Nasce a Pula il primo FabLab della Sardegna

 

 

Le buone notizie sono due.

La prima è che nasce in Sardegna, negli edifici  immersi nel verde di Sardegna Ricerche (Pula) il  primo FabLab dell’isola, che sarà operativo dal  prossimo gennaio. Già stanziati 530 mila euro,  destinati in parte a coprire i costi di macchinari e  attrezzature, in parte a sostenere delle “borse di  sperimentazione” per giovani artigiani tecnologici e maker sardi disoccupati. 

 

Questa è infatti la seconda buona notizia: con il bando Generazione Faber saranno assegnate le 40 borse che permetteranno a partecipanti in possesso di una buona idea di digital fabrication di realizzarla concretamente.

Le risorse non sono moltissime, ma sono un punto di partenza, una scommessa, e potrebbero dunque diventare un filone interessante da sostenere per Sardegna Ricerche se si ha una buona risposta, vale a dire se effettivamente i faber dell’isola si fanno avanti. 

“Le risorse coprono un budget da qui a dicembre 2014 – dice Sandra Ennas, il manager di Sardegna Ricerche responsabile del progetto – L’importo stanziato per le borse è 200.000 euro (ogni borsa è 5000 euro) che servono anche a coprire costi vivi dei materiali e uso macchine per la realizzazione del progetto presentato dal faber-borsista.
I macchinari tipici di un fablab non sono di costo eccessivo, perchè devono essere utilizzabili anche da non addetti ai lavori. In ogni caso per lavori più sofisticati, e cioè che richiedano complessità di progettazione/stampa, qua a Sardegna Ricerche possiamo contare sul laboratorio di prototipazione rapida già esistente e altri macchinari di elevato livello.”

 

Il bando è aperto anche alle startup, cioè anche a piccoli team, o solo ai singoli?
Il bando Generazione Faber è aperto ai singoli diplomati/laureati disoccupati o inoccupati. 
Invece il fablab è aperto a tutti quelli che hanno creatività, immaginazione e voglia di costruire e progettare in uno spazio condiviso, per certi versi si ispira al modello dell’open source, in quanto ne condivide la filosofia di scambiarsi progetti liberamente.

 

(il fablab tedesco GWiz)

Nel bando è previsto che per partecipare è necessario avere già un’idea di progetto…
Ai candidati viene richiesto lo sviluppo di un progetto, il cui tema potrà spaziare dallo sviluppo di un prototipo o di un processo, alla creazione di oggetti di Design, passando attraverso la “digital fabrication”, al riuso di oggetti di produzione industriale facilmente recuperabili.
Potrà prevedere utilizzo di Arduino o Raspberry PI o altri strumenti che il candidato avrà individuato e vorrà proporre.

I progetti presentati potranno avere qualsiasi tematica ma dovranno rispondere a problemi della tecnica o esigenze realmente avvertite, o non ancora esplorate.

I progetti, per quanto possibile, dovranno poter essere realizzati utilizzando i più comuni strumenti presenti nel FabLab, ossia prototipatori 3D, laser da taglio, frese, ecc..

Dopo gli 8 mesi di copertura spese previsti dalla borsa cosa succede? si può continuare a stare lì magari pagando o con altre formule?
Certamente, si può continuare ad utilizzare il FabLab, che è aperto a tutti, anzi è ciò che auspichiamo.
Inoltre, alla fine del percorso della borsa Sardegna Ricerche potrà valutare la possibilità di premiare ulteriormente le iniziative progettuali dei borsisti, creando appositi percorsi volti alla promozione dei progetti, anche mediante azioni di crowdsourcing, che consentiranno di affidare ad una community di professionisti l’incarico di proporre miglioramenti del prodotto, fornire consigli sulle possibili applicazioni, e divulgare, promuovendola, l’idea tecnica, anche ai fini di una futura commercializzazione o ricerca di acquirenti o finanziatori.

In bocca al lupo al nuovo FabLab e per chi fosse interessato (fatevi avanti maker e designer sardi!) molte informazioni sono reperibili a questo indirizzo.

 

 

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