C’è sempre di più l’esigenza da parte di tutti noi di avere un rapporto sempre più maturo e consapevole con gli strumenti, le fonti, i siti che visitiamo usando internet tutti i giorni. Una consapevolezza che riguarda soprattutto il trattamento dei nostri dati personali e la capacità dei sistemi di proporci contenuti di nostro interesse, soprattutto quando si tratta di pubblicità. Sempre più il concetto di web monolitico, controllato dalle multinazionali, gestito con la formula del: “io ti offro un servizio che a te pare gratuito ma in cambio mi vendo i tuoi dati agli inserzionisti pubblicitari”, è inviso dagli utenti, e sempre più quindi è fondamentale trovare formule alternative che da un lato siano rispettose degli utenti e dei loro dati e dall’altro consentano alle aziende che ci forniscono i servizi di potere sviluppare un modello di business efficiente.
Perciò nascono aziende che si propongono di creare un modello nuovo per l’erogazione della pubblicità online, una di queste è Ogury che punta tutto sul Personified Advertising avendo sviluppato una rivoluzionaria tecnologia progettata e ottimizzata per le campagne in grado di fornire ai brand gli interessi del pubblico in modo completo, garantendo le performance del brand, la tutela della privacy e la sostenibilità. Fondata nel 2014, Ogury conta oggi oltre 500 dipendenti in 17 Paesi del mondo. L’azienda ha anche una forte presenza in Asia-Pacifico, e ha aperto un ufficio in Australia a metà del 2020, in piena pandemia. Co-fondata da Thomas Pasquet e da Jean Canzoneri, imprenditore francese che vive a Milano.
Ogury già nel 2014, vale a dire quattro anni prima dell’entrata in vigore del GDPR già chiedeva il consenso agli utenti per reperire i dati, poi ha sviluppato il modello Personified Advertising perché ha compreso che quello che conta sono gli interessi delle personas, cioè delle tipologie di audience che vedono quel sito web o utilizzano quella app, non i dati dei singoli utenti.
“Non collezioniamo dati personali e non lo facciamo non perché siamo obbligati ma per scelta – spiega a Startupbusiness Marcello Gruppo, insights director southern Europe di Ogury – . Non usiamo cookie o sistemi di identificazione personale per realizzare la pubblicità capace di raggiungere target specifici, vogliamo dare una risposta al mercato sempre più attento alle questioni di privacy e lavorare non sui singoli individui ma sui modelli di audience in modo anonimo, associamo variabili umane a qualcosa che non è identificabile ma che rappresenta l’audience. Abbiamo sviluppato una tecnologia che elimina il problema del tracciamento e che garantisce rispetto della privacy e piena trasparenza per gli utenti, abbiamo visto per esempio che da quando Apple ha inserito la possibilità per gli utenti di rifiutare il consenso all’utilizzo dei propri dati, i tre quarti degli utenti l’hanno selezionata”.
Grandi clienti in tutto il mondo
“I nostri clienti sono i grandi brand mondiali di qualsiasi categoria merceologica, in Italia per esempio possiamo citare P&G, Visa, Nintendo, eBay, MINI, Sony PlayStation, offriamo loro una soluzione che consente di capire chi c’è dietro lo schermo senza usare il tracciamento personale, ma usando l’autodichiarazione, quindi survey che sottoponiamo agli utenti senza incentivi, questionari brevi di quattro domande, e questo ci permette di capire la tipologia di audience che usa un determinato sito o applicazione, al momento lavoriamo solo con dispositivi mobili come smartphone o tablet, sul desktop non ancora ma non è escluso che in futuro possiamo svilupparci anche in quella direzione. Usiamo i dati storici raccolti in modo aggregato e anonimo, i questionari sono anonimi e il successo è che, pur usando questo sistema anonimo, non vi sono significativi scostamenti nel risultato finale rispetto ai metodi che tracciano i singoli, quindi nell’erogazione di messaggi promozionali che si indirizzano all’audience più adatta. Noi eroghiamo tramite servizi integrati nelle piattaforme di acquisto pubblicitario gestite dalle agenzie oppure possiamo offrire il servizio completo ai clienti, il modello di acquisto è a CPC (cost per clic, ndr) o CPV (cost per view, ndr) quindi ad avvenuta azione, ciò ci permette di garantire l’effettiva fruibilità dei messaggi, le creatività sono di norma fatte dai clienti, anche se ci stiamo attrezzando per avere anche un creative studio interno per migliorare ulteriormente il messaggio e supportare anche i clienti che preferiscono affidarsi a noi anche per questo, inoltre effettuiamo analisi basate su interviste a valle delle campagne per capire la bontà dei messaggi e delle creatività utilizzate”.
Ogury, che ha la sua sede principale a Londra, ha uffici in 17 Paesi inclusi quelli a Parigi, Milano, Roma, Singapore e in Sydney, ha un fatturato che non comunica ufficialmente ma che si aggira tra i 100 e i 200 milioni di dollari all’anno e nei suoi uffici italiani lavorano 37 persone. (Foto di bruce mars su Unsplash ).
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