Un quadro che ridotto ai numeri dice: 700 imprese operanti nella produzione automotive, circa 100.000 veicoli prodotti all’anno, 2,4 milioni di motori e trasmissioni prodotti all’anno, un posto di lavoro su 9 nel settore dell’automotive, 43 miliardi di rendimento economico all’anno nel settore automobilistico, export del 90% circa per i veicoli realizzati in Austria, l’industria dei veicoli è il secondo settore di esportazione, 8,4 miliardi di investimenti confluiti negli ultimi 25 anni nella ricerca e sviluppo, 21.500 euro per la ricerca per ciascun posto di lavoro all’anno.
Mobilità e automotive nella sua concezione più ampia e tecnologica quindi: veicoli autonomi, trasporto pubblico del futuro, energia elettrica per autotrazione, sicurezza, infrastrutture di nuova generazione. Una visione decisamente ampia che si è messa in mostra alla Transport research arena, manifestazione ospitata dalla fiera di Vienna dove il meglio dell’innovazione europea nei trasporti ha trovato la vetrina giusta.
Tra questi l’impresa Scuderia-E che ha sede a Salisburgo ma è stata creata dall’italiano Gianfranco Pizzuto che sta lavorando a una batteria a ioni di litio di nuova generazione che sta testando impiegando le Fiat 500 elettriche che importa dalla California, unico mercato in cui al momento sono disponibili: “il nostro obiettivo è raddoppiare l’autonomia degli attuali accumulatori a parità di ingombro e peso”, dice.
Altro italiano che lavora in Austria, o meglio tra l’Austria e l’Alto Adige è Roberto Ferrari, director services and operations della divisione off-highway di TTControl, società del gruppo TTTech che sviluppa sistemi di controllo per applicazioni di ogni tipo: dall’automotive, all’aerospazio, dalla logistica al farming: “noi lavoriamo esclusivamente in modalità business to business – spiega – i nostri prodotti sono integrati in aeroplani, automobili, trattori, scavatori, piattaforme aeree per esempio e il gruppo fattura quasi 150 milioni di euro con 600 dipendenti e con sedi in tutti i mercati principali: Europa, Usa, Giappone”. I sistemi di controllo di TTTech rappresentano una sorta di avamposto tecnologico verso la realizzazione di veicoli, speciali e non, e infrastrutture sempre più efficienti, efficaci e sicure. Un altro italiano che lavora in Austria, questa volta a Graz è Paolo Pretto che si occupa di ricerca sul fattore umano in relazione ai trasporti. Un lavoro quasi unico e certamente stimolante perché si concentra sull’elemento finale dell’evoluzione tecnologica, l’uomo.
“Studiamo il comportamento, le reazioni, le sensazioni che il corpo e la mente hanno quando si trovano in movimento, su mezzi di trasporto pubblico e privato, dall’autobus all’aeroplano e grazie a questi studi siamo in grado di collaborare con gli ingegneri per costruire veicoli sempre più confortevoli e compatibili con chi li utilizza e lo facciamo fino dalle prime fasi di progettazione – illustra -. Attualmente la sfida più stimolante è quella del veicolo a guida autonoma che rappresenta un salto significativo in relazione alla percezione umana. Da un punto di vista dell’esperienza fisica non vi è differenza tra un’automobile a guida umana e una a guida autonoma, se non forse il fatto che il volante si muove da solo a scatti, ma è quella emotiva e le implicazioni che essa ha che fanno la differenza, per esempio il desiderio di possedere il proprio veicolo o quello di avere sempre la disponibilità e possibilità di muoversi in ogni momento con massima libertà”.
Pretto lavora per il progetto Virtual Vehicle che sta mettendo a punto nuove tecnologie per la guida autonoma e che ha permesso a chi scrive di provare l’esperienza in un circuito controllato:
“Al momento stiamo sviluppando nuove tecnologie insieme a una serie di partner tecnologici – spiega Wolgang Wachmann, marketing and communication manager di Virtual Vehicle – usiamo come base delle Ford Mondeo ma abbiamo anche delle Tesla per conoscere meglio la tecnologia e fare test sempre più approfonditi. Al momento siamo impegnati sullo sviluppo di veicoli con livello di automazione 4 (ndr. i livelli di automazione dei veicoli sono sei: livello zero corrisponde a nessuna automazione, livello 1 è driver assistance, livello 2 è automazione parziale, livello 3 è automazione condizionata, livello 4 è elevata automazione e livello 5 è automazione completa)”.
L’Austria è quindi terreno fertile per chi fa ricerca e non solo nell’automotive, anche la chimica e la meccanica sono molto importanti. Il Paese già oggi investe oltre il 3% del Pil in ricerca e sviluppo, che è l’obiettivo che la UE si è data per il 2020 e al fine di incentivare ulteriormente il settore e attirare aziende dall’estero ha messo a punto un premio fiscale alla ricerca del 14% sui progetti che vengono giudicati ammissibili, quindi non una detrazione ma proprio una quota di denaro che viene resa disponibile a sostegno delle attività di ricerca: “l’obiettivo è consolidare ed ampliare il ruolo dell’Austria come luogo dove si concentra la ricerca e sviluppo anche agendo in modo attivo nell’attirare imprese, comprese le startup, dall’estero con particolare attenzione ai Paesi limitrofi”, dice Marion Biber, direttore Italia di ABA.
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