Una certezza che Luigi Gioni, co-founder e Ceo di Plannify, comunica tra le righe è che questa startup abbia il giusto mindset per essere vincente.
Come nello sport, anche nel mondo imprenditoriale (specialmente quello digitale che si gioca immediamente e duramente a livello globale) il successo è sopratutto una questione di carattere. Gli investitori early stage non smettono di sottolineare che fondamentalmente investono sui team.
Plannify, dopo essere stata incubata per circa un anno in Digital Magics, è apparsa pronta per fare un salto e ha guadagnato la fiducia di una cordata di investitori: l’aumento di capitale annunciato nei giorni scorsi è di 725k mila euro, di cui oltre 500 già sottoscritti da Atlante Seed, Withfounders e un operatore privato molto grosso del turismo, il Gruppo Uvet.
Si tratta, in breve, di una piattaforma web e mobile per trovare eventi, manifestazioni, iniziative geolocalizzate e con funzionalità social, conta a oggi 15 mila utenti registrati e 300 mila eventi al mese. Il business model punta al b2b e punta anche all’Expo 2015 di Milano, in relaziona al quale Plannify potrebbe rivelarsi “LA” soluzione per permettere a milioni di persone in visita di rimanere aggiornati su eventi, manifestazioni, location. L’aumento di capitale quindi imprimerà una forte accelerazione a questa startup, sia sotto il profilo tecnologico che quello della internazionalizzazione. Come ci spiega anche il Ceo Luigi Gioni.
Dove vi porta questo nuovo investimento, come sarà utilizzato, quali sono i prossimi obiettivi?
Ci porta a crescere, ma prima di tutto a rispettare impegni ben precisi con gli investitori. Svilupperemo la parte tecnologica della piattaforma con nuove funzionalità social, l’applicazione, nuove release in inglese e in altre lingue europee, e punteremo all’internazionalizzazione. Per farlo stiamo allargando il nostro organico di persone competenti, brillanti e simpatiche. Dobbiamo sostenere e aumentare la nostra brand awareness, continuare a farci conoscere e far parlare bene di noi, anche stringendo partnership importanti italiane e internazionali per diventare sempre di più interlocutore di riferimento del mercato degli eventi e del turismo.
Fino a questo punto, quali sono i maggiori ostacoli che avete trovato sulla vostra strada?
L’ambizione di chi fa “distruption” è quella di riuscire a far cooperare gli attori di un sistema di valore in competizione tra loro: noi italiani non siamo molto portati per comprendere azioni cooperative e alleanze di sistema con adeguato anticipo. Di fatto con Plannify proponiamo una possibile riconfigurazione del sistema, che nella sua interezza ci guadagnerà, ma che non lascerà immutati peso e posizione relativi di ogni attore. Se ci riusciamo, a mio avviso, evitiamo il rischio per tutti gli attori di essere entro breve totalmente reintermediati da attori internazionali con spalle finanziarie colossali, e che spesso non sono attenti alle regolamentazioni nazionali fiscali o giuslavoristiche e che così facendo riescono a raggiungere ampie fette di mercato.
Qual è il vantaggio della vostra piattaforma rispetto ai competitor?
In Plannify pensiamo di inserirci veloci in una nicchia poco presidiata dai giganti della rete, ma sufficientemente complessa da presidiare, per cui l’incubazione in un venture incubator come Digital Magics è stata determinante e senza la quale non avremmo avuto le carte e le risorse necessarie per affrontare il mercato. Per ora siamo stati molto fortunati e abbiamo lavorato duramente per raggiungere questo obiettivo, continueremo a fare del nostro meglio per dimostrare il valore e le potenzialità della startup a chi ha investito e a chi ha dato fiducia in Plannify.
Quanti siete nel team, come siete strutturati e come state gestendo la crescita?
A parte i soci di capitale (fra cui Carlo Scabin, Fondatore di Plannify) e il Presidente Massimo Fregnani, sull’operativo ci siamo io, il CTO e Fondatore Enrico Gennari, il Digital Magics LAB, due sviluppatori uno back-end e uno front-end e altre due persone con un profilo più editoriale. Infine stiamo negoziando per dotarci di una struttura di vendita che sia coerente con il nostro modello di business.
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