Ncode è la startup italiana che aiuta imprenditori e professionisti a sviluppare nuove competenze per trasformare le idee in prodotti digitali senza utilizzare linguaggi di programmazione. La startup è stata fondata a Milano da due under 30, che accomunati dalla passione per il digitale, mettono a sistema creatività, talento e conoscenze: Lorenzo Lodigiani e Giuseppe Stranieri. La loro idea si è poi trasformata a fine 2020 in startup grazie all’advisory del venture accelerator di Rainmakers, e oggi esce dalla fase stealth durante la quale ha affinato la sua offerta e il suo business model. “Il no coding elimina gli alibi per non rimettersi in gioco: alle corporate per non innovare grazie a prototipi veloci ed efficaci; alle startup a non validare le proprie idee grazie a Mvp (Minimum value product) davvero low cost; alle persone per non rimettersi in gioco lavorativamente grazie a competenze accessibili e apprezzate dal mercato del lavoro”, dice a Startupbusiness Francesco Inguscio che guida Rainmakers. Cos’è il no code? “Le piattaforme di sviluppo senza codice sono mezzi di creazione molto potenti attraverso cui pressoché chiunque tramite semplici interfacce grafiche ha la possibilità di sviluppare applicativi con cui esprimere la propria creatività ed estro imprenditoriale – spiega in una nota Lorenzo Lodigiani, Ceo di Ncode – . Chiunque voglia creare un prodotto digitale, qualunque esso sia, si parla di applicazioni web o native, piattaforme web, gestionali, flussi di lavoro automatici, ma non disponga di competenze tecniche ora può comunque farlo attraverso questi sistemi”. Due importanti aziende di consulenza strategica e di ricerche di mercato, quali Gartner e Forrester, parlano di sviluppo senza codice da ormai diverso tempo, convinte che sarà il denominatore comune della prossima ondata tecnologica e che sarà un vero abilitatore per il mercato. Non solo, Forrester prevede che verranno investiti 21 miliardi di dollari nel mercato No Code da qui a un anno e questo arriverà ad avere un valore di 45,5 miliardi di dollari nel 2025. Gartner scommette sul fatto che entro il 2024 il 65% delle applicazioni sarà creato senza scrivere codice, o comunque scrivendone una quantità minima. Un’affermazione coraggiosa, ma non troppo lontana dalla realtà. Il no code al servizio di grandi aziende e startup. Nonostante i pochi mesi di lavoro Ncode, attraverso il suo Lab, ossia la sua digital agency del no code, ha già sviluppato una vasta rete di collaborazioni con i migliori nocoder presenti in Italia e ha proficuamente aiutato numerose startup e Pmi a sviluppare il proprio prodotto digitale. Diversi colossi tecnologici stanno investendo su queste tecnologie realizzando le proprie piattaforme di sviluppo no code/ low code: Google con AppSheet, Amazon con HoneyCode, o Microsoft con Power Platform per citarne alcuni. Ed è proprio con Microsoft che Ncode ha recentemente stretto una partnership per l’utilizzo della loro Power Platfom. Oltre a Microsoft, Ncode si sta attivamente muovendo per creare relazioni con le principali piattaforme e community di no code del panorama italiano e internazionale. “In Italia il mercato del no code è appena nato ma ha immense possibilità di sviluppo. Essere abilitati a creare in maniera autonoma applicativi software consentirà a una nuova ondata di creatori di testare i propri progetti imprenditoriali a costo bassissimo – dice Giuseppe Stranieri, Coo della startup – . L’impatto sarebbe immenso: diminuzione della disoccupazione giovanile, minor tasso di abbandono o di fallimento per progetti imprenditoriali e una spinta immensa all’innovazione”. Ncode Academy: l’insegnamento del no code per i freelance del futuro, imprenditori, designer, marketer e studenti avranno l’opportunità di acquisire nuove competenze digitali grazie alla piattaforma di e-learning di Ncode, registrandosi al sito www.ncode.it. Photo by Markus Spiske on Unsplash
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