Noonic è una web agency e digital factory innovativa nata dall’energia di tre giovani padovani che ha subito operato tracciando un doppio modello di innovazione: in quello che fa, ma anche come e dove lo fa. L’idea d’impresa nasce in Italia e il fronte commerciale è ancora fondamentalmente qui, ma è l’India il Paese che offre ai tre founder le prospettive di crescita maggiori, le opportunità, le risorse per realizzare il loro modello di business. Nata nel 2012 la società ha attualmente oltre ai tre fondatori 15 programmatori, 3 marketer e 3 ui/ux designer, divisi fra Italia e India e un paio di persone in amministrazione. La sede indiana di Noonic è a Bangalore, una delle nuove mecche dello startup ecosystem. Nunzio Martinello, Sebastiano Favaro e Nicola Possagnolo sono i tre fondatori della società e per loro l’India è una specie di Eldorado: non perché nel Paese si trovi manodopera a basso costo (come facilmente si può pensare), ma per le leggi dei grandi numeri. Come ci spiega Nunzio Martinello, uno dei tre founder, in questa intervista. Nunzio, come siete partiti e perché siete approdati India? Noi soci abbiamo iniziato a collaborare da freelance. Avevamo tutti altri impegni full time, io ero Marketing Manager (e responsabile R&D) in I’m Watch, Nicola lavorava in Fabrica (centro creativo del Gruppo Benetton) come product assistant, Sebastiano era all’Università. Grazie al fatto che eravamo inseriti in contesti lavorativi dinamici, i nostri contatti crescevano e continuavano ad aumentare i progetti che ci venivano affidati. Di conseguenza, abbiamo cominciato a fare outsourcing della maggior parte delle attività di sviluppo software, collaborando con aziende indiane. Abbiamo immediatamente realizzato che per tenere la qualità elevata fosse necessario avere il pieno controllo delle risorse umane e dei processi e così abbiamo deciso di aprire la nostra azienda lì, completamente in bootstrapping. Quali sono i vantaggi che l’India offre a una startup rispetto all’Italia e quali sono le eventuali problematiche? Prima di tutto, l’India offre un enorme pool di talenti perché è una nazione grandissima e molto popolata (+1,2 miliardi di persone nel 2011), in cui anche nell’istruzione si sta puntando molto nella formazione di sviluppatori. Il processo di HR è molto più lungo e complesso in quanto i numeri sono alti e la qualità media è più bassa rispetto all’Italia, ma per la legge dei grandi numeri i talenti sono comunque tantissimi. E pieni di entusiasmo! Qui in Italia, in realtà, i programmatori non sono così tanti, molti si trasferiscono all’estero, trovare bravi sviluppatori, è un problema per tutte le aziende. Inoltre, il costo del lavoro in Italia, come tutti sappiamo, rende estremamente difficile per una startup riuscire a formare un team stabile. Invece, l’India offre il vantaggio di diverse tipologie di contratti standard: con scadenza temporale, senza scadenza temporale, senza contributi folli e limiti da entrambe le parti. Da un punto di vista formale, una startup può offrire la stessa tipologia di contratto di una multinazionale. In questa maniera come startup hai la possibilità di assumere i migliori talenti, anche dalle aziende più importanti. Ovviamente anche i costi bassi sono un grande vantaggio, ma sono bassi principalmente per la mancanza di contributi sproporzionati, perché la qualità si paga anche lì, semplicemente non si paga x2/x3 lo stipendio del dipendente. Un altro vantaggio, per le aziende che puntano a un mercato internazionale, è la conoscenza diffusa della lingua inglese (scontata in tutto il mondo, non in Italia). L’altro lato della medaglia è che il vantaggio economico, per l’impresa che va in India, diventa significativo solo quando aumentano sensibilmente i numeri. I costi e le problematiche di gestione di una azienda a 4,5 ore di fuso orario, una lingua e cultura diversa, a 7000 km di distanza sono alti. Vi proponete come web agency e una digital factory: qual è il vostro modello di business e il vostro mercato di riferimento? Al momento lato agency siamo focalizzati su prodotti innovativi (startup, piattaforme custom, etc..) e abbiamo approfondito molto il supporto alle aziende per gli e-commerce, dalla strategia iniziale passando per lo sviluppo e il tracciamento delle metriche. In particolare sugli e-commerce forniamo delle piattaforme completamente integrate con i principali tool di marketing e diamo supporto day by day sulla gestione e sulla promozione. Per i servizi di Noonic Agency il pool di clienti è molto vario, dalle medie imprese che hanno la necessità di innovare, alle grandi firme che cercano proposte digitali innovative. (ndr: anche il nuovo sito magazine di Startupbusiness è stato realizzato da Noonic!)
So che nella vostra factory indiana avete un modello lavorativo che ricorda lo stile Google…. Innanzitutto abbiamo cercato di uniformare Italia e India, vogliamo che in entrambe le sedi ci siano modalità di lavoro flessibile, adatte a ognuno, capaci di far sentire tutti coinvolti, entusiasti e liberare creatività. In entrambe le sedi i nostri collaboratori hanno molta libertà nella gestione del proprio tempo, per noi contano solo le deadline e la partecipazione a riunioni settimanali obbligatorie. Ci teniamo molto che ogni persona possa crescere all’interno dell’azienda e periodicamente ognuno deve tenere un workshop e formare i suoi colleghi su un argomento che ha approfondito o ha avuto modo di studiare per un progetto. Riusciamo ad avere tutto sotto controllo grazie all’utilizzo di una piattaforma per il project management e l’introduzione di sistema per aumentare la comunicazione aziendale. Abbiamo implementato anche un sistema di valutazione oggettiva in modo che i nostri dipendenti siano in grado di autovalutare le loro performance. Una cosa particolare che abbiamo cominciato a fare da qualche mese è dare l’opportunità ai dipendenti di lavorare su progetti paralleli e eventualmente sviluppare con il nostro supporto startup interne in cambio di equity. Cerchiamo anche di favorire l’integrazione fra team italiano e indiano: organizziamo hackaton interni e tornei di Xbox. Ultimo punto è la possibilità dei dipendenti indiani di fare 3 mesi nella nostra sede italiana e viceversa. Come funziona il modello di sviluppo di startup interne? Fin dall’inizio il nostro obiettivo non è stato solo quello di creare un’agency, ma abbiamo sempre avuto voglia di lavorare su soluzioni innovative, anche per questo ci siamo sempre orientati verso il mondo delle startup e dell’innovazione. La struttura che abbiamo creato in Noonic ci permette di coprire la maggior parte dei servizi necessari ad una startup: strategia/sviluppo/ux-ui/marketing e parte finance/accounting/hr. Per questo motivo risultiamo un partner ideale per tutte quelle startup che vogliono posizionarsi nel mercato italiano ed indiano in maniera predominante e, grazie a queste nostre caratteristiche, stiamo collaborando con i maggiori player del mondo startup italiano. Inoltre siamo presenti in uno dei più grandi paesi emergenti (India) e hub dell’innovazione (Bangalore) e stiamo ponendo particolare attenzione al mercato indiano. Al momento, dopo il successo riscontrato nei servizi per startup/aziende di terzi, stiamo lavorando su alcuni copycat con focus sull’india e alcune nostre idee di prodotti Saas internazionali, tutte in fase di validazione. Il nostro obiettivo del 2015 è arrivare alla fine dell’anno con 2 startup validate che inizino a monetizzare. Quindi siete un po’ Google come approccio HR e un po’ Rocket Internet come approccio al business… progetti per il futuro? Visto l’interesse che si sta sviluppando intorno alla nostra struttura un altro punto fondamentale al momento è quello di aumentare il nostro network, conoscendo nuove aziende importanti pronte ad iniziare una collaborazione, oppure sperimentare i nostri progetti all’interno di PMI italiane. Siamo consapevoli del bisogno del mercato italiano nello sviluppo di e-commerce di successo, data la straordinaria crescita del settore e all’eccellenza del Made in Italy. Abbiamo tante idee e la capacità di realizzare progetti, al momento mandiamo avanti tutto con le nostre risorse, ma in futuro ragioneremo senz’altro su come supportare ancora di più lo sviluppo di startup anche finanziariamente.
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