No-code startup: l’imprenditoria digitale senza programmazione

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Come le no-code startup stanno rivoluzionando il processo di sviluppo delle app

Nel 2020 il mercato globale no-code e low-code valeva 12,7 miliardi di dollari. In base a un report realizzato dalla società di ricerca Gartner, nel 2022 l’utilizzo delle app no-code è stato pari al 65% del mercato web, per un valore di 21 miliardi di dollari. Una cifra che continuerà a crescere nel 2024, con la prospettiva di diventare il settore più utilizzato sia dagli specialisti, che da coloro che non hanno conoscenze di informatica. Si prevede infatti che raggiungerà i 45,5 miliardi di dollari entro il 2027, mentre Globe Newswire si aspetta entrate per un totale di 181 miliardi di dollari solo negli USA fino al 2030.

Il potenziale delle piattaforme no-code

Ormai è iniziata una nuova era, quella tecnologica, da alcuni definita “La quarta Rivoluzione” dell’Infosfera (Luciano Floridi), da altri “tecnoliquida” (Zygmunt Bauman). Oggi nel mondo del lavoro le piattaforme tecnologiche sono sempre più legate al business core dell’azienda. E tra i diversi problemi che le aziende post-moderne stanno riscontrando, cruccio di molti HR e recruitment, è quello dell’ingaggio di sviluppatori e programmatori: tantissima domanda e poca offerta. Per non parlare dei tempi necessari alla loro formazione. E di certo, la domanda non smetterà di crescere. Ma già da qualche tempo sembra che una risposta sia stata trovata: le no-code development platform (NCDP). Le No-code platform sono piattaforme che consentono di creare un software applicativo tramite interfacce utente e configurazioni grafiche anche dagli inesperti del settore. Anziché della tradizionale programmazione informatica, per la quale ci si affida a un esperto programmatore (developer), permettono di sviluppare software senza dover scrivere codice. Da qui ne potrebbe scaturire il già diffuso dibattito se tali no-code platform prima o poi sostituiranno o quantomeno “estingueranno” la professione del developer: niente di più sbagliato. Vediamo perché.

Le fasi chiave della creazione di un’app no-code

Fino a poco tempo fa si era riusciti a dare la possibilità a chiunque di poter creare un sito internet senza avere competenze di programmazione tramite alcune applicazioni come Wordpress o Elementor. Oggi invece si è riusciti a dare la possibilità a chiunque di creare non solo piattaforme online, ma anche applicazioni. Tutto questo grazie al movimento no-code. Per creare un’app tramite no-code le piattaforme a disposizione non fanno altro che snellire il processo di machine learning nella creazione di un algoritmo. Ovvero si costruiscono applicazione grazie a builder visuali, come se fossero delle macro cartelle di excel. E senza scrivere righe di codice, si hanno già anteprime visuali a disposizione. Prima di tutto sarà indispensabile avere un database che contenga i dati, le informazioni raccolte. Si può optare per usare direttamente quello della piattaforma nocode oppure averne uno a parte, per esempio tramite Airtable o banalmente Google Sheets, per poi collegarlo e farlo “parlare” con lo strumento no-code. Il gioco è fatto: rimarrà solamente la personalizzazione grafica e un buon uso delle policy come quelle legate alla privacy. In merito, per sapere come vengono trattati i dati degli utenti che navigano o si registrano alla piattaforma no-code, sarà necessario contattare l’assistenza della medesima.

Vantaggi e sfide delle no-code startup

Il lancio di una startup comporta diversi fattori che devono essere considerati e che in Startupbusiness abbiamo affrontato innumerevoli volte. Tra i vantaggi di una startup nocode, un’azienda quindi che utilizza tali piattaforme per prototipare la propria idea innovativa, troviamo quello di poter sviluppare idee in maniera veloce, tagliando i tempi di realizzazione – abbattimento di anni di formazione in programmazione – e i costi. A ciò si potrebbe controbattere che, in seguito, per far scalare il proprio business, la startup avrà necessità di scrivere ulteriore codice. Eppure anche in questo caso la startup potrebbe comunque sviare dalla consulenza di programmatori esperti o dalla creazione di un team di Sviluppo, optando per quella messa a disposizione direttamente dalla piattaforma no-code che è stata utilizzata per produrre il prototipo. Ovvio che per personalizzazioni e sviluppi più specifici o delicati, come quelli richiesti per la realizzazione di un Social network, oggi è ancora necessario avvalersi di un gruppo di menti più esperte per scrivere ulteriore codice. Ma il movimento no-code ha tra le previsioni proprio il contrario: permettere a chiunque la creazione tecnologica senza competenze specifiche.

L’accessibilità come driver dell’innovazione

Queste startup quindi mettono in commercio soluzioni alla portata di tutti. L’accessibilità a tali soluzioni sta diventando sempre più un bisogno impellente. Dal momento che viene creata una piattaforma accessibile a chiunque e in grado di offrire una soluzione generalista (per esempio un sito e-commerce), la si potrà fornire a più aziende o più clienti: ecco la monetizzazione delle app. È quindi un’opportunità anche per il Digital transfer delle aziende tradizionali, nello specifico delle PMI, che dispongono magari di poco budget da investire nella digitalizzazione dei processi per la consulenza di un tecnico esterno. Ma il no-code non è un driver solo per le aziende: anche i professionisti possono utilizzarle, non richiedendo una formazione specifica e avendo costi abbastanza mantenuti. Potrebbe essere un ottimo modo per guadagnare entrate extra o addirittura renderla l’unica fonte di reddito.

Overcoming limiti e pregiudizi per raggiungere il successo

Il mercato di app sviluppate senza codice o con poco codice ultimamente è cresciuto molto e velocemente. Di recente le aziende hanno ricevuto grandi contributi da parte degli investitori. Proprio perché riguarda un mercato appena agli inizi e non ancora ampiamente conosciuto dalla popolazione e dalle imprese, il no-code rappresenta una opportunità ancora più ampia per coloro che stanno appena entrando nel mercato senza codice. Inoltre l’avvento dell’AI sta aprendo nuove porte al settore, fornendo sia un’accelerazione che semplificazione. Sul già diffuso dibattito se tali no-code platform prima o poi sostituiranno o quantomeno “estingueranno” la professione del developer, il commento è semplice e visibile a tutti: gli stessi programmatori utilizzano già le no-code platform per togliersi gli “impicci” legati a fasi del lavoro troppo operative e iniziali – questo gli permette quel risparmio di tempo ed energie per dedicarsi alle fasi del progetto che prevedono maggior focus. Inoltre le no-code platform sono ancora piattaforme basiche, dove in caso di una certa ottimizzazione sarà comunque necessario l’intervento di un programmatore esperto. Poi sono sempre i programmatori a sviluppare il codice di una no-code platform, e pertanto per loro non si tratta di no-code.

Le migliori piattaforme per creare la tua startup senza scrivere una riga di codice

Sul mercato ci sono differenti piattaforme di nocode in base alle diverse necessità, ognuna specializzata nel settore che la riguarda. Di seguito ne elenchiamo tre:

Bubble: la piattaforma no-code per creare app web e mobile potenti e personalizzate

“Perché nel mondo di oggi ci si aspetta che le persone imparino e parlino il linguaggio dei computer? I computer, invece, non dovrebbero imparare a parlare la nostra lingua?”. Queste le parole di Emmanuel Straschnov, CEO e fondatore di Bubble, a oggi una delle più grandi piattaforme no-code. È una sintesi perfetta di quello che fa la sua azienda: permette agli imprenditori di costruire applicazioni web complesse completamente personalizzabili. Con Bubble si può praticamente creare qualsiasi cosa: applicazioni interattive e multiutente per browser web desktop e mobile, includendo tutte le caratteristiche necessarie per costruire un sito o social network come Facebook o Airbnb.

Adalo: costruire app native senza scrivere codice

Anche Adalo fornisce strumenti di progettazione che i clienti possono utilizzare per creare applicazioni in un modo drag-and-drop. Con Adalo è possibile creare un’app o una web app senza scrivere una sola riga di codice e attraverso una interfaccia molto snella e semplice. Nello stesso spirito di Bubble, con Adalo sono disponibili molti componenti, in modo da avere un’applicazione personalizzata. Grazie ad Adalo non è più necessario creare mockup: la creazione di un’app può prendere vita rapidamente, che si tratti di un’app tradizionale o di e-commerce.

Webflow: sito web e-commerce in pochi clic

Webflow inizialmente era solo un tool per la realizzazione di siti web. Se ci si stufa della piattaforma e si vuole cambiare, Webflow, utilizzando la scrittura in HTML, CSS e JavaScript, permette di scaricare il codice sorgente del sito e caricarlo su qualsiasi altro servizio di hosting che si preferisce. In Webflow un’intera sezione è dedicata all’e-commerce con una vasta gamma di funzionalità utili, come il suo potente CMS, rendendolo una delle scelte principali per molti commercianti. La piattaforma consente infatti di progettare e creare rapidamente modelli di pagine di prodotto, rendendo conveniente l’aggiunta e la presentazione dei prodotti.

I vantaggi dell’approccio no-code nell’e-commerce

Oggi se si vuole aprire un’attività commerciale non si può minimamente pensare di fare solo vendita al dettaglio. Senza l’online l’attività verrà prima o poi schiacciata dai competitor che utilizzano la rete per vendere i propri prodotti o servizi. E non basta più avere banalmente una pagina social, sia per l’indicizzazione, sia per una questione di branding. Ecco che l’approccio no-code nell’e-commerce può offrire maggiore agilità, riduzione dei costi e accessibilità a una più ampia gamma di commercianti, consentendo alle loro aziende di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e fornire un’esperienza online ottimizzata, senza avere alcuna preparazione in materia di programmazione.

No-code e ChatGpt di OpenAI

Se il no-code prevede all’utente la possibilità di non avere una formazione in ambito di sviluppo e programmazione, e quindi non sapere nemmeno scrivere una stringa di codice, l’avvento dell’AI nel no-code sta decisamente facendo accelerare questo movimento e strumenti. Basti pensare ai vantaggi dell’integrazione di GPT-3 di OpenAI in piattaforme di sviluppo di app no-code:

  • Ancora più dimezzamento dei tempi di sviluppo. Processi di sviluppo più rapidi consentono di rispettare scadenze ravvicinate e lanci rapidi di prodotti.
  • Riduzione dell’errore umano nella codifica, nei test e nella documentazione. Ciò si traduce in applicazioni più affidabili e stabili con meno difetti da risolvere.
  • Riduzione dei costi di sviluppo: l’integrazione di OpenAI riduce la dipendenza da programmatori esperti.
  • Maggiore democratizzazione dello sviluppo di app: lo sviluppo di app non è più dominio esclusivo di programmatori altamente qualificati.

OpenAi infatti viene utilizzata per scrivere codice, per esempio per predire la prossima keyword che si vuole andare a generare. (Foto di Markus Spiske su Unsplash )  

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