è nemmeno solo il fatto che si tratta del terzo veicolo, dopo Vertis e Sofinnova, in cui confluiscono capitali del programma ITAtech, il bello è che tra gli LP, quindi tra coloro che partecipano al capitale, vi sono anche le imprese. In particolare si tratta di Brembo e di Maire Tecnimont che partecipano entrambe spinte dal desiderio sia di portare un loro fattivo contributo al progetto e alle startup in cui il fondo investirà, sia per contribuire alla costruzione di un ecosistema che è più forte se si poggia sulle tre gambe dell’accademia, della finanza e dell’impresa come hanno sottolineato sia Matteo Tiraboschi, vice presidente operativo di Brembo, sia Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont. A battezzare la nascita del fondo che si chiama Poli360 sono stati Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano che ha enfatizzato come la traduzione della ricerca in valore industriale sia aspetto chiave e ha condiviso il suo impegno a visitare uno dei tanti laboratori del Politecnico ogni 15 giorni, e da Fausto Boni, fondatore e general partner di 360 Capital Partners, il quale ha sottolineato come oggi la sua organizzazione gestisce tra l’Italia e la Francia tre fondi per un totale di 300milioni di euro circa. “Poli360 è la risposta a tutti quei ricercatori che hanno il desiderio di sviluppare il loro lavoro anche in un’ottica di impresa, è la risposta a coloro che fino a ieri sentivano la necessità di dovere andare all’estero per farlo, ed è la dimostrazione della capacità del nostro Ateno di fare squadra e di lavorare insieme a professionisti che conoscono le dinamiche della finanza e del mercato, sarebbe stato un errore se avessimo pensato di farlo da soli”, dice il Rettore il quale ricorda anche che il fondo non è esclusivo, ovvero non si rivolge solo agli studenti del Politecnico di Milano ma è aperto a chiunque stia sviluppando un progetto anche in altre università e anche non a Milano. “Molti mi considerano un decano del venture capital – esordisce Boni – , è vero sono 20 anni che faccio questo mestiere e dopo tutto questo tempo ho imparato una cosa fondamentale: trovare i soldi non è facile, non lo è in generale e non lo è in Italia in particolare e soprattutto i soldi da soli non sono sufficienti, certo servono, ma serve anche ottimismo che è altro elemento necessario e serve trovare buone idee con buoni team”. “E’ fondamentale che vi siano persone con le competenze e l’esperienza in investimenti in venture capital – aggiunge Resta – perché per noi tutti i progetti che nascono dall’Università sono nostri figli e quindi avremmo difficolta a preferire uno più di un altro, così come è fondamentale anche la presenza delle imprese che ci aiutano ad avere una visione più industriale”. Con il lancio di questo fondo, aggiunge il Rettore, si compie un altro tassello del processo di costruzione del distretto dell’innovazione nell’area della Bovisa: “un’area periferica che sta crescendo e sviluppandosi proprio come è anche nei piani dell’amministrazione comunale, noi non possiamo risolvere i problemi di tutte le periferie ma alla Bovisa possiamo portare un significativo contributo”, un contributo che si innesta nel progetto denominato ‘Manifattura Milano’ che, come ha detto l’assessore alle politiche del lavoro del Comune Cristina Tajani intervenuta all’evento di presentazione del nuovo fondo. A dare forza al progetto anche due storie di imprese. Una, nata originariamente al Politecnico di Torino, in cui 360 Capital Partners ha creduto fortemente che si è evoluta negli anni con anche qualche difficoltà e che oggi è stata acquisita da Engie, è quotata a Euronext e ha una valutazione di 150 milioni di euro. L’azienda si chiama EPS, Electro power system e ha sviluppato tecnologie innovative per la produzione e l’accumulo di energia. La seconda è invece una startup nata nel Politecnico di Milano e emersa in occasione dell’evento Switch2Product del 2017, evento pensato proprio per fare emergere la ricerca in chiave di sviluppo imprenditoriale e che il Rettore ha definito come il primo possibile candidato a un investimento da parte di Poli360, e si chiama Phonomic Vibes. La startup, spiega il suo co-fondatore Luca D’Alessandro, ha sviluppato pannelli fononici basati su meta materiali che consentono di ridurre le vibrazioni generate dalle infrastrutture di trasporto come ferrovie, metropolitane, strade, aeroporti: “al momento stiamo sviluppando i primi progetti pilota in collaborazione con Ferrovie Nord e Atm”, dice il giovane imprenditore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA